Le emissioni odorigene di gas provenienti dalla zona industriale
di Taranto sono diventate un problema serio per i cittadini della cittĂ dei due
mari. Queste emissioni sono state giudicate responsabili di diversi malori
che hanno reso necessarie, in alcuni casi, le cure ospedaliere.
La raffineria Eni di Taranto – afferma Cosimo Petraroli, deputato
del MoVimento 5 Stelle - è considerata tra i possibili impianti responsabili
delle “fughe di gas”. L’Arpa ha eseguito, diverse volte nel corso degli anni,
delle ispezioni all’interno dello stabilimento, eseguito dei prelievi di acque
e verificato le condizioni della qualità dell’aria attraverso la propria rete
di monitoraggio, anche su incarico della procura tarantina che giĂ in passato
ha avviato indagini per individuare i responsabili delle fastidiose emissioni.
I dati sono rilevati, da Arpa Puglia, – spiega Petraroli (M5S) – dalle
"centraline presenti all’interno della Raffineria Eni e in città ".
Nell’ambito delle "sostanze odorigene", le relazioni, stilate
dall’agenzia regionale, considerano esclusivamente "il solfuro d’idrogeno
(H2S), composto da zolfo molto odoroso anche a basse concentrazioni",
sottoprodotto di alcune attivitĂ industriali tra le quali la raffinazione del
petrolio. La normative vigenti, sia quella europea, sia quella nazionale –
prosegue il pentastellato, membro della commissione politiche dell’UE – non
stabiliscono valori limite, soglie di allarme e/o valori obiettivo di qualitĂ
dell’aria per questo particolare composto chimico.
Per questi motivi, a seguito della nuova inchiesta avviata dalla magistratura
tarantina sulle nubi di gas, ho depositato un’interrogazione al Ministro
dell’Ambiente Galletti per capire se il Governo ha intenzione di attivare tutti
i provvedimenti necessari per risolvere definitivamente il problema.
Cosimo Petraroli
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Il Comune di Pulsano, con
delibera di G.M. n°55 del 8/3/2013 avente ad oggetto “Atto di indirizzo – avvio
procedure per la redazione del Piano Comunale della Costa (PCC) avviava la
formazione del PCC ai sensi della L.R. 17/2006, successivamente abrogata.
La Regione Puglia, infatti, con Legge Regionale 17 del 2015 disciplinava la
tutela e l'uso della costa, assegnando alcuni compiti e alcune funzioni ai
Comuni.
Entro quattro mesi dalla data di approvazione del PRC (Piano regionale della
Costa), la Giunta comunale adotta il PCC ovvero adegua quello previgente,
dandone ampia pubblicitĂ . Il Piano deve essere depositato presso la Segreteria
comunale e posto in visione di chiunque ne faccia richiesta.
Le eventuali osservazioni sono presentate presso il comune entro trenta giorni
dalla data di deposito del piano ed entro e non oltre trenta giorni dallo
scadere del termine per il deposito delle osservazioni, il Consiglio comunale
deve approvare il PCC, pronunciandosi anche sulle proposte e osservazioni
pervenute.
Ai fini della verifica di compatibilitĂ al PRC, il PCC approvato viene inviato
alla Giunta regionale, che si pronuncia entro il termine di sessanta giorni
dalla data di ricezione, decorso il quale l’esito s’intende favorevole. Ai fini
dell’efficacia, è approvato in via definitiva dal Consiglio comunale, in
conformitĂ alla deliberazione della Giunta regionale. Le varianti al PCC sono
adottate con le medesime procedure utilizzate in sede di prima approvazione.
I PCC possono essere presentati con le stesse modalitĂ da piĂą comuni
consorziati limitrofi o dalle unioni dei comuni ove esistenti.
In caso di inadempienza, la Giunta regionale, previa diffida a provvedere nel
termine di sessanta giorni, si sostituisce al comune per l’osservanza degli
obblighi di legge, nominando a tal fine un tecnico della struttura pubblica
competente quale commissario ad acta, che adempie alla redazione del Piano nel
termine di centottanta giorni. Il compenso e il rimborso delle spese per
l’espletamento dell’incarico sono posti a carico del comune inadempiente.
Stante l'importanza di questo strumento, che interviene sulle procedure di
concessione
demaniale di competenza comunale (ad. esempio quelle turistico-ricreative), e
l'assenza di documenti successivi all'atto di indirizzo del marzo 2013, abbiamo
chiesto alla Regione Puglia di diffidare il Comune di Pulsano ad
adempiere alla redazione di questo piano entro 60 giorni e, in caso
di inerzia, di nominare un Commissario ad acta così come previsto dalla L.
R. 17/2015.