da Valerio
L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L'Abbate
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A margine della manifestazione di protesta degli allevatori
pugliesi, tenutasi stamane a Bari, L’Abbate (M5S) commenta la scelta del
Ministero dell’Agricoltura. All’appello mancano altri 65 milioni di euroÂ
Approda anche in
Puglia la cosiddetta “guerra del latte†che sta imperversando ad
Ospedaletto Lodigiano (Lodi) dove gli allevatori sono in presidio davanti al
centro di distribuzione della multinazionale francese Lactalis,
proprietaria dei marchi Parmalat, Galbani, Invernizzi, Locatelli e
Cademartori. Dinanzi all’Ipercoop di Japigia a Bari, gli allevatori
pugliesi con le loro mucche hanno illustrato ai consumatori l’importanza del
latte italiano e le sue peculiarità al grido di “giusto prezzo per il
giusto latte!â€.
“In questa crisi del prezzo del latte, i contributi
statali rischiano di divenire un mero palliativo se non si cambia, in maniera
più strategica e lungimirante, il paradigma del libero mercato. L’attivazione
del Fondo latte con 55 milioni di euro, operata dal ministro delle Politiche
Agricole Maurizio Martina, è come se si cercasse di curare una polmonite con
l’aspirina – commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate,
capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – Anzi,
con mezza aspirina dato che, fino allo scorso luglio, lo stesso fondo prevedeva
più del doppio delle disposizioni finanziarie, ovvero 120 milioni di euro. Dove
sono finiti gli altri soldi promessi da questo Governo?!â€.
Ma è l’intero
mercato di libero scambio ad essere messo sotto accusa come causa principale.
“L’unica regola esistente è quella del prezzo più basso, che non contempla
fattori essenziali per la tutela del settore come la qualità della produzione e
la loro funzione sociale – continua L’Abbate (M5S) – L’euro
è complice attivo della lotta tra i Paesi dell’Unione europea, visto che i
singoli Stati membri non hanno più la facoltà di rendere appetibili i propri
prodotti intervenendo sulla propria moneta ma, allo stesso tempo, si trovano
esposti alla svalutazione selvaggia del costo dei prodotti e del lavoro. A
quanto pare, però, sembra che nemmeno le associazioni di categoria vogliano
fermare il neoliberismo dicendo, ad esempio, ‘no al Ttip’ che accentuerebbe
ancora di più questa concorrenza spietata. Fermo restando che per noi l’unica
soluzione per le conseguenze del mercato globale è quella di allargare l’orizzonte – conclude
il deputato pugliese – nel frattempo per sopravvivere occorre
andare oltre la mezza aspirina del ministro Martina, come ad esempio mantenere
la promessa dei 120 milioni per il Fondo latteâ€.
Giuseppe L’Abbate
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da
Vito Galluzzi
Assistente
Parlamentare del Deputato Scagliusi Emanuele
La grande
distribuzione elude il tetto alla scontistica dei libri prevista dalla legge,
grazie alla poca efficacia delle misure di controllo. Il deputato pugliese
Emanuele Scagliusi (M5S) chiede chiarimenti al Governo
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La norma doveva essere abrogata
dal disegno di legge sulla concorrenza ma, alla fine, è rimasto tutto com’era
in principio. La legge Levi che stabilisce un tetto massimo del 15% allo
sconto che i venditori di libri possono applicare sul prezzo di copertina,
infatti, è tuttora in vigore nonostante la paura di editori grandi e piccoli
nonché di librai indipendenti che hanno pubblicamente dichiarato di avere una
posizione comune. Tuttavia, le librerie che già arrivano da anni non certo
positivi, sono sempre più in difficoltà a causa dell'inefficacia
dei controlli degli organi preposti, soprattutto per quel che concerne il
commercio online. Una questione che, ora, approda nelle aule di Montecitorio
grazie ad una interrogazione parlamentare del deputato pugliese Emanuele
Scagliusi (M5S).
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“La legge Levi, tuttora in
vigore, rischia di creare concorrenza sleale se applicata solo alle librerie e
non ai rivenditori di libri online. Paradossalmente, infatti, questa normativa
realizzata con altri più nobili fini rischia di sfavorire le piccole imprese a
scapito delle multinazionali – dichiara Scagliusi (M5S) – Per
esempio, su amazon.it è possibile acquistare libri con sconti pari al 55% del
prezzo fissato. Secondo il sindacato SIL (Sindacato Italiano Librai e
Cartolibrai), stando ai dati del 2014, ogni giorno chiudono in media 5
piccole librerie, schiacciate tra gli editori, con i quali è impossibile
contrattare, e la grande distribuzione, che riesce ad applicare sconti
aggirando i limiti della legge Levi. Non è possibile accettare, a livello di
sistema- Paese, che si consenta alla grande distribuzione di azzerare la
concorrenzaâ€.
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In realtà , qualche dato
incoraggiante arriva da Messaggerie, il più importante distributore italiano di
prodotti editoriali, il quale afferma che nei primi nove mesi del 2015 si è
arrestata la caduta del libro di carta (-0,34%), mentre è rallentata
sensibilmente la marcia dell’e-book (+18,8% contro il +35% previsto). Dopo tre
anni di crisi, sono tornate a correre le librerie indipendenti che tirano la
volata a tutto il settore. Fra gennaio e settembre le librerie indipendenti
crescono del 5,19% a 277,4 milioni di euro di giro d’affari. Tuttavia, resta il
mancato rispetto della legge Levi che non garantisce una concorrenza leale.
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In una
intervista, Ricardo Franco Levi, primo firmatario della legge, ha dichiarato
che “la legge che regola gli sconti sui libri si pone come un vincolo alla
drammatica riduzione delle voci. E fa sì che editori e librai, anche le realtÃ
più piccole, possano competere sul mercato. Pone le premesse per garantire una
concorrenza equaâ€. “Peccato però, che nella sezione dedicata alla
disciplina del prezzo dei libri, più precisamente nella regolamentazione delle
sanzioni - avverte il
deputato pugliese Scagliusi (M5S) - l'unico ente indicato
è il comune che, secondo tale legge, vigila sul rispetto delle disposizioni del
presente articolo e provvede all’accertamento e all’irrogazione delle sanzioni
previste al comma. Per questo, ho chiesto ai ministri dell’Istruzione e dello
Sviluppo economico cosa intendano fare per migliorare il sistema dei controlli
dal momento che il solo controllo della legge da parte di vigili urbani o agenti del comune è sicuramente inefficace visto che il
mercato dei libri è molto sviluppato anche e soprattutto online. Nel chiedere
di agire, abbiamo anche proposto modifiche all’attuale legge per estendere i
controlli e porre termine alle diseguaglianze che si sono venute a creareâ€.
EmanueleScagliusi