La protesta degli operai di Isola Verde
a Taranto è finita ieri nel sangue: un lavoratore si è tagliato il ventre.
Alcuni lavoratori si sono arrampicati
sul cornicione della Provincia, altri sono in sciopero della fame.
E’ il segno del precipitare della
situazione a Taranto in assenza di un piano B di rilancio di una cittĂ allo
sbando e priva di prospettive .
Eppure una concreta speranza di lavoro
immediato ci sarebbe per i 230 lavoratori di Isola Verde, fra i cui compiti vi
è anche la “pulizia della sede stradale” e la “pulizia degli immobili”,
comprese le scuole.
La speranza concreta è quella di
applicare l’Autorizzazione Integrale Ambientale (AIA) dell’ILVA fino all’ultima
prescrizione.
Nell’ultima prescrizione dell’AIA è
infatti scritto: “Si prescrive all’ILVA, su specifica richiesta dei Sindaci dei
Comuni di Taranto e Statte, di garantire alle medesime autoritĂ comunali il
ristoro degli oneri derivanti ai comuni dalla pulizia delle strade prospicienti
lo stabilimento e di tutte le aree pubbliche del quartiere Tamburi”. Questa
prescrizione non è diventata operativa perché i sindaci di Taranto e Statte – a
quanto ci risulta - non hanno chiesto all’ILVA il pagamento delle spese di
pulizia delle aree su cui si depositano le polveri dell’ILVA. Si dovrebbero
effettuare operazioni di pulizia supplementare e straordinaria sia nelle strade
sia nelle scuole, con speciali apparecchiature che aspirino integralmente le
polveri e lavino. Nelle scuole le operazioni dovrebbero prevedere un continuo
lavaggio a vapore delle superfici con cui entrano a contatto i bambini, con
integrale aspirazione della polvere per evitare fenomeni di risospensione del
particolato.
Nel quartiere Tamburi vi sono tonnellate
e tonnellate di polveri industriali che vanno aspirare o raschiate via.
Attualmente sono così evidenti che si attaccano alla calamita (cliccare su https://youtu.be/KaNmrI80vYU
e vedere il minuto 4 del filmato). Vanno completamente puliti i lastrici
solari, le terrazze e i balconi da cui si risollevano le polveri quando c’è
vento, ricadendo al suolo. Tutto il quartiere Tamburi è interessato da una
risospensione delle polveri che è nociva alla salute. Occorre una bonifica
generale delle polveri (e non solo di limitare aree verdi) che richiederebbe
squadre di persone impegnate costantemente.
E’ un’operazione immane che non può
essere compiuta solo dall'AMIU e che richiede forza lavoro aggiuntiva.
E' una bonifica delle polveri che non
può essere fatta quando chiuderà l’ILVA o quando saranno coperti i parchi
minerali, ma che va fatta subito, perché quella polvere è nociva per inalazione
e ha un’azione quotidiana che danneggia la salute. Questo problema è stato
gravemente sottovalutato da un punto di vista sanitario e va oggi posto
rimedio.
E soprattutto quella pulizia generale la
prescrive l’AIA dell'ILVA sulle aree urbane inquinate dalle polveri provenienti
dallo stabilimento. Perché quella prescrizione, che doveva essere già stata
attivata entro il 27 ottobre 2012, non viene attivata adesso per dare anche una
garanzia di lavoro ai dipendenti di Isola Verde?
Il pagamento delle spese spetta
all’ILVA.
Ripetiamo: è una applicazione
dell’ultima prescrizione dell’AIA, ignorata in questi anni.
Quella prescrizione era una timida e
parziale attuazione del principio europeo “chi inquina paga” (art. 1 direttiva
2004/35/CE).
E proprio per questo è stata
dimenticata.
Alessandro
Marescotti
Presidente di PeaceLink
http://www.peacelink.it