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"Isola che Vogliamo "evoluzione format utile a rilanciare impegno in Città Vecchia"
mercoledì 26 agosto 2015

da isolachevogliamo.press@gmail.com





"Ora rendere stabili i flussi verso il quartiere: necessario fare rete e preferire il lavoro alle parole"

 

Un'edizione, la quinta consecutiva, improntata alla ricerca di un difficile equilibrio tra le esigenze del decoro urbano, del rispetto della quiete dei residenti, della valorizzazione di chiese e palazzi e quelle dell'intrattenimento rivolto a tutti. Una sfida vinta con un format del tutto rivoluzionato rispetto all'offerta tradizionale. Calato il sipario su L'Isola che Vogliamo, per l'Associazione Terra, ideatrice dell'evento, è tempo di bilanci. "A dispetto di una certa retorica dell'estemporaneità, in nome della quale la kermesse è stata più volte bollata come fatto episodico - spiega Antonio Santacroce, presidente di Terra - siamo per il quinto anno consecutivo a commentare i risultati raggiunti dall'Isola che Vogliamo. Non solo, siamo a questo punto dopo una cavalcata lunga un anno che, passando per Natale negli Ipogei, Pasqua nell'Isola, Taranto Terra di mare e di delfini e la partecipazione al Manifesto della Città Vecchia e del mare, ci ha visti impegnati a mettere in campo nel quartiere circa trenta giornate di eventi. Basterebbe già da sola questa continuità, in un contesto storico e territoriale caratterizzato da chiusure di attività e progetti che nascono al mattino e muoiono alla sera, per dirci soddisfatti. Eppure su questa continuità L'Isola che Vogliamo ha saputo innestare un elemento ulteriore, quello di un percorso di evoluzione e miglioramento continui". Una sperimentazione permanente che ha portato l'edizione 2015 della manifestazione a presentarsi ai nastri di partenza in un formato del tutto inedito. Trasformata la calendarizzazione settimanale dell'evento con appuntamenti al mercoledi, confinata in comparti tematici la classica dislocazione diffusa ed itinerante delle postazioni, abbassati i decibel alla ricerca di qualità e decoro. "L'introduzione di un numero di elementi evolutivi così importante da stravolgere il format classico è per qualsiasi evento di successo un rischio insopportabile", prosegue Santacroce. "Abbiamo corso questo rischio centrando l'obiettivo di un contesto più decoroso, organizzato, capace di creare un città vecchia un flusso quotidiano ed ordinato di visitatori. Sono sorpreso, in tal senso, delle critiche del direttore di Confcommercio, Angelo Colella, che ha parlato di un evento concentrato nei cento metri compresi tra le colonne e l'Università. Anzitutto perché quella zona è stata protagonista di una sola delle cinque serate. In secondo luogo perché - non devo spiegarlo io a Colella - è naturale che, dopo aver assistito agli eventi, il pubblico si polarizzi dove insistono più attività commerciali. Una concentrazione che è anche frutto dei nostri appelli a un consumo responsabile nelle attività a norma e che dovrebbe soddisfare la stessa Confcommercio, che a questo punto inviteremo ad affacciarsi in Città Vecchia in occasione degli incontri con i commercianti del quartiere per noi all'ordine del giorno. Magari in quell'occasione Colella potrà illustrarci i progetti con cui ha contribuito in 26 anni di Confcommercio al rilancio dell'Isola". Stupisce l'attacco del direttore di Confcommercio sul boom di pubblico in una delle aree più commerciali della Città Vecchia, ma stupiscono altrettanto le accuse relative ad un taglio eccessivamente culturale della kermesse. "Fabrizio Iurlano, nostro direttore artistico, è riuscito grazie anche al prezioso confronto con Giovanni Guarino, a conferire all'evento una cifra artistica importante, basti pensare - sottolinea Santacroce - che numerosi protagonisti dell'Isola di quest'anno sono in questi giorni impegnati a rappresentare la Puglia a Expo. Crediamo questo sia un merito, e se per qualcuno è un punto di debolezza si dia pace: proveremo a 'peggiorarci' per dare a Taranto Vecchia un livello di intrattenimento culturale sempre maggiore". L'evoluzione armonica de L'Isola che vogliamo ha innescato, per Terra, un circolo virtuoso, portando con sé una serie di importanti risultati. "L'importante supporto delle forze dell'ordine, il nuovo format e la collaborazione della stragrande maggioranza degli operatori commerciali e residenti - spiega il presidente di Terra - hanno prodotto un drastico ridimensionamento dei fenomeni di somministrazione abusiva, a vantaggio delle eccellenze enogastroniche promosse con la Regione Puglia nel circuito dei Luoghi del Gusto. Abbiamo sempre detto che questa offerta parallela non esisterebbe senza una domanda e questa è stata mortificata da un contesto meno di massa. A tal riguardo mi preme da un lato ringraziare Prefetto, Questore e forze dell'ordine, dall'altro evidenziare come i tanti pregiudizi che permangono sulla Città Vecchia sono in larga parte da sfatare. In dieci giorni abbiamo ospitato decine di migliaia di visitatori sull'Isola senza un incidente, un borseggio, una rissa. Il fenomeno dell'abusivismo è stato pressoché azzerato e sono convinto che tenendo insieme decoro urbano e opportunità per Taranto Vecchia sia possibile trasformare i fenomeni di abusivismo in percorsi di autoimprenditorialità". Superato anche lo scoglio della cadenza quasi quotidiana degli appuntamenti. "Era un rischio - ammette il presidente di Terra - lo abbiamo corso e ora possiamo affermare che è sicuramente possibile drenare quasi quotidianamente presenze in Città Vecchia. Mettere in campo lo sforzo organizzativo importante che implica concentrare cinque grossi eventi in dieci giorni, sarebbe stato impossibile senza la collaborazione di una rete importante. Camera di Commercio è da sempre prezioso alleato e buon consigliere, la Curia Arcivescovile è stata al nostro fianco persino logisticamente aprendoci i suoi spazi quando il maltempo ha minacciato l'ultima serata, il Comune di Taranto è stato prezioso partner organizzativo con l'assessore Scasciamacchia che ci ha assicurato supporto costante e discreto sul campo. All'apporto della rete istituzionale si è affiancato quello altrettanto importante della rete associativa, dal tour de force sopportato da Nello De Gregorio e Nobilissima Taranto per rendere fruibile il percorso degli ipogei, fino alla capillare azione dei negozi Made in Taranto e di Gianluca Lomastro che ha permesso alla manifestazione di vivere anche al di là dell'Isola. Fare rete paga, da cui il mio appello alla città tutta, affinché si pontifichi meno preferendo alle parole, ciascuno nel proprio settore, la proposta e l'olio di gomito".

 




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