Libero
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Correva
l'agosto 2013 ed un giornale riportava (mezza pagina) la notizia del restyling
di 3 immobili, ex cinema Fusco, Palazzo Troylo e Palazzo Carducci, tre dei
tanti che costellano Borgo e Città Vecchia.
Due
anni dopo, un giornale locale, e ci risiamo con "trombe tamburi e
grancasse", dedica ben 3 pagine intere al Piano per il recupero e la
valorizzazione della Città Vecchia, con interventi del presidente del
Consiglio comunale e candidato (ops!) PD alle regionali, con la ricomparsa dei
palazzi di cui sopra, ai quali si aggiungono palazzo De Bellis, D’Ayala, Delli
Ponti, Amati.
Un
Piano ambizioso da 67 milioni e 331 mila euro, presentato a Palazzo Chigi il 20
maggio, che, se realizzato, stravolgerà il volto della Città Vecchia,
restituendole quella vivibilità da tempo inesistente, consentendo il
risanamento dei palazzi nobiliari citati, oltre che di strutture pubbliche
destinate a Casa dello Studente; inoltre, serviranno a valorizzerà gli ipogei,
permetteranno la realizzazione di complessi edilizi di proprietà comunale da
destinare a residenze sociali e chissà quant’altro ancora!
Obiettivo:
rilanciare Taranto, o, meglio, tentare di giocare la carta del turismo,
esaltando le vocazioni della città, prostrata per anni alla grande industria,
schiava di una non corretta gestione amministrativa a vari livelli, “castrata”
nelle potenzialità, soffocate dal presunto “do ut des” che ha visto la
mercificazione di vite, di ambiente, di salute, di futuro. Oggi, con l’Ilva sul
viale del tramonto, gli amministratori riscoprono il turismo, riscoprono
potenzialità soffocate, riscoprono la voglia di progettare e di realizzare (?),
si candidano a promotori di quel turismo spento per pigrizia o per piaggeria.
EureKa,
ci siamo! Ma dove? Cosa? Quando e per quanto?
Il
risveglio, se risveglio si possono chiamare ipotesi di finanziamento ed
elaborazione di un Piano, pare tardivo, pare quello del viaggiatore che arriva
in stazione a treno già a metà strada!
Non
sarebbe stato più logico pensare per tempo senza attendere lo sfascio?
Taranto,
nell’arco di pochissimi anni, è stata privata di tutto, dal comando in capo
della M.M. fino alla recente motorizzazione (Lecce), Corte d’appello
(Lecce), Camera di commercio (Bari), Authority portuale (Bari); rischia la
chiusura del Polo universitario jonico delle Scienze ambientali, del Corso di
laurea in Infermieristica.
I
buoi sono fuggiti dalla stalla!
O
si tratta di un tentativo di gettare fumo negli occhi, illudendo come accaduto
con la costruzione dell’area di scambio in zona Cimino, come la pista ciclabile
mai completata, come il protocollo d’intesa tra la Fondazione dell’Università
dell’Idrogeno e il Comune di Taranto, nel quale era prevista la produzione
d’idrogeno servendosi dell’elettricità fotovoltaica e distributore di idrogeno
(da realizzare in area Mar Piccolo)?
"Facta
non verba", perché di parole siamo e siamo stati sommersi, in specie nei
periodi preelettorali!
Taranto
li, 24.05.15
Emma Bellucci Conenna
Quell'anno.... CORRE tutti gli anni, sempre con gli stessi argomenti,
sempre con le stesse proposizioni mai portate a compimento... sich !!!
SMETTETELA, E' MEGLIO !!!