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TAGLI FONDI PIANO AZIONE COESIONE (PAC) - COMUNICATO ANCI PUGLIA
venerdì 8 maggio 2015

da comunicazione@anci.puglia.it





COMUNICATO STAMPA - 8 MAGGIO 2015

Il taglio da parte del Governo delle risorse destinate alla realizzazione di interventi di sviluppo socio-economico concordati tra le Autorità italiane e la Commissione europea (fondi Pac – Pano azione e coesione), suscita la reazione di indignata protesta anche nei Comuni.

“Esprimiamo rabbia e dissenso sulla questione e ci associamo alla richiesta di soppressione del comma 122 della Legge di Stabilità, per evitare gravi ripercussioni sull’intero sistema istituzionale e socioeconomico della regione. – ha dichiarato il presidente Anci Puglia, sen. Luigi Perrone - A tal fine auspichiamo il fattivo sostegno e una forte presa di posizione di tutti i parlamentari pugliesi, per tutelare diritti e risorse del nostro territorio.

Ancora una volta vengono penalizzate le gestioni efficienti e virtuose, la decurtazione di risorse Pac e l’effetto retroattivo del provvedimento, sono incomprensibili e ingiustificabili.  Molti Comuni che hanno assunto impegni, dovranno annullare interventi per i quali sono già stati sottoscritti convenzioni e disciplinari e sono in corso procedure di gara, in alcuni casi sono stati già aggiudicati il lavori, tutto questo genererà contenziosi tra i vari livelli istituzionali, senza alcun vantaggio per l'economia locale.

I Comuni pugliesi sono pronti a mobilitarsi, il Governo affronti seriamente la questione e prenda atto di quanto accade nei territori. I sindaci continuano ad assistere impotenti all’aumento della povertà e del disagio sociale, spesso rischiano la propria incolumità personale senza poter garantire sostegno a famiglie bisognose, ad anziani non autosufficienti o all’infanzia.

A nome dei sindaci e delle comunità, chiediamo anche un intervento urgente del presidente Anci Nazionale Fassino nei confronti del Governo centrale. Bisogna fare fronte comune per scongiurare quello che è un vero e proprio sopruso ai danni del meridione, dello sviluppo delle realtà depresse e soprattutto, delle fasce più deboli, quei cittadini che non hanno alcuna voce se non quella degli amministratori che li rappresentano. La norma va cancellata, il rilancio occupazionale e la crescita dei nostri territori possono trovare forte impulso proprio dall’utilizzo di quelle risorse.”.

Bari, 8 maggio 2015

 
Riportiamo di seguito alcune note informative sul PAC - Piano Azione Coesione - pubblicate sul sito www.regioni.it


Il Piano di Azione Coesione viene avviato nel corso del 2011 d’intesa con la Commissione Europea, per accelerare l’attuazione dei programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali 2007-2013 e consiste nello spostamento di una parte del cofinanziamento nazionale fuori dai Programmi comunitari con lo scopo di:

a) salvaguardare interventi/risorse i cui tempi di attuazione non risultano coerenti con i tempi della rendicontazione sui programmi comunitari (e di conseguenza avere piĂą tempo a disposizione per realizzarli):

b) avviare nuove azioni/progetti, alcune delle quali di natura prototipale che, in base agli esiti, potranno essere riprese nella programmazione 2014-2020.

Cardine dell’operazione è l’Accordo sottoscritto il 3 novembre 2011 dal Governo nazionale con i Presidenti delle otto regioni meridionali. Tra i vari punti che danno vita al “Piano Nazionale per il Sud: Sud 2020”, quello che prevede che “le rimodulazioni dei programmi potranno prevedere la revisione del tasso di cofinanziamento comunitario a condizione che le risultanti risorse nazionali siano vincolate al riutilizzo nel rispetto del principio della  territorialità”.

L’intera operazione è sottoposta all’approvazione della Commissione Europea con uno specifico Accordo sottoscritto il 7 novembre 2011 che prevede la costituzione di un “Gruppo di Azione” per seguire il PAC  “attraverso il quale concretizzare una nuova modalità di cooperazione rafforzata tra lo Stato membro e la Commissione Europea, indispensabile per il successo dell’iniziativa”.

Complessivamente, a febbraio 2014, il PAC ha raggiunto un valore pari a 11,5 miliardi di euro provenienti quasi tutti dai fondi riservati alle regioni meridionali e destinati sia ad interventi di complessità non coerente con i tempi della programmazione comunitaria (ad esempio la Puglia ha cofinanziato una parte dell’alta capacità Bari-Lecce), sia ad interventi di nuova attuazione nei settori dell’Istruzione, agenda digitale, occupazione, trasporti, inclusione sociale, disoccupazione giovanile.

Fino alla legge di stabilità dello scorso dicembre non sono stati mai fissati termini per l’utilizzo delle risorse, tanto meno in termini di impegni. La legge di stabilità 2015, in particolare con il comma 122, ha quindi introdotto una regola non precedentemente definita, ovvero quella della decurtazione delle risorse in assenza di impegni e la ha applicata retroattivamente, facendo riferimento a quanto risulta dai sistemi di monitoraggio alla data del 30 settembre 2014. In questo modo viene completamente ignorato da un lato, che il sistema di monitoraggio non consente di inserire dati sugli impegni e dall’altro, il principio di territorialità delle risorse formalmente condiviso e sottoscritto tra Governo nazionale e Regioni nell’avvio del PAC il 3 novembre 2011.

 




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