La
CittĂ del CE ME NE Futt......
Taranto e l’AnfiteatroHYPERLINK
"http://www.tarantiamo.com/2010/03/taranto-e-il-suo-anfiteatro-il-non.html"Â
: il non-senso della storia
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Non
sempre la ragione prevale sull'arrogante idiozia.
Inascoltati,
i suggerimenti per i lavori nell’area del quadrilatero via Anfiteatro - De
Cesare - P. Amedeo - Acclavio.
Di
certo poco, anzi quasi nulla dell’anfiteatro sarà riportato alla luce,
trattandosi del sito centrale ovvero dell’arena.
Pensate
cosa potrebbe significare, non potendo demolire i protervi fabbricati
realizzati negli anni '60/'70 eliminare quantomeno l’intero fabbricato che
per anni ha ospitato gli uffici comunali ed ora è un "parcheggio
riservato".
Pensate
all’enorme slargo che si verrebbe a creare, quanto ne guadagnerebbe il Borgo…
l’intera Città !
In allegato l’art. inviato il 24 settembre 2008 a
supporto della richiesta mirata al ritrovamento dell’antico reperto.
Preg.
Sig. SINDACO
Di
seguito, si riporta uno stralcio della "Relazione Tecnica"
manoscritta il 29 Settembre 1896 dall’ingegnere capo del Municipio di
Taranto, vistata per approvazione il 28 Dicembre 1899 dal Prefetto di Lecce,
inerente la realizzazione del “Mercato Coperto” alla via Anfiteatro:
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“
E’ sentito pel Borgo orientale
della CittĂ il bisogno di un mercato coperto ove riunire il piccolo commercio
delle sostanze alimentari, abolendo le tende e trabacche mobili che offrono
un aspetto indecoroso ed ingombrano   vie e marciapiedi impedendo la
libera circolazione. La piazza Anfiteatro per la sua ampiezza e centralitĂ , anche
tenuto conto del maggiore sviluppo del Borgo, fu indicata come luogo adatto
per innalzarvi la detta costruzione ” […Omissis
]
Tale storica struttura, nota ai più come “Piazza Coperta”, era
nata, dunque, oltre che per avvertita necessità di realizzare un “mercato di
merci alimentari”, anche e soprattutto per dare sistemazione ad un luogo
divenuto indecoroso per la CittĂ in fase di sviluppo.
Piazza Anfiteatro… il mercato coperto
di merci alimentari, ha servito il Borgo per decenni, che, poi, per varie
“vicissitudini”, ha perduto pezzi e, dunque, identità .
Dato
da non sottovalutare, è che il sito sembrerebbe essere frutto di una “donazione”,
condizione indispensabile ed ineludibile per la realizzazione della
importante struttura che NON avrebbe potuto e dovuto mutare di destinazione e d’uso…
ma nessuno se ne è mai preoccupato più di tanto; se ciò dovesse rispondere a
veritĂ , sarebbe grave!
Questa purtroppo è Taranto!
Nel
tempo, i commercianti hanno abbandonato i banchi, ma quale la causa dell’agonia?
Cosa se non un triste destino che rischia di condurre il Borgo a morte certa
e definitiva?
Nel
volgere di qualche decennio, complice la solita assurda “ignavia”
amministrativa, proprio com’è accaduto al Mercato Coperto, troppi fabbricati
sono stati abbandonati.
L’attuale
condizione di degrado in cui versa larga parte del Borgo, contrasta non poco
con l’opera, tra l’altro, almeno nelle intenzioni, condivisa
dall’amministrazione, di ridare vita al quartiere a mezzo mirati interventi,
ripristinando e, per quanto possibile, rendendo decorose le parti comuni,
oltre che incentivando (?) la ristrutturazione degli stabili privati, ahinoi,
abbandonati.
PiĂą
volte abbiamo esternato l’idea, ovviamente inascoltata, della necessità di
effettuare all’interno dell’area del Mercato Coperto, da anni libera da
persone e cose, una campagna di scavi mirati al recupero dei resti
dell’Anfiteatro, operazione che, se accompagnata da buona dose di fortuna
(rinvenimento di eventuali consistenti reperti dell’Anfiteatro) potrebbe
cambiare il volto della Città in termini di Turismo intellettuale (Lecce… docet).
Stante
purtroppo l’imperante disinteresse, la manifesta contrarietà di una
amministrazione sorda all’istanza avanzata da chi suggerisce siano effettuati
saggi, si coglie occasione per rivolgere un appello per quel che potrebbe
rappresentare l’inizio di una nuova era per la Città .
Evacuato
il manufatto dall’Ufficio tecnico comunale, da anni emarginato al Quartiere
Paolo VI, il sito è stato interessato da radicali lavori (???) per la
realizzazione del “Teatro
d’innovazione”… pensate!
Qual è lo stato dei lavori della “struttura”
destinata ad “elevare” la Cultura della comunità ?
Oggi
più che mai, al cospetto di quel contenitore così ignobilmente impacchettato,
manufatto “inutile” perché “inutilizzato” che comporta la “tracimazione” del
degrado nel quartiere, si rimane perplessi sul futuro di un “sito”
particolare per il quale permangono dubbi che possa serbare “meraviglie
d’altri tempi” caparbiamente ignorate da chi avrebbe quantomeno potuto
“tentare” anche il più modesto dei “saggi” alla ricerca dell’eccezionale
antico “Reperto”.
I
lavori, sono tragicamente fermi, da troppo tempo…
Quanto
potranno, commercianti e residenti, sopravvivere a detta nuova, “tremenda
randellata” che sommata alle “strisce blù”, è
innegabile inaccettabile concausa della mortificazione del quartiere?
Cosa intendono fare le associazioni di
Categoria, perché commercianti e residenti…? Tacciono?
L’Osservatorio
auspica che siano effettuati gli indispensabili saggi, alla ricerca di
eventuali REPERTI che potrebbero far sperare in un’occasione in più per
richiamare quel turismo tanto agognato.
Atteso
che si è proceduti, negando l’evidenza, ignorando la Storia, sottovalutando le copiose testimonianze
documentate in occasione di vecchi cantieri in zona.
Perché
non procedere alla demolizione del sovrastante contenitore, oggi niente piĂą
che una “quinta di facciata”; qualora non dovessero affiorare reperti di
rilievo, avremmo creato uno slargo urbano… e che slargo… di certo una
nuova piazza di sicuro effetto scenografico in zona.
ChissĂ
poi che la demolizione non possa portare a luce quelle che in tanti
assurdamente definirebbero con non poca ilarità “quatt’ petre”… già , proprio quelle
“quattro pietre” per le quali altre città , altre nazioni impazzirebbero.
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NO,
Taranto no!!!
Taranto è la città del “ce me ne futt a me”.
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p.s.
consideratoÂ
che il sito sembrerebbe essere frutto di una “donazione”, condizione
indispensabile ed ineludibile per la realizzazione della importante struttura
che NON avrebbe potuto e dovuto mutare di destinazione e d’uso…Â
chissà se non ricorra il caso di restituire ai vecchi proprietari quell’area,
oggi non più utilizzata… ma tanto, troppo bistrattata.
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