da Valerio L'Abbate
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Alberto De Giglio
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SANITĂ€: LA
DENUNCIA DEI 5 STELLE SULLE ASL PUGLIESI
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La candidata presidente 5 Stelle
Antonella Laricchia, con il senatore Buccarella (M5S), ha illustrato le
procedure irregolari sugli atti aziendali delle singole ASL Puglia e chiede
spiegazioni all’assessore Pentassuglia
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Denunciare alcune gravi mancanze nella
gestione e nell’azione amministrativa, di programmazione e strutturazione della
sanità pugliese. Questo l’obiettivo della conferenza stampa tenutasi oggi,
lunedì 2 marzo, presso il Comitato elettorale del Movimento 5 Stelle a Bari
dalla candidata governatrice Antonella
Laricchia, dal senatore Maurizio
Buccarella (M5S) e dai candidati consiglieri
in rappresentanza degli Attivisti del Gruppo di Lavoro “Sanità ” che sta
redigendo il programma elettorale pugliese dei 5 Stelle.Â
“Con
questa iniziativa vogliamo dare voce a tutti quei cittadini onesti che lavorano
nella sanitĂ pugliese e che non hanno mai avuto la possibilitĂ di fare denunce
di questo tipo – dichiara Antonella
Laricchia (M5S) – Vogliamo una sanità che
funzioni che ripaghi i cittadini delle tasse che pagano attraverso un servizio
efficiente e funzionale. Non è possibile che, a questi costi, si debbano sommare
anche quelli per andarsi a curare in altre regioni come la Lombardia, che
ricevono per questo ulteriori fondi. Il nostro obiettivo – continua la candidata presidente per il
M5S – è porre fine a questo circolo
vizioso. Una sanità malata non può curare i nostri pugliesi, una volta in
Regione lavoreremo per una sanità “sana” perché i pugliesi possano essere liberi
di restare qui a curarsi qui in Puglia”.
Come è noto, in questi mesi,
gli attivisti M5S pugliesi si sono riuniti in gruppi di lavoro tematici per
definire dal basso il programma regionale. Ed è proprio in seguito ad un’indagine interna alla sanità pugliese condotta dal gruppo di
lavoro “sanità ” che nasce questa denuncia: i 5 Stelle hanno puntato
l’attenzione sulle scelte organizzative delle diverse ASL regionali che
avrebbero dovuto dotarsi, sin dalla loro istituzione, di un “atto aziendale”, che ne definisse e normasse il
funzionamento, approvato dalla Regione Puglia. Ciò per normativa nazionale,
come dettato dall’art. 3, comma 1-bis, d.lgs. 502/1992 e s.m.i.
Insomma, sulla base di dati
epidemiologici che esprimono le reali necessitĂ del territorio, le ASL adottano
il loro atto aziendale che pertanto definisce
l’intero assetto organizzativo e funzionale della ASL, individuando le
strutture operative dotate di autonomia gestionale o tecnico-professionale in
conformità alla normativa vigente nonché ad ogni eventuale atto di indirizzo
regionale in materia.
Con l’art. 19 della Legge
regionale n. 4/2010, infatti, viene definito chiaramente che l’atto aziendale deve essere “motivato” e
soprattutto che lo stesso diviene efficace solo “ad avvenuta approvazione da parte della Giunta
regionale, anche in relazione ad eventuali
modifiche e varianti allo stesso”. Nel 2011,
finalmente, si giunge all’emanazione della Delibera regionale 1388 che
definisce, in maniera ancora piĂą stringente, come la determinazione delle
sotto-articolazioni organizzative previste dall’atto aziendale debba essere
effettuata “sulla base del
fabbisogno assistenziale”. Un fabbisogno definito da dati epidemiologici
e liste di attesa, il tutto nei limiti di bilancio e ridefinendo il numero
complessivo delle strutture autorizzabili all’interno di ciascuna
ASL.
Ad
oggi, però, non risulta che la Giunta regionale della Puglia abbia deliberato
l’approvazione di alcun Atto Aziendale nelle province pugliesi. L’assenza dei criteri, però,
non ha impedito alle ASL regionali di procedere comunque nella creazione di
Dipartimenti, revisione e cessazione di strutture Semplici e Complesse:Â con una abissale mancanza di trasparenza sulla congruitĂ
delle scelte effettuate. “Il danno derivante da tale
persistente illegittimità amministrativa e gestionale – dichiara il senatore Maurizio Buccarella
(M5S) – consiste nell’impossibilità di
verificare l’aderenza delle scelte alle reali necessità assistenziali dei
territori, con conseguenze deleterie sul carico economico gravante sui cittadini
e sul corretto utilizzo dei fondi destinati. E ricordiamo che si parla dell’80%
del bilancio regionale. Come è strutturata la nostra sanità ? Sulla base di quali
dati si sono fatte le valutazioni che hanno portato a creare o chiudere
strutture? Sulla base di necessitĂ del territorio o sulla base di accordi
politici e promesse di posti di lavoro? E a pagarne lo scotto – continua il senatore pugliese 5 Stelle – è anche il morale del Personale Sanitario, che percepisce
l’arbitrarietà di tale governance come manifesta dichiarazione di inutilità del
proprio impegno e fedeltĂ alla ASL di appartenenza. Il riconoscimento del
proprio lavoro, infatti, deriva da molto poco trasparenti manovre e motivazioni
non verificabili ma comunque slegate dal merito e dell’efficacia del proprio
operato”.Â
“Oggi
denunciamo una problematica della nostra sanità che è nota da anni alla classe
politica e lo dimostrano alcune interrogazioni isolate presentate da qualche
esponente di PD e FI, nonostante ciò si è inspiegabilmente proseguito come se
nulla fosse – conclude la candidata
presidente M5S Antonella Laricchia – Sono state presentate una serie di richieste di accesso agli
atti, con l’obiettivo di comprendere prima di
tutto su quali dati si siano basate a questo punto le valutazioni delle ASL
pugliesi nella strutturazione dei loro atti aziendali che, lo ripetiamo, non
sono mai stati approvati dalla Regione Puglia. Oltre a questa prima richiesta vogliamo invitare l’assessore
regionale Pentassuglia a chiarire ai pugliesi le motivazioni che hanno spinto la
Giunta a non approvare in tutti questi anni gli atti
aziendali – continua la candidata
presidente Antonella Laricchia (M5S) – Il
nostro impegno per la legittimità e la regolarità dell’azione amministrativa in
materia sanitaria è appena incominciato. L’obiettivo del Movimento 5 Stelle sarĂ
garantire un servizio migliore ai cittadini pugliesi, anche attraverso il
ripristino della meritocrazia fra gli operatori sanitari”. Su
twitter, i 5 Stelle hanno lanciato l’hashtag
#PentassugliaRispondi.