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ESCLUSIVA. Poetessa nei suoi inediti nell’anno del Centenario del Genocidio Armeno.
sabato 28 febbraio 2015

da csrbruni@alice.it


Fiore di Luna Tavarian fuggita al Genocidio Armeno tra le annotazioni dell’eroe decorato nella Grande Guerra Agostino Gaudinieri



di Pierfranco Bruni

La letteratura entra nella storia. La storia ha bisogno della letteratura che racconta e recita la vita, l’immaginario, le emozioni, il senso – sensualità e la tragedia di un popolo. Quello Armeno. Ma la storia ha sempre bisogno dei documenti. La letteratura è un gioco profondo nella vita degli uomini che vivono la parola attraversandola grazia alla poesia, al raccontare, alla fiaba – leggenda.

Mi occupo non da ora della “questione” Armena e in particolare della letteratura, di quella letteratura che trova in quattro strade dei percorso che possono definirsi anche metaforici e sostanzialmente metafisici. Perché la metafora e la metafisica nel linguaggio poetico si abitano. Le quattro strade: la Patria abbandonata, lo sradicamento, la fuga – viaggio, la diaspora. Quattro “finestre” aperte sul “deserto” dell’esilio.

La poesia Armena ha saputo cogliere e raccogliere questi scavi. I versi di Fiore di Luna Tavarian sono completamente inediti. Nata in un villaggio nella geografia di Ararat, del Monte Ararat, (più che un villaggio si trattava di un agglomerato di case, capanne, incavi di terra). La data probabilmente è il 1892. della sua vita si sa ben poco. Così come della sua morte.

L’unica notizia di cui sono venuto in possesso è tra alcuni appunti del colonnello Agostino Gaudinieri che ho avuto modo di analizzare perché sono stati da me rinvenuti nella mia casa in Calabria. Tra questi appunti si parla di Fiore di Luna Tavarian che venne aiutata dal Gaudinieri intorno al 1916 – 1917. Gaudinieri, (nato nel 1892 e morte nel 1966) era allora un tenente ferito a Bosco Cappuccio durante la Grande Guerra e piùvolte decorato. Pare che abbia conosciuto in quegli anni Fiore di Luna Tavarian fuggita dall’Armenia proprio nei mesi del Genocidio.

Una poetessa Armena che era giunta in Italia ed aveva incontrato il nobile Agostino Gaudinieri. Pochissime notizie ho di lei tranne una breve racconta di versi dal titolo: “Tremò anche la terra di Ararat”. Una poesia vibrante nella quale ci sono tutti quegli elementi che sono vivi nella letteratura Armena e nel rapporto tra la cultura Orientale e Occidentale.

È su questa poetessa che sto cercando di leggere quei particolari che intrecciano filigrane di storia con poesia in una visione sia direttamente letteraria che antropologica.

La metafora della Luna è nella visione della cristianità del viaggiare nei racconti della Bibbia, mentre il Sole è la centralità di Cristo. Ma ci sono anche tasselli di sensualità che rendono la poesia di Fiore di Luna Tavarian una straordinaria poetessa Armena nell’incrocio, appunto, tra il mondo asiatico e quello mediterraneo, ovvero tra gli Occidente e gli Oriente, ma la terra di Ararat resta centrale.

Le poesie di Fiore di Luna Tavarian sono 30, qui si pubblicano le prime 15.



*************************



“Tremò anche la terra di Ararat”



di

Fiore di Luna Tavarian (1892 - ?) Flower Moon Tavarian



1.

… e tremò anche la terra di Ararat

negli zoccoli dei cavalli

che urtavano la morte della luna

e l’infrangere del pianto fu nella storia…



2.

… non ci furono più melograni

e la leggenda delle tre mele

trovò il solco della sabbia

battuta come deserto di pietre…



3.

… ci svegliammo quando l’alba fu soltanto un’ombra

e la notte aveva gli occhi dell’oblio…







4.

… non giunse la morte

e il tempo mi tolse l’urlo del terrore

mentre si frantumò lo specchio della pietà

che smarrì una primavera mai raggiunta…



5.

… non fu come la notte

e l’alba di Troia

si ruppe l’anima

nell’inchiostro degli albicocche

mai fiorite…



6.

Varian non lo vidi più.

Si perse nel pianto del Cristo di sangue

che precipitò nello scavo delle acque spezzate

dalla lancia nel costato…



7.

… non nascono fiordalisi

dalla cenere calpestata dai cavalli impazziti

tra i solchi di anime vissute

che hanno lo strazio di un vento di sangue…



8.

… si può smarrire il ricordo e perdere la memoria

ma le nuvole del sonno hanno ombre

impastate di nostalgie nel taglio dell’Arca

tra lo sguardo di Noè

antico guardiano dei cieli di Ararat.



9.

Ci fu Aristofane che dialogò con le Nuvole

e disse che vanno e vengono

ma ogni pianto si fermò

nell’angolo dove l’alba ha appuntamento con la luna…



10.

… e il cammino non fu lungo

fu un cammino

e le strade si divisero e ognuno di noi portò una mela in dono

… ci furono tre mele

ma i destini furono molto di più.



11.

… breve è ogni storia

perché ogni storia ha una sua fine

e la fine è un disegno

e troppo immenso è il destino…



12.

… li vedemmo arrivare

ma non ripartire

… chi partì fummo noi

tra la furia e la fuga

e la luna rimase come ghiaccio

nella trasparenza di un giorno infinito

che ha echi di altri infiniti…

mentre tremò la terra

nelle radici di Ararat…





13.

Raggiungimi
Soltanto raggiungimi non dire altro
Non cercarmi
Se vuoi sai dove abita il mio viaggio
E tu alle porte della sera
Raccoglierai il mio tempo...



14.

Ci fu solo il vento che fece il suo cammino tra i miei capelli e poi sul filo del Mar Nero gli orizzonti ci condussero nella terra di Ararat
Non ci siamo mai arresi amore mio anche quando la Luna aveva perso il mare e il cielo aveva il rosso della pioggia
nei campi delle nostre pianure
Ti ho detto soltanto
Non arrenderti
Poi i tuoi occhi entrarono nei miei occhi..



15.

Ci fu trasparenza quella notte
zingara che ho dell'Armenia
lo scavo dello sguardo e il Sole
Poi i il giorno nuovo ci portò il mare negli occhi
e la tua eleganza custodì il respiro del vento
sulle mie labbra
Attraverseremo la terra di Ararat
per vivere i deserti e abitare i luoghi dell' anima...







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