Esiste un patto per svendere
Molfetta.Â
Allora via al referendum per uscire dalla
Città Metropolitana di Bari e per non aderire all'Autorità portuale
del Levante
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Il senatore Antonio Azzollini: «Emiliano farebbe
meglio a dedicarsi alla raccolta di funghi e sivoni»
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«Molfetta
rischia di diventare una mera periferia degradata di Bari, per questo è urgente
lasciare la Città Metropolitana di Bari e aderire alla provincia Bat.» Spiega
così, il senatore Antonio Azzollini, la scelta di sostenere i due
referendum popolari per uscire dalla CittĂ Metropolitana di Bari e non aderire
dall’Autorità Portuale del Levante. «C'è poca democrazia nel fatto che i
rappresentanti istituzionali della CittĂ Metropolitana, pur non essendo eletti
dal popolo, esercitino poteri e competenze invasive sui sindaci eletti invece
democraticamente. Inoltre - continua Azzollini - sul piano amministrativo non
ha alcun senso una cittĂ metropolitana che comprenda territori compresi tra
Molfetta, Monopoli e Altamura con caratteristiche ed esigenze così distanti e
differenti tra loro. Meglio, dunque, aderire alla provincia della Bat: su
questo faremo scegliere ai cittadini, nessuno si metta di traverso tra noi e la
democrazia.»
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«Esiste
un patto che punta a svendere ad altri la nostra città » continua il senatore
Azzollini con chiaro riferimento alla decisione dell’Amministrazione
Natalicchio di cedere la gestione del porto all’Autorità Portuale di Bari: «Una
scelta scellerata - dice Azzollini - basta andare sul sito internet
dell’Autorità del Levante per accorgersi che i bilanci di questo ente sono ogni
anno in perdita e che al presidente dell'AutoritĂ Mariani hanno giĂ revocato 86
milioni di euro per l'incapacità di realizzare investimenti.» Il dubbio,
quindi, è che i fondi per costruire il porto di Molfetta possano prendere
strade diverse da quelle per cui sono stati stanziati. Azzollini non risparmia
una stoccata anche a Michele Emiliano che nei giorni scorsi era intervenuto a
gamba tesa proprio sulla questione del porto di Molfetta: «Dopo la storia delle
cozze pelose e degli "allievi" molfettesi è noto come Emiliano non
sia molto bravo con le questioni di mare: da ora in poi farebbe meglio a
occuparsi solo di funghi e sivoni.»
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La parola ai cittadini, allora.
Saranno gli stessi molfettesi a decidere se continuare a far parte della CittĂ
Metropolitana di Bari e se lasciare che il porto commerciale della cittĂ venga
ceduto alla all’Autorità Portuale del Levante. Due scelte importanti per due
referendum popolari che a questo punto diventano irrinunciabili
«L’Amministrazione Natalicchio con uno scarsissimo senso di democrazia ha del
tutto ignorato le firme di circa cinquemila cittadini che chiedevano al Comune
di attivarsi per il dissequestro e la ripresa dei lavori del porto» spiega
l’imprenditore portuale e promotore del movimento “Un’Opera da condurre in
Porto” Vito Totorizzo ricordando la petizione popolare presentata al
Comune a inizio anno. «Il porto è dei molfettesi e va costruito per Molfetta e
per i comuni del circondario. Su questo è arrivato il momento di chiedere il
consenso dei cittadini.»
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«Non
è possibile tollerare ancora il silenzio e l’inerzia di questa Amministrazione»
ammonisce Enzo Tatulli, anch’egli tra i promotori dell’iniziativa referendaria.
«Molfetta è una città che sta morendo, non è più accettabile che ci sia
qualcuno che dica no allo sviluppo. Continuare a far parte della CittĂ
Metropolitana, così come svendere il Porto all’Autorità Portuale di Bari,
significa di fatto abbandonare Molfetta in un totale isolamento economico,
lasciandola fuori da tutti i processi decisionali riguardanti gli indirizzi di
finanziamenti europei e nazionali, sanitĂ , rifiuti, opere pubbliche. Attraverso
la proposta di un referendum chiediamo a tutti i cittadini di Molfetta di
riprendere in mano le sorti di questa cittĂ dando il proprio contributo di
sensibilità »Â
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Presenti
all'anche i consiglieri comunali Ncd Luigi Roselli e Carmela Minuto
che nei prossimi giorni presenteranno una proposta in consiglio comunale
affinché si arrivi a un regolamento che disciplini lo svolgimento dei
referendum.Â
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