Ufficio Stampa
Casartigiani Taranto
Comunicato Stampa n.
04/15 del 5/02/2015
Casartigiani
scrive alle AutoritĂ locali e al Ministro dei Trasporti.
Sono passati ormai 4 mesi
dall’ultima nave porta Contener sbarcata nel porto jonico, siamo passati dai 63.630
contener movimentati nel 2013 alla assenza completa di movimentazione, un porto
morto, un porto fermo, che non porta sviluppo e ricchezza per la città è quello
di Taranto.
 Riteniamo che il porto di
Taranto sia un bene pubblico, che non possa essere bloccato da interessi di
singoli soggetti, ma che tale deve essere fonte di reddito per la
collettività . Richiamiamo all’attenzione e alla responsabilità le istituzioni
locali e nazionali chiedendo l’impegno immediato, al fine di ripristinare il
funzionamento del Porto, garantendo un alternativa sociale ed economica alÂ
settore autotrasporto in collasso.” Con queste parole lo Sna Casartigiani
chiede spiegazioni in merito alla situazione attuale del Porto di Taranto e sul
futuro dello stesso.
▪  Lo stesso sito Istituzionale  dell’autoritĂ portuale ricorda
a tutti noi: “IMPIANTI DISPONIBILI PER TUTTI Sebbene la maggior parte
del traffico contenitori sul Terminal di Taranto sia generato da Evergreen e da
Italia Marittima, gli impianti della TCT sono disponibili per tutte le
Compagnie di Navigazione impegnate nel trasporto di container. La ZIM e la MSC
– ad esempio – hanno effettuato numerosi scali nel Porto di Taranto negli anni 2005-2006
Ben
a conoscenza degli intoppi burocratici e logistici, riteniamo sia opportuno,
come più volte sottolineato, garantire l’operatività minima del Terminal o
comunque garantire il minimo di arrivi di Contener, è necessario e
indispensabile per garantire gli standard Economici e Sociali della nostra
cittĂ .
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Nella
protesta che ci vide protagonisti nel novembre dello scorso Anno, avevamo
ricevuto la promessa da parte delle Istituzioni di provare a trovare una
soluzione.
In
quell’occasione si era pensato e cercato di trasferire il traffico locale
presso il molo San Cataldo, reso disponibile dall’Autorità Portuale, vista
l’impossibilità dell’armatore di utilizzare la banchina del 5° sporgente
interessata ai lavori a tutt’oggi fermi.
Sono
passati ormai 2 mesi da quando la scrivente ha avuto l’ultimo incontro con il
Presidente dell’Autorità Portuale, dove era stata individuata la predetta
soluzione temporanea, dove Evergreen pur interessata all’operazione non ha dato
risposta.
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tutt’oggi le aziende dell’indotto e in particolare quelle dell’autotrasporto,
ferme dal Novembre 2014 sono ormai in fallimento, a tale situazione si aggiunge
la vertenza Ilva, che coinvolge anche le aziende Plurimandatarie
dell’autotrasporto.
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In
conclusione crediamo che sia ora che Evergreen dia chiarezza, altrimenti si dia
spazio ad altri armatori che vogliano investire.
Cordiali
saluti Ufficio Stampa Casartigiani