Italo Balbo a 75 anni dalla morte in
un Mediterraneo che costituiva la base dell’incontro tra Occidente ed Oriente
di Pierfranco Bruni
1945 – 2015. Occorre riflettere. La storia è
documento. Certamente. Ma. A volte sembra anche una recita. La fine della
Seconda Guerra Mondiale spacca il mondo e Piazzale Loreto spacca la coscienza
dell’umanità. Ma ci sono nodi da sciogliere. Tra le figure che avrebbero avuto
un ruolo significativo, e lo ha avuto sino al 1940, ci sarebbe stato
chiaramente Italo Balba. Cosa sarebbe accaduto del rapporto tra Mussolini e
Hitler se il destino tragico di Italo Balbo non lo avesse colto “mortoammazzato
nei cieli di Tobruk 75 anni fa? Era il 28 giugno del 1940. Il suo aereo
veniva abbattuto nei cieli di Tobruk.
Ci sono domande che, nonostante letture,
interpretazioni, e approfondimenti, restano senza risposte certe. La vera
sconfitta di Mussolini comincia con la morte di Balbo. Mussolini non comprende
fino in fondo la tragedia. Chissà fino a quando continueremo a porci una domanda
che suona ancora nevralgica per capire la fine del Fascismo? Ovvero come
sarebbe stata la seduta del Gran Consiglio della serata del 25 - 26 luglio del
1943 con la presenza di Italo Balbo?
Ci si chiede ancora oggi se un solo
personaggio, squadrista, gerarca, ministro, esiliato in Africa
costantemente in competizione con Mussolini e intelligente e colto,
sarebbe tornato in Italia nel luglio del 1940? Lo sappiamo che i “se” non
hanno importanza nella storia ma resta un fatto certo. Italo Balbo era l’unico
che avrebbe potuto sostituire Benito Mussolini prima del dramma farsa del
tradimento di Grandi, Ciano e Bottai e altri. Completamente diverso
dall’ambizioso, Grandi, in fuga, impavido rispetto al Bottai arruolato nella
legione straniera, non ambiguo rispetto al Ciano che si pensava intoccabile.
Italo Balbo è il vero “eroe” di quel
Risorgimento mancato che ha avuto la sua continuità nella tragica disfatta di
un Fascismo che ha stretto l’Italia nelle grinfie di un Hitler strategico e
agonizzante.
Balbo si lascia esiliare. Certo la sua andata
in Africa, o meglio come si vuole definire la sua missione in Africa, era
diventata un punto di forza non solo con le cosiddette traversate o le crociere
del Mediterraneo, ma perché, sostanzialmente, per Balbo, il Mediterraneo e la
conoscenza profonda non solo della geografia mediterranea ma anche del popolo
mediterraneo lo aveva portato a stringere dei rapporti di natura politica, ma
anche funzionale dal punto di vista dell’intreccio nella scacchiera, tra
l’Africa del Nord e l’Atlantico ponendo in discussione una rivoluzione su
tesi che poi si sono dimostrate di straordinaria importanza e attualità subito
dopo sia la caduta del Fascismo sia nel corso delle diplomazie tra Occidente e
Unione Sovietica.
Balbo aveva ben capito, interprentando il
pensiero anglo-americano riproponendolo come necessità di un confronto tra il
Fascismo nazionalista, ovvero il Fascismo prima del “bivacco”, e il bolscevismo
intesi come modelli rivoluzionari in una Europa che aveva come centro d’azione
e di partenza le vittorie mutilate della Prima Guerra Mondiale.
Tra i fascisti, compreso il pericolosissimo
Graziani, Balbo aveva la capacità di intraprendere dei processi dialettici sia
con l’Inghilterra stessa e sia, dopo lo scontro duro, con le diplomazie
del Vaticano e con la Monarchia.
L’interrogativo rimane. Balbo che non
veniva definito come intellettuale puro e non lo era aveva dalla sua
parte uomini del pensiero libero. Aveva dalla sua parte personalità come Nello
Quilici, Giuseppe Prezzolini, Ardengo Soffici, Carlo Belli, tanto che lo stesso
Prezzolini ne parla abbondantemente nel suo “Diario” del 1939-45. Ardengo
Soffici si chiedeva : “Farsi uccidere in quel modo, in una specie di
passeggiata di famiglia, e gli inglesi dicono che è stato ucciso dagli italiani
non in combattimento. Perché?”.
Un perché che si arrovella intorno ai temi
del Fascismo, perché non si può inquadrare la visione fascista di Italo Balbo
senza pensare ad un personaggio che aveva superato tutte le fasi del Fascismo
totalitario e cercava una mediazione per giungere ad uno Stato in cui avesse la
capacità di aprire frontiere e non di aggredire gli Stati frontalieri. Nemico,
tra l’altro, del Patto del 1939 – 39 con la Germania.
Ugo Ojetti si era più volte posto la seguente
riflessione: “Il fatto è che se Mussolini dovesse scomparire Balbo è il
solo autentico fascista capace di governare ed essere obbedito”. Una
osservazione che ancora brucia.
Elegante nei modi, grande amante. Dal 1936
fino al giorno della morte ebbe una straordinaria relazione con l’attrice Laura
Adani. Conosciuta in Libia, una donna bionda, profondamente attraente. Aveva
diciassette anni meno di lui. Balbo innamoratissimo.
Oltre i parenti stretti, gli amici e tra
questi Carlo Belli, Laura fu l’unica a piangerlo nel graffio di un dolore.
Morto da tragico, come gli eroi greci, in una tragedia che non ha mai smesso di
recitare la coralità dell'inquieto vivere. Come profeta di
una disperazione imminente che doveva sconvolgere l’Europa intera.
Italo Balbo lo stratega dei cieli del Mediterraneo. Nella notte dei tradimenti
Balbo, conoscendo la sua storia, si sarebbe schierato dalla parte di
Mussolini.
Ma la figura di Balbo è l’innovazione della
rivoluzione Fascista. Il suo Mediterraneo è oggi la nostra contemporaneità. Il
Mediterraneo inclusivo o escludente in una Europa incomprensibile era già nella
visione geopolitica di Balbo. In una visione di grandiosa unità. Il
Mediterraneo costituiva quell’incontro tra Oriente ed Occidente.
Con Italo Balbo lo scontro con il mondo
Ottomano e Islamico avrebbe avuto un altro risvolto. Il Balbo del dialogo, il
Balbo che conosceva le civiltà e i popoli, il Balbo che conosceva i deserti era
il combattente non avrebbe permesso le divisioni in un Mondo che si regge
storicamente proprio sul Mediterraneo. Balbo lo aveva capito e cercava di
testimonialo con le sue azioni.