Il 30 agosto
2014 scrivevamo:
Prima che l’Ilva affondi occorre preparare le
scialuppe di salvataggio per i lavoratori. Ma in tanti fanno
finta di non vedere che la nave affonda. Vivono sul Titanic, senza alcuna
consapevolezza e senza preparare il piano B.
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Il 2 settembre
scrivevamo: "L’ILVA è in coma
farmacologico e viene mantenuta in vita con decreti legge che hanno solo un
effetto palliativo".
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Ora il crack è avvenuto:
2.913.282.282 euro è l'indebitamento complessivo dell'ILVA accertato dal
Tribunale di Milano.
Fino a ieri i sindacati CGIL, CISL, UIL e il sindaco di Taranto
Ippazio Stefano non si erano accorti che i commissari ILVA erano venuti a
Taranto a mani vuote e senza alcuna proposta. Sindacati, sindaco e i
parlamentari di governo hanno continuato con la politica dello struzzo,
nascondendo la testa sotto la sabbia per non vedere la realtĂ di una fabbrica
che si inabissava fra i debiti. Abbiamo vissuto mesi di promesse non mantenute.
Il governo ha solo prodotto inconcludentemente decreti che nascondevano un
fallimento imminente. Ora il fallimento esplode fragorosamente.
Giungono informazioni inequivocabili
dallo stabilimento tarantino in quanto mancano le materie prime e diversi
impianti si stanno fermando. E questo significa un inesorabile aumento delle
perdite mensili, oltre i cento miliardi di euro. Un costo assolutamente
insostenibile.
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PeaceLink - in questo momento di
massima gravitĂ - ripropone l'urgenza del piano B per i lavoratori e per la
cittĂ di Taranto. Occorre trasformare la bomba sociale in una forza positiva che
porti a reclamare futuro e lavoro per tutti: la cittĂ si deve unire per esigere
una svolta e una riconversione.
Ilva, lo hanno dichiarato i giudici
di Milano, non riesce a far fronte ai debiti con mezzi normali.
Gli interventi previsti dal Piano
Ambientale, approvato con il decreto del presidente del consiglio del 14 marzo
2014, per i giudici di Milano diventano irrealizzabili, e questo nonostante
fossero stati ulteriormente diluiti i tempi.
Per l'esattezza il Tribunale di
Milano precisa che ILVA «presenta un indebitamento complessivo pari a
2.913.282.282 euro».
Ecco perché dal 2012 non venivano
resi pubblici i bilanci ILVA.
E nessun parlamentare aveva avuto il buon senso
di fare un'interrogazione per chiedere a quanto ammontasse il "buco".
Ma
erano mesi che PeaceLink calcolava la perdita di esercizio in 90-100 milioni al
mese utilizzando i dati della stampa specializzata. E il totale adesso torna:
oltre 2 miliardi e 900 milioni di indebitamento complessivo
accertato.
Occorre rilanciare il PIANO B che PeaceLink da tempo aveva
presentato per i lavoratori e per Taranto.
Ecco il nostro piano B:
http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/a/40544.htmlI
soldi che fino ad ora venivano spesi per far continuare in modo FALLIMENTARE la
produzione dell'ILVA, vanno da questo momento in poi investiti per
ridare
lavoro sicuro agli operai dell'ILVA in un vasto piano di bonifiche e di
risanamento ambientale.
PeaceLink chiede che non venga licenziato un solo
lavoratore e che tutti siano reimpiegati in un programma di riqualificazione
riconversione sostenuto con fondi europei.
I cittadini diTaranto,
vittime di un piano pervicace di annichilimento e di razzismo ambientale,
hanno ora diritto ad un risarcimento economico che deve consistere nella messa a
disposizione di un piano economico di sviluppo per il reimpiego della forza
lavoro in sovrappiĂą.
Invitiamo i lavoratori e i cittadini
a unirsi per rivendicare uno sviluppo in cui lavoro e salute vengano garantiti
con fondi europei di riconversione per una nuova economia sostenibile e
pulita.
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