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Il Mipaaf, assieme al dicastero
dell’Economia, dovrà infatti ridurre i servizi agli agricoltori per 90 milioni
di euro per trovare le coperture agli 80 euro di Renzi in busta paga. Dure
accuse del deputato pugliese L’Abbate (M5S) al ministro Martina
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Con il decreto legge “Misure
urgenti in materia di esenzione dell’Imu agricolaâ€, emanato lunedì 26
gennaio, il Governo Renzi mette finalmente la parola fine al teatrino sul
balzello rurale sui terreni e i fabbricati. Prima il decreto legge n. 66/2014
con gli assurdi criteri altimetrici, ritenuti da più parti incostituzionali,
poi la sospensiva del TAR Lazio e, infine, la decisione del tribunale
amministrativo di non prorogare il termine ultimo oltre il 21 gennaio, creando
il caos assoluto per i relativi versamenti. Infine, la quadra definitiva
sull’Imu con l’ultimo decreto d’urgenza che ha stabilito il ripristino
dell’esenzione per i terreni agricoli montani, con riferimento l’elenco dei
comuni della cosiddetta “montagna legale†elaborato dall’Istat ai sensi
della legge 991/1952 ed escludendo dal pagamento gli agricoltori professionali
nei comuni parzialmente montani. A trovare le coperture saranno il ministero
dell’Economia e lo stesso dicastero delle Politiche agricole con propri fondi,
per un totale di circa 90 milioni di euro.
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“La
pezza trovata dal Governo per la faccenda Imu è peggio del buco – dichiara
il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione
Agricoltura alla Camera – Non è ammissibile tassare uno strumento di
lavoro: sarebbe come tassare i computer ai notai o agli avvocati. Tutto ciò è
inaccettabile, soprattutto se si pensa che l'Imu agricola è servita al premier
Renzi per comprare i voti degli italiani per le elezioni europee attraverso i celeberrimi
80 euro. La beffa, però – continua il parlamentare 5 Stelle –,
sta nel fatto che per arrivare a questa soluzione tanto vantata dal ministro
Maurizio Martina, il Mipaaf con il Mef dovranno fare tagli per 90 milioni. Ciò
significherà tagli di servizi per gli agricoltori. È veramente incomprensibile
il comportamento del ministro dell’Agricoltura, il quale non fa altro che
subire passivamente tutte le scelte fatte dagli altri dicasteri del Governo
Renzi. Emblema di questa sudditanza e poca rilevanza è la questione dello
stabilimento di produzione e confezionamento riportato sull’etichetta dei
prodotti agroalimentari: da settimane Martina attende un riscontro dalla
collega Guidi e, intanto, gli italiani ne pagano le conseguenze. Più che il
ministro dell’Agricoltura, Martina sembra essere il ministro dell’Expo, dato
che in qualsiasi comparsata televisiva si diletta a tessere le lodi di una
esposizione italiana intrisa di scandali e malaffare. Il tutto, come se
l’agricoltura non avesse alcun problema e l’evento meneghino fosse la panacea
di qualsiasi difficoltà che i nostri coltivatori affrontano quotidianamente. In
questa farsa, – conclude il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S) – incredibile
il ruolo dell’assessore all’agricoltura pugliese Fabrizio Nardoni,
rappresentante di tutte le regioni nei confronti del Governo, il quale non
riesce mai a far sentire la propria voce in difesa degli agricoltori.
Impalpabile nella Conferenza Stato-Regioni come, del resto, nella nostra Pugliaâ€.
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