La Bielorussia
fa sapere che la collaborazione è a rischio stop per inadempienze procedurali
da parte dell’Italia
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Arriva
come un fulmine a ciel sereno per le famiglie in attesa di adozione la lettera
del Centro Adozioni di Minsk che sostiene che l’Italia non ha abbia inviato un
documento essenziale alla prosecuzione degli accordi. La CAI (Commissione
Adozioni Internazionali) doveva inviarlo a settembre ma, nonostante ripetuti
solleciti, non lo ha fatto. Quindi, ora la collaborazione rischia di
interrompersi bruscamente. E pensare che a metà ottobre scorso la CAI aveva
chiesto alle famiglie ed alle associazioni una elenco di minori bielorussi che
coppie italiane avrebbero voluto adottare per sottoporlo alle autoritÃ
Bielorusse. Ricevute le liste, la CAI presieduta proprio da Matteo Renzi, non
ha più comunicato con le famiglie e con gli enti autorizzati per le adozioni,
rifiutando qualsiasi tipo di contatto, anche telefonico.
Contattato
da alcune associazioni che non si capacitano di questa situazione, il
deputato pugliese M5S Emanuele Scagliusi, già promotore di atti ispettivi
inerenti alle adozioni internazionali e primo firmatario di una risoluzione
proprio per facilitare le adozioni dei minori dalla Bielorussia, ha subito
depositato una interrogazione rivolta al Presidente del Consiglio dove chiede i
motivi dell’inaccettabile ritardo per il quale il Centro Adozioni Nazionale
bielorusso sia ancora in attesa del documento di garanzia richiesto e se sia
consapevole che la mancanza del documento di garanzia da parte della CAI è un
ostacolo insuperabile per la futura collaborazione nell’esame delle pratiche di
adozioni internazionali dei minori bielorussi da parte dei cittadini italiani.
“È
inammissibile –
ammonisce il deputato M5S Scagliusi – che nonostante l’invio immediato, da parte degli enti
autorizzati, di una lista di minori, come richiesto dalla CAI stessa, il tutto
si sia arenato per la mancanza di un documento. Proprio così: manca un foglio,
precisamente «il documento di garanzia sulle informazioni obbligatorie delle
condizioni di vita e di educazione dei bambini» bielorussi adottati in Italiaâ€.
La
lettera inviata ieri dal Centro Adozioni Nazionale del Ministero
dell’Istruzione della Repubblica di Belarus, giunto il 13 gennaio agli enti
autorizzati italiani non lascia spazio ad interpretazioni: «la
mancanza del documento è un ostacolo insuperabile per la futura collaborazione
nell’esame delle pratiche di adozioni internazionali dei minori bielorussi da
parte dei cittadini italiani».
“In
altre parole niente documento, stop alle adozioni†– chiarisce il deputato M5S
Scagliusi -. A questo punto il Presidente del
Consiglio dovrà chiarire come mai la CAI non ha inteso informare gli enti
autorizzati all’adozione in Bielorussia delle eventuali difficoltà incontrate,
facendo in modo che fosse il paese estero a fare il primo passo. Dal canto mio,
continuo a lottare al fianco delle famiglie e delle associazioni che
s’impegnano giornalmente per migliorare la vita di questi bambini sfortunati
che vivono in orfanotrofi e che oggi, per un foglio, rischiano di vedere
infranto il loro sogno di rifarsi una famiglia, una vitaâ€.