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Anche “il Pacinotti” tra i vincitori del concorso “La libertà delle idee a confronto”
martedì 2 dicembre 2014

da A. Bargelloni


Alunni vincitori del concorso con il dirigente scolastico Francesco Terzulli


C

 

 

E' ancora tempo di premiazioni per l'Istituto d'Istruzione Secondaria Superiore “Pacinotti”. Giovedì 4 dicembre a Roma due alunni della classe 5^ Informatica dell'istituto guidato dal dirigente scolastico prof. Francesco Terzulli saranno infatti premiati dall'Osservatorio Permanente Giovani-Editori nell'ambito del progetto “Il Quotidiano in Classe”.

I due alunni Andrea Giuliano e Stefano Scatigna, assieme ai compagni di classe della 4^ B Informatica (ora 5^ B) Lucia De Rose e Federica Val sono risultati vincitori per l'anno scolastico 2013-2014, nella sezione “Play Energy”, del concorso “La libertà delle idee a confronto” ideato dall'Osservatorio in collaborazione con l'Enel.

Il concorso persegue l’obiettivo di contribuire ad educare le giovani generazioni del Paese al valore del pensiero critico, portando nelle scuole un messaggio prezioso sulla necessità del dialogo e del confronto delle idee, aspetti di fondamentale importanza nell’ambito di un percorso educativo incentrato sulla formazione di cittadini attivi e responsabili. Ed i quattro alunni della 4^ B del Pacinotti, guidati dalla prof.ssa Annamaria Martines (presente a Roma), hanno saputo elaborare un testo molto profondo, dal titolo “Meritocrazia vs raccomandazione”, un elaborato che ha convinto la giuria a riconoscere l'impegno e la bravura nell'affrontare il delicato tema.

Gli alunni della 4^ B Informatica (ora 5^ B) giovedì saranno premiati nel corso di una lunga giornata all'Una Hotel di Roma che vedrà la partecipazione, oltre che dei massimi rappresentanti dell'Osseratoro Permanente Giovani-Editori, di personalità del mondo del giornalismo e della comunicazione.

                                                                                  L'Ufficio Stampa dell’I.I.S.S. Pacinotti



******************************

il tema vincitore della sezione "Play Energy"

MERITOCRAZIA VS RACCOMANDAZIONE

Nella storia, uomini illustri si sono distinti grazie al loro merito: opere, compimenti virtuosi e gesta benevole, che durante il corso delle nostre vite sembrano avere un'eco che spinge tutti noi a dare il meglio per il prossimo, per elevarci e farci conoscere.

Spesso, anzi, spessissimo, questo ricorso viene intercettato e rimodellato da coloro che sfruttano le grandi azioni dei loro predecessori, per elevarsi in maniera diversa, meno consona e delle volte più semplice, sto parlando della raccomandazione.

Da quando esiste l'uomo, esiste la raccomandazione, è un principio naturale che dura da secoli, fin dalle patricius romane, ove plebei immeritevoli venivano elevati a nobili, anche grazie all'ausilio di titoli fittizi e relativamente importanti, con i quali hanno avuto porte spalancate alla vita politica cittadina.

Invariata, delle volte, è la situazione ai giorni nostri, che è lungi dall'essere vincolata da correttezza amministrativa e sociale. Esempi sono da ricercare in ogni ambito: vi sono della ambiguità legate allo svolgimento lavorativo di certi individui "immeritevoli", che grazie alla loro totale incompetenza, riescono ad arrecare danno alla società, andando quindi a minare quei tanto bramati valori fondamentali di cui tutti noi, quotidianamente, dovremmo andare fieri, ma che molto spesso vengono drammaticamente a mancare.

L'esempio più eclatante è la malasanità, ormai dilagante nel nostro paese, che ogni ora miete vittime di ogni genere e livello sociale. Basti pensare che la causa delle innumerevoli morti ospedaliere, circa il 23,9%, è da ricercare nelle fila di medici con lauree specialistiche non sempre omogenee, fruttate da raccomandazioni a livello concorsistico. Dottori ancora specializzandi, che grazie all'ausilio di terzi riescono a farsi spazio all'interno di file mediche acclamate, andando sia a danneggiare fisicamente pazienti, e sia a rovinare irrimediabilmente la qualità del servizio. Ciò non accade per coloro che si sono distinti in facoltà per buoni meriti, poiché, tal volta, non riescono neanche a superare il concorso, non per loro disimpegno, ma bensì per motivi legati alla raccomandazione ottenuta da altri, che pur avendo la metà del punteggio qualificativo del meritevole, sono riusciti a superare il test, senza alcuna difficoltà.

Quando si parla di raccomandazione, è facile fare riferimento alla politica italiana, in cui molti esponenti del governo sono saliti al potere grazie al loro aspetto fisico e per un continuo scambio di favori al di fuori del contesto politico-amministrativo. Questi rappresentanti "eletti", con le loro inadempienze, sovente riescono a danneggiare ulteriormente un paese già precario, essendo totalmente inadatti al loro compito. Molti giovani ed esperti, non possono far altro che sottomettersi a questo circolo vizioso, facendosi da parte per permettere ad altri poco formati, di rappresentare gente più qualificata e comunque il popolo tutto.

Per il prossimo esempio, voglio citare l'opera più famosa di Antoine de Saint: "Il piccolo principe". In questo piccolo libricino è contenuto un aneddoto molto importante su uno studioso turco, il quale pur avendo fatto una scoperta non trascurabile, si è visto deriso e sbeffeggiato dagli altri scienziati per via dei suoi abiti esotici. Riproponendo la stessa teoria con abiti formali europei, è riuscito a far valere i suoi studi facendosi acclamare dalle alte équipe scientifiche, così da ottenere il loro consenso. Questa citazione calza a pennello con la "raccomandazione telefilmica" nel nostro paese e non. Molti personaggi illustri dello spettacolo utilizzano come trampolino la loro prestanza fisica, non avendo alcun tipo di qualità ne'pratica, ne teorica. D'alto canto è esorbitante il numero di coloro che indossano una maschera per entrare nelle nostre case, per apparire diversi ai nostri occhi, poiché la società che noi andiamo a costruire, dà poco spazio a chi non intende modificare comportamento e aspetto. Appare quindi il mito del "bello è perfetto", dove si sostituisce la virtù all'attrattiva, la capacità all'imperizia, l'unico al banale e così via. La satira ha abbondanti trascorsi su questo processo tipico delle altre sfere, che ha descritto a pieno la ricorrenza di certi eventi, tanto da raffigurarli nell'immaginario collettivo come un qualcosa di indubitabile e statico,degno della solita opera immobile e immorale che ormai riempie il nostro quotidiano, di orribili nefandezze prive di alcun tipo di morale. E' questo quello a cui i giovani d'oggi devono fare ricorso? Devono tirarsi indietro per via di alcuni inetti, che pretendono, senza troppi sforzi, di addentrarsi all' interno della nostra società? lo credo ancora nella libertà e all'aspettativa di un futuro rinnovato, privo di ingiustizie e insulsi favoritismi, incipit di una società mediocre, che noi a tutti i costi rifiutiamo ma che sempre grazie alla nostra permissività, scava pragmatiche e non idealistiche lacune nella nostra piccola realtà. Spero in una civiltà ad occhi aperti, che diffidi dalle inadempienze e spalanchi le porte ad una più idealizzata e consona, scevra di qualsivoglia inettitudine ed inadeguatezza: ognuno al proprio e selettivo compito, e magari chi lo sa, in un futuro tutto questo sarà attuabile.

IV B Inf – IISS Pacinotti Taranto

Stefano Scatigna

Andrea Giuliano

Federica Val

Luca De Rose


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