HOME D.E. GUEST BOOK SPORT ISCRIVITI DELFINARIO LINKS COOKIE POLICY


•   MANDURIA (TA): La Coldiretti nella gestione del Parco dei Messapi
•   RICONOSCIMENTO NAZIONALE PER IL PIZZAIOLO TARANTINO PROFESSIONISTA MICHELE DI BARI
•   PULSANO: IL COMUNE FA COPRIRE TUTTE LE BUCHE SU VIA TARANTO

•   STELLATO-LUPO: coesione e rilancio,
i nostri impegni per Taranto

•   COMUNICATI STAMPA DEL M5S


•   Taranto, tutto pronto per la Festa di Sant'Antonio 2019
•   “Storia e Architetturaâ€
“San Pietro: l’altra Basilicaâ€.

•   Attenti a quei due: confronto diretto tra Mare e Terra in una sfida tra grandi chef
•  Centro di Documentazione


•   Riesame AIA ex Ilva: le valutazioni e richieste di Legambiente
•   Il Dossier Taranto di Legambiente sull’ex Ilva
•   GRETA CHIAMA TARANTO


•  U Tarde nuestre -
rassegna quotidiana

•  Basket
•  Atletica
•  Delfini Erranti Touch Rugby Taranto
•  Altri


Notizie
Ricorrenze
Raccolta Foto


Google
Web DelfiniErranti.Org



stampa l'articolo
Eroico fare impresa in Italia
domenica 30 novembre 2014

Il caso di Alessandra Bommarito, imprenditrice e autrice di un libro: “Uccisa a colpi di tasseâ€

Articolo di Vito Piepoli




Intestazione scuola

C’è tanta gente che non ha la possibilità di raccontarlo. È un incubo. E non tutti trovano poi una sistemazione, dopo aver cessato il proprio lavoro autonomo.

Chi fa presente questo è Alessandra Bommarito, imprenditrice e autrice di un libro, in cui racconta le difficoltà incontrate nel mettere su una attività in proprio.

Una giovane imprenditrice alle prime armi con il fisco che ha deciso di raccontare la sua esperienza fra tasse, bolli e burocrazia e metterla per iscritto in “Uccisa a colpi di tasseâ€, Walter Farina Editore.

Sulla copertina c’è scritto :â€Avevo tanti sogni nel cassetto…ma poi mi hanno pignorato il comodinoâ€.

In questo libro si narra quello che potrebbe accadere quando si decide di avviare un’impresa e cioè che anziché fare dubbi profitti vi sono delle perdite sicure sotto forma di Iva, Irap, Ires, Imu, Inps, Tares, Diaria, Dazio, Dogana, Pil, Ruef, Marca da bollo, F23, F24.

“Leggete la mia storia, prendete maggior coscienza delle condizioni economiche in cui, noi italiani, siamo costretti a vivere. In mezzo a promesse di una politica insana, tra tasse e imposte, ormai siamo dentro una vita che non ci appartiene piùâ€, ha riferito la Bommarito.

Ci sono tanti casi di questo tipo ed un elemento comune che colpisce, nonostante ciò, è che ci sia ancora qualcuno che voglia fare impresa in Italia. È una cosa folle.

Leggendo la storia di Alessandra e le tante altre storie simili, si capisce perché un giovane vuole andare all’estero o un lavoro da dipendente.

In Italia, vi sono storie incredibili su imprenditori ridotti al lastrico. C’è già difficoltà agli inizi, in una prima fase in cui uno cerca di fare impresa, ma una volta che questa va perché si è stati bravi a mettere in atto un’ idea particolarmente brillante con un prodotto sui generis oppure con un servizio ben fatto, dopo un primo anno, al secondo anno di vita, si viene massacrati. C’è qualcosa di peggio delle normali tasse, che è l’avere la regolarità rispetto a tutte quante le norme che se disattese, provocano multe che non sono altro che ulteriori tasse sotto mentite spoglie.

Orbene, si parla di riduzione del peso fiscale in questo paese, che è eccessiva, ma se ne parla solo, non si riesce a metterci mano. Nessun governo, né di centro destra , né di centro sinistra c’è mai riuscito più di tanto.

Se un imprenditore oggi decide di aprire un’attività, già il primo anno è costretto a pagare non il 40 o il 50 %, ma bensì circa il 70 %, perché  oltre a pagare le tasse sul primo anno in base alle entrate realizzate è costretto ad anticipare le stesse tasse per l’anno successivo, ossia per delle entrate che poi non sa se effettivamente realizzerà. Per cui, per dare un’idea, ad esempio su 30 mila euro ne pagherà 20 mila di tasse e gliene resteranno solo 10 mila per i compensi e per tutto il resto indispensabile per andare avanti.

C’è uno studio della Cgia di Mestre in cui si dice che nei prossimi mesi di novembre e di dicembre le imprese e le famiglie italiane saranno chiamate a versare oltre 91 miliardi di euro di imposte.

Tra il versamento delle ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori familiari, le ritenute in capo ai lavoratori autonomi, l’Iva, gli acconti Irpef, Ires e Irap, il versamento dell’ultima rata dell’Imu e della Tasi, le aziende dovranno onorare 25 scadenze fiscali, mediamente una ogni 2 giorni.

 “Una pioggia di scadenze che potrebbe mettere in seria difficoltà moltissime piccole imprese a causa della cronica mancanza di liquidità - secondo  il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi -  Un periodo, quello di fine d’anno, molto delicato per le aziende, visto che oltre all’impegno con il fisco devono corrispondere anche le tredicesime ai propri dipendenti. 

Tra addizionali, bolli, canoni, cedolare, concessioni, contributi, diritti, imposte, maggiorazioni, ritenute, sovraimposte, tasse e tributi, l’Ufficio studi della Cgia ha contate un centinaio di tasse, e molte sono tanto curiose.

Quelle che generano un gettito maggiore sono soltanto una decina. La cosa più drammatica è che non è facile capire neanche le tasse che si devono pagare ed ogni governo di qualunque colore sia stato ha avuto un dicastero per la semplificazione, ma fino ad ora si è semplificato poco.

Lì dove esiste la necessità di una spiegazione tecnica alla norma si crea una nuvola all’interno della quale ci si perde.

La semplificazione sarebbe una sola: quella per cui tutti possano capire.

Inoltre se si apre una azienda, si impiega una o più persone, si deve avere un trattamento di favore perché si sta creando lavoro per sé e per gli altri senza pretenderlo dallo stato.

Pertanto  gli si potrebbe dire di non pagare nessuna tassa per ben tre anni oppure gli si fa pagare una tassa sola onnicomprensiva che sia uguale per tutti, per esempio del 10%.

Questo oltretutto sarebbe anche un vantaggio per lo Stato perché nel momento in cui pagare le tasse è semplice, lo Stato riesce con più sicurezza ad introitare quello che ha previsto.

È molto difficile pagare le tasse perché soprattutto quando parliamo di Tasi o di Imu e i calcoli li devono fare i contribuenti questi si trovano in grande difficoltà ad interpretare le norme.

Vi sono anche tasse che il contribuente non sa che deve pagare e inconsapevolmente non la paga e poi gli arriva una cartella maggiorata.

Se ogni governo ci tassa di più, di questo passo ad un certo punto non ci sarà più nulla da tassare. Purtroppo non ci si rende conto di questo. Prima o poi non ci sarà più nulla da mungere, ci saranno poche imprese e lo Stato come farà ad onorare i suoi debiti e il dovuto ai suoi dipendenti.

Se non c’è lavoro non ci sono tasse. Se le tasse sono esose, muore il lavoro. Ci saranno sempre meno imprenditori e lavoratori autonomi e lo stato non potrà più sostentare il suo apparato di dipendenti pubblici, magistrati, vigili, polizia e così via.

Intanto per l’anno in corso, la Cgia fa sapere che tra imposte e tributi lo Stato e le Autonomie locali incasseranno 487,5 miliardi di euro. Se aggiungiamo anche i contributi sociali, pari a poco più di 216 miliardi, nel 2014 il gettito fiscale complessivo sfiorerà i 704 miliardi di euro. Una cifra da capogiro.

Vito Piepoli




Segnala questa pagina
mappa del sito

Per un tuo commento scrivi sul Guest Book del Delfini Erranti


home   cookie policy guest book   sport   cultura   società   ambiente   delfinario   blunote