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Un alunno del “Pacinotti” tra i vincitori del concorso in memoria di mons. Motolese
“Taranto città di frontiera. Taranto città di accoglienza. San Cataldo protettore dei forestieri”

martedì 25 novembre 2014

da A. Bargelloni




C

L'Istituto d'Istruzione Secondaria Superiore “Pacinotti” segna un altro importante motivo di orgoglio in questo anno scolastico 2014-2015. L'alunno Andrea Giuliano della classe 5^ B Informatica ha infatti vinto uno dei 5 “premi speciali” alla sesta edizione del concorso in memoria di mons. Guglielmo Motolese, organizzato dalla Fondazione San Raffaele Cittadella della Carità di Taranto in collaborazione con l'Arcidiocesi di Taranto.

Il tema scelto da mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, di concerto con il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, è stato “Taranto città di frontiera, città di accoglienza; San Cataldo patrono dei forestieri”. L'elaborato dell'alunno Giuliano è incentrato sulle paure e sui luoghi comuni della nostra società nei confronti delle persone di colore e sulla capacità che ha avuto la nostra città, nel corso dei mesi scorsi, di accogliere i profughi provenienti dai Paesi africani, mostrando grande spirito di solidarietà.

L'alunno è stato premiato, insieme ad altri quattro alunni di altrettante scuole tarantine, questa mattina nell'Auditorium della Fondazione San Raffaele Cittadella della Carità. Ad accompagnarlo il dirigente scolastico Francesco Terzulli e l'insegnante di Informatica Annamaria Martines. "L'istituto ha sempre preso parte al concorso della Fondazione – ha dichiarato Terzulli – perché ritiene giusto che le nuove generazioni mantengano vivo il ricordo di mons. Motolese, una delle figure più importanti della storia della città nel secolo scorso. Ho apprezzato la scelta della commissione giudicante di estendere il premio ad altri cinque alunni, oltre ai due vincitori principali nelle due sezioni in concorso, per riconoscere l'impegno di tanti alunni nel trattare un tema di grande attualità quale l'accoglienza dei profughi provenienti da Paesi meno fortunati del nostro".

I due vincitori del concorso sono alunni del Liceo “Archita” (realizzazione multimediale) e del Liceo “Aristosseno” (articolo giornalistico/tema).

L'Ufficio Stampa dell’I.I.S.S. Pacinotti


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“Taranto città di frontiera. Taranto città di accoglienza. San Cataldo protettore dei forestieri”

Oh Freedom. Oh Libertà. E' il titolo di una canzone che ti scioglie il cuore, suonata e cantata con l'anima, l'anima di chi ha fede, l'anina di chi desidera un cambiamento, l'anima di chi non si arrende e continua a sperare e a lottare per la libertà.

Vorrei farti una domanda: sei un razzista? Sono certo che la tua risposta è “no”, ma guarda bene dentro te stesso... lo vedi? Vedi il razzismo che c'è in te? Sì, eccolo, è proprio lì. Non ne sei ancora convinto e stai leggendo con le sopracciglia aggrottate, vero? Bene, te ne dò una dimostrazione: prova a pensare per un attimo ad un uomo alto, con la pelle più scura del carbone, che ti si avvicina. Quale sarebbe la tua reazione? Quale pensiero si creerebbe inevitabilmente nella tua testa? Provo a indovinare: “Cosa vuole da me questo? Mi spaventa”.

Forse penserai che pecchi di presunzione, d'altronde ti ho appena dato del razzista, ma io il razzismo lo vedo sotto un'altra ottica. Per me il razzismo è dettato dall'inevitabilità dei pensieri che frullano nella nostra testa, per me il razzismo è qualcosa che si è creato giorno dopo giorno nella nostra mente, per me il razzismo è un difetto del nostro spirito. Siamo schiavi della paura, la paura ci modella a suo piacimento. Vediamo un uomo nero, per strada, camminare verso di noi e immediatamente la paura entra in scena, ci offusca la vista, ci pietrifica e non ci fa pensare con il cuore. Ciò che penso è che, nonostante questo, siamo tutti buoni su questa terra, persino il più spietato assassino. Abbiamo tutti del potenziale per cambiare questo pianeta, un pianeta malato, governato dalla paura.

“Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”, disse Gandhi. Sì, le cose possono cambiare e ognuno deve sentirsi coinvolto in questo processo. A partire da me, un ragazzo divorato dalla speranza, fiero di esserlo e di dire: “Tutto può cominciare da te, la prossima volta che vedi un uomo di colore avvicinarsi a te dai un pugno alla paura, falla tacere e sorridi a quell'uomo, e sono certo, oh sono più che certo, che lui ti sorriderà, perché è ancora in grado di sorridere, dopo tutte le mostruosità che ha visto, dopo tutte le tragedie che ha vissuto, riesce ancora a sorridere".

Questo fa riflettere, non è così? Quante volte, infatti, noi che abbiamo tutto, noi che non siamo toccati direttamente dalla guerra, noi che siamo circondati da persone che ci vogliono bene, stentiamo a sorridere? Il confronto con diverse razze, l'unità del genere umano porta sicuramente benefici, come quello di capire quanto la vita sia preziosa e non piangere su di essa. Sorridi alla vita, fai come fanno loro, ma soprattutto sentiti fiero di appartenere a questa città, che negli ultimi mesi ha ospitato migliaia di extracomunitari dando loro un tetto sopra la testa, dando loro la possibilità dì essere utili, sentirsi apprezzati, amati, dando loro la consapevolezza che le loro speranze, i loro sogni, non sono stati solo uno spreco di energie e di denaro. Loro ti ringraziano, perché consci che un aiuto vale più dell'oro.

Vivi in una città in cui la Marina Militare, nel cuore di una notte tempestosa, ha salvato 445 migranti da un naufragio. Queste persone devono la vita anche all'intervento di associazioni di volontariato, come Salam, che hanno tenuto sotto controllo l'operazione ogni secondo.

Vivi in una città nella quale 120 minori non accompagnati possono finalmente andare a scuola, grazie alla grandissima ospitalità della gente di Paolo VI. Questi ragazzi e questi bambini conosceranno l'istruzione, impareranno l'italiano, la matematica, avranno nuovi amici. Un grande ringraziamento va sempre alle associazioni Salam, Noi&Voi e Afbo, che quest'estate hanno aiutato circa 3000 profughi se non più.

Ciò che ha fatto e sta facendo questa gente è esattamente ciò che fece il nostro patrono San Cataldo, giustamente chiamato “protettore dei forestieri”, ed io sono convinto che da lassù lui ci ammira e ci ringrazia.

Come vedi Taranto è una grande città con un grande cuore. Ci lamentiamo spesso dell'inquinamento, delle strade sporche, dei pochi fondi, ma proviamo, per una volta, a concentrarci su quello che funziona: il nostro cuore. Parlo, a tal proposito, del mio: l'altro giorno il mio cuore si è fermato per un secondo, per poi ricominciare a battere più forte. Ero all'assemblea d'istituto della mia scuola, quando, durante i vari interventi delle associazioni di volontariato sopra citate, è salito sul palco un ragazzo di colore. Gli è stato chiesto di dire qualcosa. Cosa ha detto? Ha detto sorridendo: “Grazie Taranto, tu sei buona, tu sei brava con me, tu mi aiuti, grazie!". Qui il mio cuore si è fermato e, dopo un secondo, ha ripreso a battere. Quelle parole, pronunciate in modo poco chiaro ma piene di verità e di sentimento, mi hanno fatto sentire orgoglioso, orgoglioso di far parte di questa città. Prima non lo ero affatto, vedevo il marcio ovunque, ma questo ragazzo mi ha aperto gli occhi, e sono io, adesso, a ringraziare lui.

Detto questo vorrei solamente farti rendere conto di quanto stai sbagliando a vivere la tua vita e invitarti a distruggere per sempre i pregiudizi dentro di te e a vivere una vita vera. Impara, quindi, a vedere le cose come realmente e incredibilmente semplici sono. Sorridi alla vita e lei sorriderà a te. Sii per sempre libero. Oh Freedom. Oh Libertà.

Andrea Giuliano

IISS Pacinotti – 5^ Bi




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