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Gli articoli culturali di Pierfranco Bruni
martedì 18 novembre 2014

- Il Novecento letterario nei licei . 19 novembre GIORNATA BERTO
- GIOVANNI PAPINI dal senso di “finito” all’infinito di MAURO MAZZA.
- Capitale europea Cultura 2015 . PROPOSTA LA VALORIZZAZIONE DEL BAROCCO EUROPEO DI GIUSEPPE BATTISTA
- Capitale Cultura . ANCHE GROTTAGLIE POTREBBE AVERE IL SUO RUOLO NEGLI EVENTI

 

 

 

IL NOVECENTO LETTERARIO NEI LICEI – EDUCARE ALLA CONOSCENZA DELLA LETTERATURA

GIORNATA BERTO 19 NOVEMBRE

Il LICEO SCIENTIFICO STATALE “GIUSEPPE BERTO”  DI VIBO VALENTIA

 E IL COMITATO CELEBRAZIONI PER IL CENTENARIO DI BERTO -  REGIONE CALABRIA  - RIFLETTENDO SULLO SCRITTORE DI “ANONIMO VENEZIANO”

 

 

La scuola, la letteratura e gli scrittori del Novecento. Per non dimenticare i processi letterari che hanno tracciato percorsi di vita. “E quando di giorno dalla punta del mio promontorio guardo gli scogli e la spiaggia cento metri sotto e il mare limpidissimo che si fa subito blu profondo, so di trovarmi in uno dei luoghi più belli della Terra. Spesso, stando lì a guardare, arrivo a dimenticarmi di dove sono, tanto completamente mi appago di quella bellezza e del pensiero senz’altro egoistico ch’essa è mia, mi appartiene”. Parole intense che fanno capire quanto fosse profondo, “nel sangue e nella mente” di Giuseppe Berto, l’amore per la Calabria.

E proprio nell’alveo delle celebrazioni per il Centenario della nascita dello scrittore di Mogliano Veneto, si colloca il Convegno "Il viaggio metafisico di Berto tra amore e morte nel mare dell'esistenza", che si svolgerà mercoledì 19 Novembre, nell’Aula Magna del Liceo Scientifico Statale di Vibo Valentia a lui intitolato.

Un incontro che vede insieme il Comitato per le Celebrazioni per il primo Centenario della nascita di Giuseppe Berto – Regione Calabria – Assessorato alla Cultura e il Liceo Giuseppe Berto di Vibo Valentia.

Non un semplice convegno ma “la necessità di raccontare” un intreccio non solo letterario, ma anche esistenziale e psicologico attraverso le pagine de “Il male oscuro”, “Anonimo Veneziano” e “La Gloria”, in un percorso di riflessione e di studio condotto da un relatore d’eccezione, Pierfranco Bruni, presidente del Comitato per le Celebrazioni del Centenario istituito dall’Assessorato regionale alla Cultura, saggista e profondo conoscitore dell’opera di Berto, cui ha dedicato da decenni scritti, libri, conferenze e trasmissioni Rai.

Particolarmente attesi gli interventi della figlia Antonia che condividerà emozioni e ricordi di Berto padre ed uomo e  dell’editore della Settecolori, Manuel Grillo, che presenterà in anteprima uno scritto sull’opera Il Brigante, per una rilettura di pagine importanti della storia calabrese del 900.

Nella mattinata si susseguiranno, inoltre, le testimonianze di amici dello scrittore, dall’Avv Francesco Tassone a Don Pasquale Russo e al Dott. Agostino Roberto Carrabba che racconteranno del viscerale rapporto di Berto con la Calabria e del suo ruolo critico, scevro da strumentalizzazioni ideologiche, finalizzato ad un risveglio delle coscienze.

“Il centenario di Berto – spiega il Dirigente scolastico, prof.ssa Teresa Goffredo -, con il suo ricchissimo calendario, che comprende anche le manifestazioni del Liceo Scientifico di Vibo, diventa non solo un modo per celebrarne la figura, ma anche un pretesto per riscoprirlo in tutta la sua sorprendente modernità e farlo meglio conoscere agli studenti vibonesi e calabresi. L’attualità dei testi di Berto è innegabile: anche i ragazzi del Liceo Giuseppe Berto, nell’approfondire la conoscenza dell’autore, hanno con sorpresa scoperto molti aspetti a loro familiari nella sua opera. E la modernità si sprigiona al massimo grado nelle pagine del suo capolavoro: Il male oscuro. È  la vita, allora, a rendere gli scritti di Berto destinati a resistere al tempo. Ed è l'intento che si prefigge il nostro Liceo dove tutto il corpo docente ha attivato una serie di percorsi destinati agli studenti per coinvolgerli e incuriosirli verso questo straordinario personaggio. Ai ragazzi del primo anno è stato, inoltre, regalato un piccolo opuscolo che facesse loro capire la valenza, non solo letteraria, dell'autore cui è intitolata la scuola che hanno deciso di frequentare. Un grazie particolare dunque ai meravigliosi studenti e ai docenti per l'opera di organizzazione e divulgazione delle opere di Berto e allo scrittore Pierfranco Bruni con il quale questo percorso, coordinato dalla prof.ssa Rombolà, sta procedendo in vista del convegno”.

I maestri del Conservatorio di musica “Fausto Torrefranca” di Vibo faranno rivivere le atmosfere della Venezia di Anonimo Veneziano, riproponendo  la colonna sonora del film di Enrico Maria Salerno, sceneggiato da Berto, mentre gli studenti del Liceo Scientifico leggeranno passi  e commenteranno filmati d’epoca, documenti di vita a Ricadi e della proclamazione ai Premi Viareggio e Campiello. Grazie al contributo e alla disponibilità della famiglia, all’interno della scuola, è stata anche allestita una mostra fotografica sull’autore.

Il Liceo Scientifico “Giuseppe Berto” di Vibo Valentia, punto di riferimento per le politiche scolastiche regionali su Berto, permetterà a tutte le istituzioni scolastiche della regione di seguire l’evento che sarà registrato e di cui saranno, successivamente, pubblicati gli atti.

Parteciperà al convegno anche la prof.ssa Madeyski accompagnata da una delegazione di allievi del Liceo di Mogliano Veneto, che hanno rappresentato la pièce teatrale “La passione secondo noi stessi”, in un proficuo gemellaggio tra Veneto e Calabria, terre di nascita e di adozione di Giuseppe Berto.

 


  info.  3801507759/Prof.ssa Eleonora Rombolà/Funzione strumentale Rapporti con gli Enti e Comunicazione/Liceo Scientifico Statale “Giuseppe Berto”/Vibo Valentia

 

 

 

 

 

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Giovanni Papini  dal senso di “finito” all’infinito di Mauro Mazza.

Tra gli scrittori che hanno fatto il Novecento con la Grande Guerra

 

 

di Pierfranco Bruni*

 

 

 

 

Ci sono scrittori che hanno fatto il Novecento ed hanno scelto la via della solitudine, del coraggio, della coerenza e della fedeltà ad una tradizione e non scrittori che la sinistra politica e ora il radicalismo culturale hanno innalzato ad icone e considerato scrittori.  Ma basta leggere i testi oltre le facili e fragili disinvolture di ignoranze permanenti.

Degli scrittori non scrittori ho deciso di non parlare. Per il momento. La strada è lunga ma anche l’ignoranza non è corta.  Parlo degli scrittori che sono tali anche perché è stato pubblicato, di recente, un nuovo testo, con mia prefazione: io e Mauro apparteniamo ad una generazione che nin si è mai smentita ed ha avuto maestri che vanno da Pound a Grisi, su Giovanni Papini. L’irrequieto e solitario Papini. Anzi la grandezza della coerenza.

Papini  segnò un percorso preciso nella storia della letteratura in quella del pensiero filosofico del Novecento. Un percorso in cui la testimonianza diventa un rapporto costante tra la vita e la letteratura, e la stessa letteratura, diventa il più delle volte una dichiarazione esistenziale. Il saggio di Mauro Mazza, edito da Pellegrini, dal titolo: “Uomo infinito. La lezione di Papini”,  focalizza il percorso di Papini all’interno di un processo di idee che ha segnato la volontà di una generazione non solo ad essere testimone, ma soprattutto protagonista.

 

L’attualità e l’inattualità sulle quali Mazza si sofferma, in una riflessione a tutto tondo su un Novecento che comincia ad aprirsi ai nuovi “valori” e al nuovo modello di uomo: da quello “finito” a quello della “rivelazione”, costituiscono la chiave di lettura in una temperie che ha vissuto l’intreccio tra moderno e tradizione anche nel contemporaneo. Ma andiamo per ordine su questo Papini di Mazza.

 

La “Tribuna” fu la sua prima palestra e il suo primo cena- colo. Fu un laboratorio di idee e di incontri. Significativo fu certamente il suo incontro con Giuseppe Prezzolini. E significativi restano indubbiamente le esperienze e i contributi alle riviste come “Leonardo”, “La Voce”, “Lacerba”, “Il Frontespizio”.

Per Mazza “La Voce” resta un crocevia fondamentale del Novecento. E così è. Nella Prima Guerra Mondiale, Papini, e Mazza cesella l’uomo infinito. La Lezione di Giovanni Papini, occupò una posizione interventista. Al 1906 risale “Tragico quotidiano” e al 1907 “Il pilota cieco”. Sono due volumi in cui vi campeggia una letteratura (ma soprattutto una poetica) metafisica. Infatti sono dei veri e propri “racconti metafisici”. Al 1911 appartengono i racconti racchiusi in “L’altra metà” e all’anno successivo i racconti “Pagine e sangue”.

Tra gli altri scritti non si può non ricordare “I testimoni della passione” del 1937, “Concerto fantastico” del 1954 e alcuni scritti pubblicati postumi come “La seconda nascita” del 1958 e i “Diari”. Pubblicò testi di poesia e numerosi testi di saggistica come “Il crepuscolo dei filosofi” del 1906, “Il mio futurismo” del 1914, “Stroncature” del 1916, “Italia mia” del 1939, “Santi e poeti” del 1948, “Il diavolo” del 1953 e altri scritti usciti postumi.

 

Mazza si era già soffermato su Papini ponendo all’attenzione una questione sia storica che esistenziale. Quella “penna arrabbiata”, come afferma Mazza in un suo capitolo, costituisce l’anima critica non solo di un intellettuale, ma di un secolo. È chiaro che uno dei testi che segna inevitabilmente la vita di Papini è certamente “Storia di Cristo” che porta la data del 1921.

 

Un testo vissuto completamente sulla sua diretta esperienza umana e religiosa. È uno scritto che pubblicizza sostanzialmente la sua conversione al cattolicesimo. Papini era un ateo intransigente. La Storia di Cristo racconta appunto il suo accostamento alla religione cattolica. L’opera più conosciuta resta indubbiamente Un uomo finito che risale al 1912. Si tratta di un’autobiografia in cui il narratore fa una resa dei conti della propria vita.

 

Così sottolinea: «Che cosa volevo imparare? Che cosa volevo fare? Non lo sapevo. Né programmi né guide: nessuna idea precisa. Di qua o di là, est od ovest, in profondità o in altezza. Soltanto sapere, sapere, saper tutto. (Ecco la parola del mio disastro tutto!). Fino d’allora sono stato di quelli per cui il poco o la metà non contano. O tutto o nulla! E ho voluto sempre il tutto – e che niente sfugga o resti fuori! Completezza totalità – più niente da desiderare, dopo! Cioè la fine, l’immobilità, la morte!».

L’anticonformismo che traccia la linea dell’intelligenza dell’eresia. Mazza dedica un capitolo a “Prezzolini, l’anticonformista”, un capitolo che si apre a chiavi di lettura significative. In Papini d’altronde la consapevolezza della crisi è la ritrovata memoria.

 

In “Storia di Cristo” c’è questa ritrovata memoria che non è più attesa ma coinvolgimento di una sperata e definita consapevolezza. Ma è proprio dall’Uomo finito che si arriva al Cristo della Resurrezione. Mazza su questo si sofferma con acutezza. I punti di maggiore riferimento sono in questi due testi che “nascondono” una profonda e silenziosa “umanità”. Ovvero in “Un uomo finito” e appunto in “Storia di Cristo”. C’è una tensione che non è soltanto letteraria.

Negli anni successivi questi due testi si apriranno ad una chiave di lettura forte- mente esistenziale. Dalla crisi alla risoluzione della crisi. Dall’impossibile vuoto alla pienezza dei contenuti. È questo il percorso che si raccoglie in una metafora che si legge in un suo racconto dal titolo: “Due immagini in una vasca”: «Quando la gioia mi assale con le sue stupide risa io penso che sono il solo uomo che ha ucciso se stesso e che vive ancora. Ma ciò non basta per farmi stare serio».

Ecco, tra le idee sfreccianti, ciò che resta, tra le altre visioni culturali e umane oltre il religioso senso della vita. In un suo scritto (si tratta di una Introduzione a “Lo specchio che fugge”, raccolta di racconti di Papini, Mondadori) Jorge Luis Borges scrive: «Potremmo rimproverare a Papini il fatto che i suoi personaggi non vivono al di fuori della finzione che successivamente animano.

 

Questo è un altro modo di dire che il nostro scrittore fu inguaribilmente un poeta e che i suoi eroi, sotto molteplici nomi, sono proiezioni del suo io». Si tratta di una sottolineatura importante perché ripropone Papini nella sua completezza e nella sua complessità. E ripropone il Papini poeta. Ovvero la metafora della poesia attraverso una tensione esistenziale che supera la fisionomia dei conflitti. In una sua poesia Papini recita: «…Ma quando al finire del giorno/ ritrovo, stracco e freddo, la fossa della strada/ nella mezzombra lilla del ritorno,/ sono il povero triste a cui nessuno bada».

 

Questi versi risalgono al 1917, alle “Venti poesie” di “Opera prima”. Il Papini successivo non è soltanto lo scrittore della “redenzione”, è anche lo scrittore di quel gioco nostalgico che vive la malinconia del tempo su una dimensione che è anche, come ha sostenuto Borges, intrecciata da quei segni fantastici fatti di crepuscoli e di sogni.

 

Un libro, questo di Mauro Mazza, che ci permette, in questo nostro tempo, di rileggere e anche ricontestualizzare uno scrittore e un filosofo che supera il tempo della leggerezza e della fragilità, per vivere e farsi vivere in quella metafisica dell’anima tanto cara a Maria Zambrano. Ma è un libro che attraversa il pensiero di un Novecento inquieto.

Papini uomo inquieto in un Novecento inquieto da D’Annunzio a Cardarelli, da Prezzolini a Gentile, da Grisi a Berto.

 

 



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LA SCUOLA NEGLI EVENTI CAPITALE DELLA CULTURA 2015 PROPOSTA LA VALORIZZAZIONE DEL BAROCCO EUROPEO DI GIUSEPPE BATTISTA A 340 ANNI DALLA MORTE NELLA SCUOLA - IL SINDACATO LIBERO SCRITTORE AVVIA IL PROGETTO CON LA PUBBLICAZIONE DI UNA SCELTA DI POESIA E LA RICHIESTA ANNULLO FILATELICO

 

Nella Capitale della Cultura 2015 il Sindacato Libero Scrittore propone la valorizzazione del Barocco di Giuseppe Battista nella scuola/ Si avvia l'Evento Giuseppe Battista e celebrazioni tra il mondo barocco e la modernità/Roma/Il Giuseppe Battista inedito/Sindacato Libero Scrittori Italiani/Saranno presentati a Roma, in occasione dei 340 anni dalla morte scritti riguardanti il mondo barocco di Giuseppe Battista e le sue influenze nella cultura anglosassone. A parlare di questi aspetti sarà il Vice Presidente del Sindacato Libero Scrittori, e autore già di numerosi saggi su Battista, Pierfranco Bruni che presenterà, in anteprima nazionale il materiale. Si tratta di un evento straordinario che qualifica la tipologia dei rapporti tra il mondo barocco del grottagliese Battista (essendo nato a Grottaglie, Taranto, nel  e 1610 e morto a Napoli, appunto 340 anni fa) e la cultura Europea e Mediterranea. Per l’occasione Bruni pubblica un testo tutto innovativo sul tema della menzogna tra la metafisica e il reale./Giuseppe Battista e il nuovo saggio di Pierfranco Bruni. Con il Coordinamento di Pierfranco Bruni (Sindacato Libero Scrittori Italiani) ,  anche Napoli celebra già da Gennaio 2015 i 340 anni dalla morte di Giuseppe Battista con una pubblicazione e due Convegni Nazionali su: “L’avanguardia barocca  da Robert Angot de Lepèronniére e George Hembert  alla classicità post rinascimentale di Giuseppe Battista nel Regno di Napoli” – Un Progetto sul quale Pierfranco Bruni lavora da decenni e, in una nuova contestualizzazione, la  lingua di Giuseppe Battista viene riletta attraverso modelli etnolinguistici e antropologici. /Il Progetto ha la collaborazione e l’organizzazione del Sindacato Libero Scrittori Italiani e della rivista “Il Cerchio” diretta da Giulio Rolando oltre l’impegno del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi” /Le celebrazioni si svolgeranno tra Napoli e Roma./Il Progetto per i 340 anni dalla morte di Giuseppe Battista già illustrato da Pierfranco Bruni nel corso delle Giornate del Forum delle Cultura di Napoli ha il suo primo appuntamento a Palazzo Sora di Roma il 21 novembre. "La cultura europea, ha dichiarato Pierfranco Bruni, è nella vasta visione di Giuseppe Battista. Il Barocco letterario spagnolo e francese deve molto al Battista che tratta il tema della menzogna con una visione filosofica e antropologica La scuola può giocare un ruolo significativo proprio nella valorizzazione della poesia dimenticata".

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ANCHE GROTTAGLIE POTREBBE AVERE IL SUO RUOLO/NEGLI EVENTI CAPITALE DELLA CULTURA 2015 PROPOSTA LA VALORIZZAZIONE DEL BAROCCO EUROPEO DI GIUSEPPE BATTISTA A 340 ANNI DALLA MORTE - IL SINDACATO LIBERO SCRITTORE AVVIA IL PROGETTO CON LA PUBBLICAZIONE DI UNA SCELTA DI POESIA E LA RICHIESTA ANNULLO FILATELICO

 

Nella Capiutale della Cultura 2015 il Sindacato Libero Scrittore propone la valorizzazione del Barocco di Giuseppe Battista/ Si avvia l'Evento Giuseppe Battista e celebrazioni tra il mondo barocco e la modernità/Roma/Il Giuseppe Battista inedito/Sindacato Libero Scrittori Italiani/Saranno presentati a Roma, in occasione dei 340 anni dalla morte scritti riguardanti il mondo barocco di Giuseppe Battista e le sue influenze nella cultura anglosassone. A parlare di questi aspetti sarà il Vice Presidente del Sindacato Libero Scrittori, e autore già di numerosi saggi su Battista, Pierfranco Bruni che presenterà, in anteprima nazionale il materiale. Si tratta di un evento straordinario che qualifica la tipologia dei rapporti tra il mondo barocco del grottagliese Battista (essendo nato a Grottaglie, Taranto, nel  e 1610 e morto a Napoli, appunto 340 anni fa) e la cultura Europea e Mediterranea. Per l’occasione Bruni pubblica un testo tutto innovativo sul tema della menzogna tra la metafisica e il reale./Giuseppe Battista e il nuovo saggio di Pierfranco Bruni. Con il Coordinamento di Pierfranco Bruni (Sindacato Libero Scrittori Italiani) ,  anche Napoli celebra già da Gennaio 2015 i 340 anni dalla morte di Giuseppe Battista con una pubblicazione e due Convegni Nazionali su: “L’avanguardia barocca  da Robert Angot de Lepèronniére e George Hembert  alla classicità post rinascimentale di Giuseppe Battista nel Regno di Napoli” – Un Progetto sul quale Pierfranco Bruni lavora da decenni e, in una nuova contestualizzazione, la  lingua di Giuseppe Battista viene riletta attraverso modelli etnolinguistici e antropologici. /Il Progetto ha la collaborazione e l’organizzazione del Sindacato Libero Scrittori Italiani e della rivista “Il Cerchio” diretta da Giulio Rolando oltre l’impegno del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi” /Le celebrazioni si svolgeranno tra Napoli e Roma./Il Progetto per i 340 anni dalla morte di Giuseppe Battista già illustrato da Pierfranco Bruni nel corso delle Giornate del Forum delle Cultura di Napoli ha il suo primo appuntamento a Palazzo Sora di Roma il 21 novembre. "La cultura europea, ha dichiarato Pierfranco Bruni, è nella vasta visione di Giuseppe Battista. il Barocco letterario spagnolo e francese deve molto al Battista che tratta il tema della menzogna con una visione filosofica e antropologica".

 

 






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