Sandra
Antonica, vicesegretaria del Pd pugliese ha reso pubblica su Facebook una lunga
lettera a Sergio Blasi in relazione alla presa di posizione politica espressa
ieri e riportata oggi dai media regionali.
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La lettera
di Antonica può essere letta a questo link:
https://www.facebook.com/sandra.antonica.1/posts/10203858547796826?pnref=story
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Questa la
replica di Sergio Blasi:
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“Cara
Sandra,
che fai, mi cacci? C’è una allusione
finale nella tua lettera, da cui traspare una concezione proprietaria del
partito che è esattamente quello di cui parlavo nel mio intervento sui nodi
politici – e dico politici – di questa stagione che si sta chiudendo in Puglia.
Spero di sbagliarmi, ma è proprio quel motto “qui ora comandiamo noi” che ho
riconosciuto e che non mi ha mai ispirato, neanche quando anch’io, come te
adesso, ho ricoperto ruoli apicali nel partito regionale. Un atteggiamento di
questo genere è sbagliato, anche perché chi scrive non ha mai poggiato il suo
consenso sulla fedeltĂ verso qualcuno, ma sulle cose fatte e realizzate. E,
soprattutto, sull’incoraggiamento delle persone, di quelle che per strada ti
incontrano e ti chiedono non a quale corrente appartieni o a chi sei fedele, ma
soluzioni ai problemi, speranze di futuro e di sviluppo.
Sono certamente su posizioni
politiche diverse sia da chi – temporaneamente – occupa il ruolo di segretario
regionale, sia di chi occupa il ruolo di segretario nazionale. La differenza
rispetto a tanti altri è nel fatto che io non mi nascondo, né mi accodo per
convenienza. Tutt’altro: non rinuncio a condurre la mia battaglia politica nel
partito, come è giusto che sia nei confronti di chi mi sostiene e della mia
stessa coscienza.
Un altro passaggio che fai finta di
fraintendere è quello sulla struttura del partito. Che Emiliano – e la tua
missiva ne è almeno in parte conferma – ha militarizzato in queste primarie per
il sostegno a sé. Ebbene tutto ciò non ha a che fare con gli iscritti, con i
militanti, con gli elettori. Anzi, è la negazione del loro ruolo e della loro
importanza, per la quale mi batto. Quindi lascia stare gli iscritti. Nel nostro
partito – ad ogni livello – coesistono oggi visioni differenti sul ruolo dei
leader e sulla democrazia interna. Fare finta che non esistano visioni diverse,
o pretendere di normalizzare ogni discussione politica con i “volemose bene” o
peggio con “o ti adegui o non ti candidiamo” non è rispettoso per la nostra storia,
che progredisce proprio grazie alla discussione e alla dialettica interna.
Per quanto riguarda i temi concreti
da portare in campagna elettorale sono alla conclusione di un mandato da
consigliere regionale cominciato, nella prima riunione del Consiglio, con la
proposta di legge per la riduzione dei costi della politica con la riduzione
del numero di consiglieri da 70 a 50, poi andata a buon fine, e continuato con
una attivitĂ legislativa che ha segnato risultati sulla tutela delle minoranze
linguistiche, sulla promozione delle tradizioni musicali pugliesi (che come
tuti sanno possono essere fonte di ricchezza e turismo), sulla promozione della
lettura, sulla sperimentazione della cannabis terapeutica, sulla
regolamentazione regionale delle cooperative di comunità e sull’incentivazione
di unioni e fusioni di comuni e tanto. Insomma, io di temi da trattare ne
ho a iosa, se qualcuno ha bisogno di confrontarsi.
Ma
non rinuncio a condurre la mia battaglia politica in ogni sede, fedele agli
ideali della mia gioventĂą e non a rimorchio delle transitorie fortune di questo
o quel capo o di questa o quella segreteria”.
Con
rispetto
Sergio
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