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Replica di Sergio Blasi a Sandra Antonica vicesegretaria del Pd pugliese
giovedì 6 novembre 2014

da blasi.ufficiostampa@gmail.com




Sandra Antonica, vicesegretaria del Pd pugliese ha reso pubblica su Facebook una lunga lettera a Sergio Blasi in relazione alla presa di posizione politica espressa ieri e riportata oggi dai media regionali.

 

La lettera di Antonica può essere letta a questo link:

https://www.facebook.com/sandra.antonica.1/posts/10203858547796826?pnref=story

 

Questa la replica di Sergio Blasi:

 

“Cara Sandra,

che fai, mi cacci? C’è una allusione finale nella tua lettera, da cui traspare una concezione proprietaria del partito che è esattamente quello di cui parlavo nel mio intervento sui nodi politici – e dico politici – di questa stagione che si sta chiudendo in Puglia. Spero di sbagliarmi, ma è proprio quel motto “qui ora comandiamo noi” che ho riconosciuto e che non mi ha mai ispirato, neanche quando anch’io, come te adesso, ho ricoperto ruoli apicali nel partito regionale. Un atteggiamento di questo genere è sbagliato, anche perché chi scrive non ha mai poggiato il suo consenso sulla fedeltà verso qualcuno, ma sulle cose fatte e realizzate. E, soprattutto, sull’incoraggiamento delle persone, di quelle che per strada ti incontrano e ti chiedono non a quale corrente appartieni o a chi sei fedele, ma soluzioni ai problemi, speranze di futuro e di sviluppo.

Sono certamente su posizioni politiche diverse sia da chi – temporaneamente – occupa il ruolo di segretario regionale, sia di chi occupa il ruolo di segretario nazionale. La differenza rispetto a tanti altri è nel fatto che io non mi nascondo, né mi accodo per convenienza. Tutt’altro: non rinuncio a condurre la mia battaglia politica nel partito, come è giusto che sia nei confronti di chi mi sostiene e della mia stessa coscienza.

Un altro passaggio che fai finta di fraintendere è quello sulla struttura del partito. Che Emiliano – e la tua missiva ne è almeno in parte conferma – ha militarizzato in queste primarie per il sostegno a sé. Ebbene tutto ciò non ha a che fare con gli iscritti, con i militanti, con gli elettori. Anzi, è la negazione del loro ruolo e della loro importanza, per la quale mi batto. Quindi lascia stare gli iscritti. Nel nostro partito – ad ogni livello – coesistono oggi visioni differenti sul ruolo dei leader e sulla democrazia interna. Fare finta che non esistano visioni diverse, o pretendere di normalizzare ogni discussione politica con i “volemose bene” o peggio con “o ti adegui o non ti candidiamo” non è rispettoso per la nostra storia, che progredisce proprio grazie alla discussione e alla dialettica interna.

Per quanto riguarda i temi concreti da portare in campagna elettorale sono alla conclusione di un mandato da consigliere regionale cominciato, nella prima riunione del Consiglio, con la proposta di legge per la riduzione dei costi della politica con la riduzione del numero di consiglieri da 70 a 50, poi andata a buon fine, e continuato con una attività legislativa che ha segnato risultati sulla tutela delle minoranze linguistiche, sulla promozione delle tradizioni musicali pugliesi (che come tuti sanno possono essere fonte di ricchezza e turismo), sulla promozione della lettura, sulla sperimentazione della cannabis terapeutica, sulla regolamentazione regionale delle cooperative di comunità e sull’incentivazione di unioni e fusioni di comuni e  tanto. Insomma, io di temi da trattare ne ho a iosa, se qualcuno ha bisogno di confrontarsi.

Ma non rinuncio a condurre la mia battaglia politica in ogni sede, fedele agli ideali della mia gioventù e non a rimorchio delle transitorie fortune di questo o quel capo o di questa o quella segreteria”.

Con rispetto

Sergio

 

 

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