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ECONOMIA: IL GOVERNO NON È ANCORA PRONTO A CONTRASTARE IN UE I TAGLI IMPOSTI ALLA PAC
lunedì 3 novembre 2014

da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L'Abbate




 

 

Mezzo miliardo di tagli alla Politica Agricola Comunitaria 2015, che si aggiungono ai danni dell’embargo russo di cui l’Italia è il secondo partner commerciale, non trovano ancora una pronta risposta del Ministro Martina, nonostante la presidenza del semestre Ue. Interpellanza urgente del M5S

 

“Il Ministro Martina sta vagliando le iniziative politiche più opportune, in seno al consiglio europeo, per manifestare il dissenso del settore primario verso questa decisioneâ€. Questa la risposta del sottosegretario all’Agricoltura Castiglione all’interpellanza urgente, presentata dai deputati Giuseppe L’Abbate e Massimiliano Bernini (M5S), sul taglio ai fondi della Politica Agricola Comune (PAC). Lo scorso 15 ottobre, infatti, la Commissione europea ha approvato una lettera di rettifica al progetto di bilancio 2015 nella quale chiede al Consiglio e al Parlamento europeo di stralciare fondi per quasi mezzo miliardo di euro dal bilancio agricolo per la gestione della PAC 2015, al fine di sopperire alla mancanza di liquidità necessaria per sostenere altre politiche europee quali il programma energetico europeo, il programma Horizon 2020 e gli interventi di cooperazione con Paesi terzi in materia di gestione dei flussi migratori.

 

“Abbiamo chiesto al Ministero dell’Agricoltura quali misure intendesse attuare per contrastare questa ennesima decisione a danno del settore primario dell’Unione europea – dichiarano Giuseppe L’Abbate e Massimiliano Bernini (M5S) – La risposta è che si sta ancora valutando l’intervento da fare. Praticamente l’atteggiamento italiano con il Governo guidato da Matteo Renzi non è minimamente cambiato dal passato. L’Italia si presenta impreparata ai tavoli europei che contano e questo Esecutivo non ha ancora compreso che se ci si presenta con il cappello in mano, chiedendo l’elemosina, nessuno contemplerà le nostre richieste. Servono proposte concrete, non convinzioni o annunci spot. Altrimenti l’Italia – continuano i due parlamentari 5 Stelle della Commissione Agricoltura – rimarrà sempre lo scolaretto che deve tornare al proprio banco a fare i compiti. Con la presidenza del semestre europeo, abbiamo la possibilità di fare scelte coraggiose ma non si vuol prendere alcun provvedimento. È giunto il momento che il Governo italiano cominci a valutare meglio le conseguenze che le scelte europee hanno sugli ‘affari interni’, perché se dobbiamo continuare a pagare questo scotto questa ‘unione’ diviene né conveniente né desiderabile. Questa ulteriore decurtazione di risorse, che impone il ricorso alla riserva di crisi (da finanziare mediante una riduzione dei pagamenti diretti secondo il meccanismo della disciplina finanziaria) per ‘salvare’ i redditi degli agricoltori unionali che non esportano più in Russia, è un affronto inconcepibile ad un settore che già paga questa gravissima crisi internazionale. L’ulteriore sottrazione di risorse alle imprese agricole – concludono Bernini e L’Abbate (M5S) – appare una scelta priva di qualsiasi logica e contraria ai nostri interessi nazionali. Giova ricordare, infatti, che siamo il secondo partner commerciale della Russiaâ€.

 

Il comparto agricolo ed agroalimentare italiano, secondo le stesse stime comunicate dal Mipaaf, si conferma un settore dinamico e in grado di creare occupazione anche nel secondo trimestre 2014, con un saldo positivo del +1,8% e con una incoraggiante occupazione che registra un +5,6%. Vanto in tutto il mondo del “made in Italy†con la fetta più grossa del registro dei prodotti a marchio DOP e IGP dell’Unione europea, ora subisce l’ennesimo attacco che ne mina lo sviluppo futuro, senza il Governo Renzi riesca ad imporsi nelle sedi comunitarie. Un esecutivo, peraltro, che vede bocciarsi dalla propria maggioranza, ovvero dal Presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia (PD), anche gli unici provvedimenti (60 milioni di euro in tre anni) a favore dell’agricoltura inseriti nella Legge di Stabilità nonostante al contempo venga innalzata l’aliquota per il gasolio agricolo dal 22% al 26%.




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