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Mezzo miliardo di tagli alla
Politica Agricola Comunitaria 2015, che si aggiungono ai danni dell’embargo
russo di cui l’Italia è il secondo partner commerciale, non trovano ancora una
pronta risposta del Ministro Martina, nonostante la presidenza del semestre Ue.
Interpellanza urgente del M5S
“Il Ministro Martina sta
vagliando le iniziative politiche più opportune, in seno al consiglio europeo,
per manifestare il dissenso del settore primario verso questa decisioneâ€.
Questa la risposta del sottosegretario all’Agricoltura Castiglione
all’interpellanza urgente, presentata dai deputati Giuseppe L’Abbate e
Massimiliano Bernini (M5S), sul taglio ai fondi della Politica Agricola
Comune (PAC). Lo scorso 15 ottobre, infatti, la Commissione europea ha
approvato una lettera di rettifica al progetto di bilancio 2015 nella quale
chiede al Consiglio e al Parlamento europeo di stralciare fondi per quasi
mezzo miliardo di euro dal bilancio agricolo per la gestione della PAC 2015,
al fine di sopperire alla mancanza di liquidità necessaria per sostenere altre
politiche europee quali il programma energetico europeo, il programma Horizon
2020 e gli interventi di cooperazione con Paesi terzi in materia di gestione
dei flussi migratori.
“Abbiamo chiesto al Ministero
dell’Agricoltura quali misure intendesse attuare per contrastare questa
ennesima decisione a danno del settore primario dell’Unione europea – dichiarano
Giuseppe L’Abbate e Massimiliano Bernini (M5S) – La risposta è che si
sta ancora valutando l’intervento da fare. Praticamente l’atteggiamento italiano
con il Governo guidato da Matteo Renzi non è minimamente cambiato dal passato. L’Italia
si presenta impreparata ai tavoli europei che contano e questo Esecutivo non ha
ancora compreso che se ci si presenta con il cappello in mano, chiedendo
l’elemosina, nessuno contemplerà le nostre richieste. Servono proposte
concrete, non convinzioni o annunci spot. Altrimenti l’Italia – continuano
i due parlamentari 5 Stelle della Commissione Agricoltura – rimarrÃ
sempre lo scolaretto che deve tornare al proprio banco a fare i compiti. Con la
presidenza del semestre europeo, abbiamo la possibilità di fare scelte
coraggiose ma non si vuol prendere alcun provvedimento. È giunto il momento che
il Governo italiano cominci a valutare meglio le conseguenze che le scelte
europee hanno sugli ‘affari interni’, perché se dobbiamo continuare a pagare
questo scotto questa ‘unione’ diviene né conveniente né desiderabile. Questa
ulteriore decurtazione di risorse, che impone il ricorso alla riserva di crisi
(da finanziare mediante una riduzione dei pagamenti diretti secondo il
meccanismo della disciplina finanziaria) per ‘salvare’ i redditi degli
agricoltori unionali che non esportano più in Russia, è un affronto
inconcepibile ad un settore che già paga questa gravissima crisi
internazionale. L’ulteriore sottrazione di risorse alle imprese agricole – concludono
Bernini e L’Abbate (M5S) – appare una scelta priva di qualsiasi logica e
contraria ai nostri interessi nazionali. Giova ricordare, infatti, che siamo il
secondo partner commerciale della Russiaâ€.
Il comparto agricolo ed
agroalimentare italiano, secondo le stesse stime comunicate dal Mipaaf, si
conferma un settore dinamico e in grado di creare occupazione anche nel
secondo trimestre 2014, con un saldo positivo del +1,8% e con una incoraggiante
occupazione che registra un +5,6%. Vanto in tutto il mondo del “made in
Italy†con la fetta più grossa del registro dei prodotti a marchio DOP
e IGP dell’Unione europea, ora subisce l’ennesimo attacco che ne mina lo
sviluppo futuro, senza il Governo Renzi riesca ad imporsi nelle sedi
comunitarie. Un esecutivo, peraltro, che vede bocciarsi dalla propria
maggioranza, ovvero dal Presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia
(PD), anche gli unici provvedimenti (60 milioni di euro in tre anni) a favore
dell’agricoltura inseriti nella Legge di Stabilità nonostante al contempo venga
innalzata l’aliquota per il gasolio agricolo dal 22% al 26%.