Libero OSSERVATORIO della LEGALITA’
onlus
(TA) osservatoriolegnc@libero.it
PER LA MASSERIA SOLITO SI INTRAVVEDE
LA SPERANZA DI UN FUTURO, DOPO LE LOTTE SOSTENUTE DAL "LIBERO OSSERVATORIO DELLA LEGALITÀ" PER SOTTRARLA ALLA DEMOLIZIONE E RESTITUIRLA ALLA FRUIZIONE
DEI CITTADINI, TESTIMONIANZA DI UN PASSATO NEPPURE TROPPO LONTANO ( rammentiamo
che negli anni 50-60 la zona Bestat era ancora agricola!). IL 29 APRILE
L'INCONTRO CHIESTO ED OTTENUTO DAL CENTRO STUDI E L'INVITO DA QUESTI RIVOLTO
ALLE " ASSOCIAZIONI
CULTURALI E SOSTENITORI RECUPERO MASSERIA SOLITO". MA QUALI
ASSOCIAZIONI SI SONO MAI PREOCCUPATE DI SOSTENERCI NEGLI ANNI DELLA
LOTTA PER CONTRASTARNE L'ABBATTIMENTO?
CHI MAI HA SPESO UNA PAROLA A DIFESA
DELLA STRUTTURA OPPURE DI CHI E' ARRIVATO A BLOCCARE CON LA PROPRIA PERSONA
L'ARRIVO DELLE RUSPE? DOVE ERANO I SOSTENITORI?
PER MEGLIO RAMMENTARE L'IMPEGNO DEL
NOSTRO "OSSERVATORIO" RIPORTIAMO SOLO ALCUNI DEI TANTISSIMI ARTICOLI PUBBLICATI
SU QUESTO BLOG, SOTTOLINEANDO CHE SONO STATI PUBBLICATI ANCHE SUI TUTTI I
QUOTIDIANI LOCALI.
Uno scippo
provocato
Al
Prefetto di Taranto,
Sindaco
di Taranto,
Sovrintendente
Torniamo a
parlare di Masseria Solito, una vicenda che denuncia l’incredibile leggerezza,
la preoccupante assenza di lungimiranza, la scarsa volontà di alternative
occupazionali di chi è preposto alla gestione della città, alla tutela del
territorio e dei suoi "beni" fin troppo negletti e abbandonati. La
storia si ripete da decenni ed è più che mai attuale per una crisi dalle
dimensioni mondiali. Ebbene, è il momento di rinnovare i canoni economici e
produttivi, abbandonando sillogismi stantii per un’architettura mentale ed
economica improntata sulle capacità e sullo spirito di iniziativa con una propensione
per alternative che partano dalle potenzialità del territorio. Ed il turismo è
l’alternativa per antonomasia in un territorio, come quello jonico, ricco di
arte, tradizioni e cultura, di tesori da ripristinare e valorizzare. La
Masseria Solito, fuori di dubbio, è prototipo di arte, tradizione e cultura,
rurale. Sito a poche decine di metri dalla "Cripta del Redentore" (altro sito archeologico di rilevante interesse “storico -
artistico “ finito nel dimenticatoio...) il complesso edilizio, le cui tracce
risalgono ai primi del '600, dapprima di proprietà degli Amontinato, di seguito
degli Gnettari (dal 1637 al 1676), nel 1717 fu concesso in enfiteusi al
reverendo Domenico Antonio Solito, illustre esponente del "Clero
Tarantino", alla cui famiglia rimase a lungo, fornendo il nome a tutta la
contrada, prima di passare a Luigi Viola. Un "pezzo di storia",
dunque, per il quale si delinea una fine ben triste ed illogica, ovvero la
demolizione per far posto ad un palazzo che, seppure dovesse possedere tutti i crismi
della moderna bioarchitettura, sarebbe semplicemente uno dei tanti palazzoni
tarantini, palazzoni anonimi che, spesso, "ammorbano" strade
altrimenti di interesse storico-architettonico come Corso Umberto, traviato da
costruzioni "fuori luogo".
Ci si
chiede: perché Comune e Sovrintendenza non intervengono?
Senza porsi
"il minimo dubbio di liceità" si tenta di demolire un "pezzo di
storia" cittadino.
In più
occasioni consiglieri comunali, comitati, semplici cittadini sono intervenuti
per chiedere alle istituzioni preposte un intervento autoritario per fermare la
richiesta di demolizione, avanzata dagli attuali proprietari per procedere ad
una sostituzione edilizia con alcuni alloggi.
Negli anni
si sono susseguite le voci di demolizione di una struttura che, anche se se
abbandonata ed ignorata da 30 anni, rimane pur sempre un importante "Sito
Storico" di non trascurabile interesse. Oggi, ci risiamo! Chi si opporrà?
Il Libero
Osservatorio della Legalità chiede un intervento deciso della società
civile, di quanti hanno a cuore l’interesse per i beni della città, da
proteggere, da valorizzare, anche per una nuova "cultura
occupazionale".
Già nel 1996
era stato chiesto - senza successo alcuno - l’intervento dell’Amministrazione e
della Soprintendenza a tutela dello "storico reperto", dato che, come
ribadito all’art. 10 del recente Codice dei beni culturali, lo
stesso è piuttosto un bene da tutelare, anche nel caso in cui non
sia stato fatto oggetto di "procedimento di dichiarazione di interesse
culturale" dalla Sovrintendenza.
Chiaro che
c'è sempre tempo, ammesso che nel frattempo, nel silenzio di una Città in
tutt'altre faccende affaccendata, tesa non certo alla difesa del territorio,
non accada l'irreparabile, non intervenga "prepotente” la demolizione.
Auspico che
la Sovrintendenza, più volte accoratamente adita, vorrà assumere le iniziative
di competenza, dato che "sono beni culturali oggetto di tutela"
: le tipologie di architettura rurale aventi interesse storico od
etnoantropologico quali testimonianze dell’economia rurale tradizionale.
Appare tra
l'altro inspiegabile che si continui ad ignorare quanto disposto dal
successivo art.. 21 "Sono subordinati ad
autorizzazione del Ministero": a) la demolizione delle cose costituenti
beni culturali, anche con successiva ricostituzione...
Ritenendo
opportuno garantire l'incolumità della struttura - rigettando qualsiasi
progetto di demolizione - invitiamo il Soprintendente ad intervenire per "
imporre d'ufficio" gli interventi conservativi previsti dall’art. 33 del Codice
dei beni culturali - interventi realizzabili agevolmente in considerazione
della possibilità del concorso pubblico alle relative spese.
L'Osservatorio
sulla Legalità nel rivolgere appello a chiunque sia interessato alla tutela dei
Beni Cittadini auspicando si possa procedere ad un recupero funzionale per un
utilizzo sociale – culturale
chiede
- al sig.
Sindaco di sospendere qualsiasi atto inerente l'insana richiesta di
demolizione;
- alla
Sovrintendenza di inserire il manufatto nell’elenco dei beni da sottoporre a
tutela.
E' più forte di
me!
Non riesco a
fingere per quello che di raccapricciante accade a Taranto.
Città strana
per davvero, un territorio per il quale non si riesce proprio ad avere
attenzione per non parlare poi di "rispetto".
Sono
costernato e mortificato innanzitutto per la mancanza di interesse da parte dei
miei colleghi tutti, impegnati unicamente a rincorrere il Profitto.
Presi da
detto vortice, non riescono a comprendere come possa il sottoscritto trovare
tempo e forza per interessarsi a determinate problematiche che... ma ripeto,
proprio non riesco a voltarmi dall'altra parte.
Al momento,
sono mortificato per la convinzione di taluni che non si possa far nulla per
evitare la demolizione della Masseria Solito.
Se anche non
si dovesse poter imporre un qualsiasi vincolo... chiedo: “Perché non
pensare di spostare i volumi duplicati e/o triplicati, in altra zona?”
Il
manufatto, una volta passato nella disponibilità Comunale, potrebbe essere
concesso in comodato ed una volta ristrutturato potrebbe essere destinato, ad
esempio, a SEDE degli Ordini Professionali....
Dimostrazione
tangibile di interesse per il Territorio, per i monumenti in genere.
Se detta
opportunità fosse avanzata da qualcuno che conta, sarebbe accolta.
Assessori e
sindaco penso non sappiano come uscire da questo vicolo cieco, atteso la
sovrintendenza che in maniera lapidaria avrebbe risposto:
“Non possiamo vincolare ogni Locanda nella quale è passato
Garibaldi...!”Compreso con chi si ha a che fare ?
Masseria Solito:
ancora allarme abbattimento
Pare proprio
che ci si sia intestarditi. Vogliono a tutti a tutti i costi abbattere la
Masseria Solito di Taranto. Altro pezzo di storia che va in gloria…Ma sì, forse
è meglio così.
Vuol dire
che ce lo meritiamo. Pare che i proprietari non vogliano proprio saperne di
costruire altrove i volumi anche se maggiorati con premialità varie.
Pare che,
forti del parere della Sovrintendenza, stiano bussando in maniera “forte” al
comune che ha inficiato (a ragione dico io) l’ignobile D.I.A. con la quale si
stava provvedendo all’insano atto distruttivo.
Eh, già,
pare che la Sovrintenza non voglia riconoscere alcuna peculiarità…tanto meno
quella storica.
E' triste,
ma pare che basti la convinzione di un'unica figura (competente... per carità)
che tutto possa andare in gloria.
Quasi si
trattasse di una casupola qualsiasi. Ecco che senza tanti complimenti, a
Taranto, città nella quale è difficile abbattere anche una delle tantissime
brutture, uno dei tanti ruderi senza senso e significato, ecco che si avalla
l’abbattimento di quello che di certo rappresenta l’antesignano dei fabbricati
cittadini nato quando la città era stretta nelle mura dell’isola.
Ritengo che
innanzi a quel manufatto che indubbiamente riveste carattere d’interesse
pubblico a poco o nulla possa valere il diritto di chi è e deve rimanere, della
città tutta, anche di chi non se ne frega nulla, perché determinati manufatti
non possono appartenere a Tizio e/o Caio, bensì alla comunità che ha il dovere
di conservarla per tramandarla ai posteri… A futura memoria, dunque!
La
Sovrintendenza…che dire? Guai a mettersela contro. Guai a fronteggiarla.
Sarebbe come giungere al “Chi sei tu? Chi sono io” che non può che vederti
perdente”.
Tutti la
temono. Possibile che nessuno riesca ad interpellare il ministero ai Beni
culturali?
Possibile
che nel silenzio generale si debba assistere a ciò che non si discosta più di
tanto da una esecuzione di morte?
Una società
civile, una società fiera del suo passato si attiverebbe per bloccare la ruspa
assassina, per sensibilizzare e smuovere il ministero al fine del vincolo!
Tra le altre
cose perché non portare la richiesta di demolizione all'attenzione del
Consiglio Comunale?
Appello a chi ha
a cuore la Masseria
Ritenendo
senz'altro efficace invitare chiunque vorrà farlo ad inviare la richiesta
tesa alla rimozione dell'ingombrante cartellone pubblicitario che
posto a ridosso della recinzionedi via Plateja impedisce la visuale della
Masseria Solito, che nel breve volgere di pochi giorni rischia di ripiombare
nel disarmante "dirupo" dell'indifferenza generale.
Inoltriamo
l'appello all'indirizzo comuneta@comune.taranto.it non già alla Circoscrizione, la quale riterrà di dover riunire
il Consiglio Circoscrizionale, anche per detta banalissima, al tempo stesso
importantissima circostanza, con gran perdita di tempo.
Adesione
all'appello "Salviamo la Masseria Solito"
Il
Comitato per Taranto aderisce all'iniziativa "Salviamo la Masseria
Solito"
Non
dubitare che un gruppo di cittadini
impegnati
e consapevoli
possa
cambiare il mondo:
in
effetti è solo così che è sempre andata.
Margaret
Mead
Taranto:
la Masseria Solito (del 1600) è a rischio abbattimento
Sito nel
quartiere Tre Carrare-Battisti, a poche decine di metridalla "Cripta del
Redentore" il complesso edilizio oggi noto come "Masseria
Solito" le cui tracce risalgono agli inizi del '600, nel 1717 fu concesso
in enfiteusi al reverendo Domenico Antonio Solito - illustre esponente del
"Clero Tarantino" - alla cui famiglia rimase alungo, fornendo il nome
a tutta la contrada - prima di passare a Luigi Viola.
La Masseria
Solito è fuor di dubbio un bene "storico - culturale" per la Città di
Taranto, e come tale riteniamo che vada salvaguardata. Ma nel silenzio
assordante di una Città distratta, nella quale vige la disinformazione, ieri è
stata autorizzata proprio la demolizione di questo stabile.
Ci chiediamo
perché si vuole demolire un "pezzo di storia" cittadino così, a cuor
leggero, senza essersi posti il minimo dubbio di liceità.
Come mai il
suddetto complesso edilizio non è stato mai sottoposto alla CAT e dunque al
Consiglio Comunale? Perchè questa masseria non ha avutolo stesso trattamento
riservato al palazzo di via Acclavio?
A nulla sono
valsi gli appelli di consiglieri comunali, comitati,semplici cittadini che sono
intervenuti, in più occasioni, per chiedere alle istituzioni preposte un
intervento autoritario per fermare la scriteriata richiesta di demolizione
della "Masseria Solito", avanzata dagli attuali proprietari per
procedere allarealizzazione di un fabbricato per civile abitazione. Anche se
abbandonata ed ignorata da 30 anni, rimane pur sempre un importante"Sito
Storico" di non trascurabile interesse. Occorre ricordare eribadire che
già nel 1996 era stato chiesto - senza risposta alcuna - l´intervento del
Sindaco e della Sovrintendenza a protezione - tutela dello "storico
reperto", atteso che come ribadito all´art.10 delrecente Codice dei beni
culturali, lo stesso è piuttosto un bene datutelare, anche nel caso in cui non
sia stato fatto oggetto di "procedimento di dichiarazione di interesse
culturale" da parte della Sovrintendenza.
Ci
auspichiamo che la locale Sovrintendenza vorrà quanto prima assumere le
iniziative di propria specifica competenza, atteso che sono beni
culturali oggetto di tutela le tipologie di architettura rurale aventi
interesse storico od etnoantropologico quali testimonianze dell´economia rurale
tradizionale.
Appare
dunque e tra l'altro assolutamente inspiegabile che, si continui ad ignorare
quanto disposto dal successivo art. 21 "sono subordinati ad
autorizzazione del Ministero: a) la demolizione delle cose
costituenti beni culturali, anche con successiva ricostituzione...".
Nel ritenere
che sia quanto mai opportuno garantire l'incolumità dell'intera struttura -
rigettando ed non autorizzando progetti attialla sua demolizione - invitiamo il
Sovrintendente ad intervenire per "imporre d'ufficio" gli interventi
conservativi previsti dall´art.33 del Codice dei beni culturali - interventi
conservativi che si possono agevolmente realizzare atteso tra l'altro la possibilità
del concorso pubblico alle relative spese.
Nell´auspicare
che si proceda piuttosto ad un suo recupero funzionale destinandola pittosto ad
un utilizzo sociale - culturale,
chiediamo
- al sig.
Sindaco di sospendere ogni atto inerente l'inopinata - insana richiesta di
demolizione;
- alla
Sovrintendenza di voler considerare la possibilità di inserire il manufatto
nell´elenco dei beni da sottoporre a tutela;
- al
Difensore Civico di "difendere"... un bene di pubblico interesse e
dunque comune... "anche se privato".
La Masseria
potrebbe essere salvata atteso la rilevanza Storica e conl'ausilio di Enti e/o
istituti privati ristrutturata e destinarla ad unuso d'interesse pubblico -
sociale.
In una città
che lotta per il diritto di vivere in un ambiente sano e in salute è quanto mai
vitale preservare le alternative di sviluppo che offre il territorio e una fra
queste è di certo lo sviluppo del turismostorico-culturale. La demolizione di
questo edificio, anziché la sua restaurazione, è l´ennesima violenza su un
territorio ricco di storia che ha già perso molto e non merita di essere
colpito ancora.
Per ora
questa richiesta è sostenuta da comuni cittadini nonorganizzati,
dall'Osservatorio per la Legalità, dagli Amici di BeppeGrillo di Taranto, dal
Comitato Cittadino Taranto Futura, dal comitato contro l'inquinamento Taranto
libera. Chiunque voglia aggiungere il proprio sostegno può scrivere una mail a lastoriaditarantononsitocca@gmail.com.
Se sarà
necessario far partire una sottoscrizione ve ne daremo comunicazione.
Appello ai saggi
La Masseria Solito è salva. Ancora una volta,
per fortuna.
Grazie alla caparbietà, all'ostinazione di
qualcuno, all'amore per la Città e per i suoi tesori, potenziali portatori di
ricchezza, di chi senza soluzione di continuità è andato contro decisioni
pubbliche e interessi privati... Oggi, tanta ostinazione ha prodotto i suoi
frutti, ma Nevio Conte non può continuare ad essere la sola vox clamans
in deserto.
E' necessario, indispensabile, che quanti
amano la Città si sveglino dal torpore secolare e scendano in piazza a reclamare
a gran voce il diritto alla ripresa.
Chi se non nomi del calibro di Anzoino,
D'Angela, De Stefano, Massafra, Nistripossono essere, loro, portatori di
sapienza, gli uomini della rinascita.
Non deleghiamo al Consiglio Comunale un ruolo
che non è loro congeniale! A ciascuno il suo!
Appello rivolto
alla prof. Barbanente
Preg.ma
Professoressa Barbanente,
la bagarre
di ieri apsramente criticata da taluni,facile immaginare chi, ha comunque
permesso il ritiro dei "guastatori", di chi approfittando di un
momento di disattenzione generale, ma fondamentalmente pescando nel torbido,
con una banalissima DIA aveva gia portato nel sito le macchine operatrici per
procedere alla eliminazione del manufatto in oggetto.
L'aver
apposto un insulso cartello di cantiere abilitava dunque allo scempio...
davvero disarmante!
Per fortuna il
Tam Tam telematico ha funzionato ed ha attirato in zona gli organi di
controllo.
L'assessore
D'Ippolito ha invalidato l'inconcepibile DIA.
Sembra però
che la Sovrintendenza non voglia riconoscere la storia di quell'antico
manufatto, la sorte del quale a questo punto sarà decretata dal Consiglio
Comunale, a nulla valendo il richiamo dello scorso anno della Sovrintendenza di
Roma tanto al sindaco Stefano che all'arch. Ressa.
Possibile
che non esista una norma, un appiglio un riferimento che possa impedire la
morte fortunosamente sventata ieri?
La prego,
intervenga, se può, non permetta che si compia ciò che non si discosta più di
tanto da un delitto.
Grazie per
quanto vorrà fare.
La Masseria
Solito è salva
La
Masseria Solito, per il momento e per fortuna è ancora in piedi, atteso che un
provvidenziale intervento dell'ultimo momento, è riuscito a fermare le ruspe,
pertanto... non si procederà alla temuta ed oramai certa demolizione.
Speriamo
le si voglia riconoscere quantomeno il "vincolo storico".
E' così si vuol
fare turismo?
Masseria
Solito, una masseria del '500, prima della demolizione.
Così si vuol
fare turismo? Sono passati millenni dall'era delle caverne!
Vergogna per
l'incapacità di tutelare le ricchezze, sempre più scarne, del territorio.
il silenzio
della vergogna!
Per far
cadere quanto prima nel dimenticatoio certi argomenti non si può che tacere,
sempre tacere; poi, quanto meno te l’aspetti, ecco che si ritentano colpi
andati male in precedenza.
Purtroppo, e
nuovamente, al Quartiere Tre Carrare Battisti si rincorrono preoccupate e
preoccupanti voci inerenti la possibile demolizione del Manufatto noto
come “Masseria Solito” di via Plateja.
Ai primi di
Gennaio 2006, l’Osservatorio ed il Comitato Giustataranto avviarono una raccolta
firme per cercare di sottrarre un “Monumento Cittadino” ad
unafine ignobile e ingloriosa.
Copia delle
centinaia di firme raccolte furono protocollate presso le segreterie di Palazzo
di Città, del Difensore Civico e della locale Sovrintendenza; solo il prof.
Guadagnolo ha ritenuto di sollecitare l’intervento del Soprintendente per
apporre alla stessa quantomeno il “vincolo storico”.
Ebbene,
se a distanza di poco tempo si ritenta il colpo, vuol dire che a nulla son
valse le sollecitazioni e le centinaia di firme raccolte tra chi riteneva
importante la tutela di un bene.
Se si
ritenta il colpaccio vuol significare che il Sindaco non ha inteso
sospendere qualsiasi atto inerente l'inopinata - insana
richiesta di demolizione e che la Sovrintendenza non ha ritenuto
possibile inserire il manufatto quantomeno nell’elenco dei beni da sottoporre
a “tutela storica”, nonostante l’opinione dei cittadini.
E così, a
cuor leggero, senza porsi …"il minimo dubbio di liceità” il colpo
maldestro, la determinazione eliminare un "pezzo di storia"
cittadino.
Questa è
l’attenzione, la sensibilità che si riesce ad esprimere a Taranto. Dunque, non
ci meravigliamo se senza soluzione di continuità ci ritroviamo a soccombere ed
a grattare il “fondo classifica” delle annuali graduatorie.
Cos’altro
potremo mai porre sul piatto della bilancia se non i soliti “Voli Pindarici”
che ci vedono primeggiare sempre e comunque? Cosa potremo mai proporre se non
riusciamo ad eliminare, peggio, se ignoriamo le “Nostre Miserie”, a
cominciare dalla insana voglia di cancellare tracce del passato?
A nulla
sono valsi gli appelli alle istituzioni preposte per un intervento autoritario
per fermare la scriteriata richiesta di demolizione della “Masseria”, per
procedere alla realizzazione di un fabbricato per civile abitazione.
Evitiamo che
si commetta un "crimine" nei confronti di un "gioiello
cittadino", che, anche a non voler considerare tale, rimane pur sempre un
"vecchio manufatto", di rilevante interesse storico cui
prestare la "giusta attenzione", allocato a poche decine
di metri dalla "Cripta del Redentore", altro sito archeologico di
rilevante interesse “storico - artistico“ finito nel dimenticatoio della solita
Città distratta.
Il complesso
edilizio oggi noto come "Masseria Solito", le cui tracce risalgono
agli inizi del 1600, è fuor di dubbio un bene "storico - culturale del
quale non si è ancora riusciti a comprendere il "valore
storico".
Già nel 1996
era stato chiesto - senza successo alcuno - l’intervento del Sindaco e della
Soprintendenza a protezione-tutela dello "storico reperto", visto
che, come ribadito all’art.10 del Codice dei Beni Culturali, è bene
da tutelare, anche nel caso in cui non sia stato fatto oggetto di "Procedimento
di dichiarazione di interesse culturale" dalla Soprintendenza;
chiaro che c'è sempre tempo per farlo, ammesso che nel frattempo, nell'assoluto
silenzio, non accada l'irreparabile, non si consumi l’ennesimo
oltraggio.
Perché la
locale Sovrintendenza, più volte accoratamente adita, non vuole assumere le
dovute iniziative, dato che "sono beni culturali oggetto di
tutela": …l’architettura rurale avente interesse
storico–etnoantropologico, quali testimonianze dell’economia rurale
tradizionale.
Inspiegabile
che, si continui ad ignorare quanto disposto dall’art.. 21: "sono
subordinati ad autorizzazione del Ministero: - la demolizione di cose
costituenti beni culturali, anche con successiva ricostituzione".
Nel ritenere
opportuno garantire l'incolumità dell'intera struttura - rigettando
qualsiasi progetto di demolizione - si auspica nell’autorevole intervento della
Soprintendenza per "imporre d'ufficio" gli interventi conservativi
comeprevisti dall’art. 33 del Codice dei beni culturali… interventi
conservativi che si possono realizzabili atteso il concorso pubblico
alle relative spese.
Nel
rivolgere un nuovo appello agli architetti ed a quant’altri interessati alla
tutela dei Beni Cittadini, nell’auspicare che si proceda al recupero funzionale
destinandola casomai ad un utilizzo sociale - culturale, si chiede al sig.
Sindaco d’intervenire per sospendere qualsiasi atto inerente l'insana richiesta
di demolizione.
Taranto lì, 01.11.14
il presidente
E dunque, diteci, quale sarà il destino della MASSERIA ?
SIAMO RIUSCITI A SOTTRARLA ALLE RUSPE.......
POTREMO FARE ALTRETTANTO RISPETTO ALLE INTEMPERIE
ED AL PERDURARE DELL'INCURIA DI CHI DOVREBBE PROVVEDERE?