SBLOCCA ITALIA: ACQUEDOTTO PUGLIESE È SEMPRE
UNA SPA, AQP NON È UN SOGGETTO GIURIDICO DI DIRITTO PUBBLICO
Â
Il parlamentari M5S di Puglia e Basilicata denunciano:
Acquedotto Pugliese S.p.A. rimane sempre una  società di diritto
privato con la finalità di dividere utili. Referendum disatteso
Â
La proposta emendativa
7.32 presentata in VIII Commissione in sede referente a firma di Massa, abroga
una vecchia disposizione, mai realizzata, che avrebbe costretto, dodici anni
fa, la Regione Puglia e Basilicata a mettere sul mercato le quote di Acquedotto
Pugliese, completando nel corso del 2002 la privatizzazione iniziata nel 1999
su decisione del Governo di centrosinistra. Quest’ultimo trasformò
l’Acquedotto Pugliese da Ente Autonomo, soggetto giuridico di diritto
Pubblico, a Società per Azioni, soggetto giuridico di diritto privato.
Con l’approvazione dell’emendamento viene abrogata la vecchia disposizione
mai attuata, ma Acquedotto Pugliese continua ad essere una S.p.A. che ha
come obbiettivo principale la divisione degli utili a fine anno e non il
miglior servizio possibile al minor costo possibile. Per il M5S in Puglia,
l’acqua continua a non essere pubblica.
Â
“Cogliamo
favorevolmente l’emendamento - dichiarano i parlamentari pugliesi Diego
De Lorenzis, Giuseppe L’Abbate, Giuseppe D’Ambrosio, Giuseppe Brescia,
Francesco Cariello, Emanuele Scagliusi, Daniela Donno, Maurizio Buccarella,
Barbara Lezzi, Lello Ciampolillo ed i colleghi lucani Vito Petrocelli e Mirella
Liuzzi – ma il Partito Democratico non pensi di prendere in giro i
cittadini: la ripubblicizzazione è una cosa differente. Togliere un obbligo nei
fatti mai attuato, di vendere le quote è cosa ben diversa da ripubblicizzare
l’Acquedotto Puglieseâ€.
Â
L’Acquedotto continua,
infatti, ad essere una SpA a causa delle decisioni del Governo di
centrosinistra che nel 1999 decretò con il D.lgs del 11
maggio, n. 141, di porre l’acquedotto pugliese sotto logiche di una azienda
privata e cioè legate alla divisione degli utili a fine anno, perdendo quindi
l’obbiettivo principale di fornire il miglior servizio possibile al minor costo
possibile.
Â
“Dopo la trasformazione
in SpA - continuano i deputati e senatori pugliesi e lucani del M5S
- sono incominciati i guai per i cittadini pugliesi che, anche se in
condizioni economiche svantaggiate, hanno subito per anni tagli indiscriminati
di acqua. Magari perché qualcuno con il contatore in comune al punto di
consegna all’interno dello stesso stabile, non aveva la possibilità di pagare
le bollette. La stessa acqua sulla quale veniva caricata anche la “remunerazione
del capitaleâ€, il profitto del gestore, abrogato dal referendum del 2011 ma che
Vendola ha continuato a difendere anche dopo l’esito referendario, nonostante i
lauti guadagni di Acquedotto Pugliese sulle tasche dei cittadini. Profitti che,
di fatto, non hanno impedito alla Puglia di avere un servizio discontinuo, che
non è stato capace di risolvere i problemi legati alla distribuzione e alla
depurazione e che oggi continua ad essere oggetto di infrazione comunitaria. È
vergognoso fare profitto sull’acqua, è vergognoso porre l’acqua, diritto umano
universale che garantisce la vita, sotto le logiche del mercato e dei privati e,
quindi, sotto la logica di una Società per Azioni. Il centrosinistra nel corso
degli anni ha privatizzato buona parte dei servizi idrici in Italia, trasformando
le aziende pubbliche in S.p.A. e, talvolta, affidando a privati la gestione.
Inoltre - aggiungono i deputati e senatori pugliesi e lucani 5 Stelle
- approvare questo emendamento non rende meno scandaloso il Decreto Sblocca
Italia che calpesta la Costituzione, l'ambiente e la volontà popolare e se il
centrosinistra in regione non vuole rendersi complice di questo decreto (il
peggior provvedimento del Governo Renzi), la Regione Puglia impugni la norma di
fronte alla Corte Costituzionale. Acquedotto Pugliese - concludono i
deputati e senatori pugliesi e lucani del M5S - rimane dunque un
soggetto giuridico di diritto privato, una SpA, e quindi la Regione potrÃ
continuare a decidere su nomina politica i vertici dirigenziali e ad assumere
senza l’obbligo di un concorso pubblico chi lavorerà nel più grande Acquedotto
d’Europaâ€.