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Anche
la Commissione Europea boccia il Governo e i suoi Ministri, dando all’Italia un
ultimatum di due mesi per giustificare le pesanti negligenze in merito al
mancato rispetto della Direttiva Europea sulle emissioni industriali.
L’USB
della Puglia da tempo denuncia che nulla o quasi si stia facendo in
merito all’ambientalizzazione ed al risanamento dello stabilimento tarantino e
del territorio ionico.
La
devastazione perpetuata per decenni dal “sistema Riva”, con la copertura della
stragrande maggioranza dei politici, delle istituzioni e dei sindacati
complici, rischia oggi di acuire le contraddizioni di una cittĂ dove la salute
ed il lavoro non riescono a conciliarsi; dove le industrie pesanti la fanno da
padrone e dove i soliti noti pensano addirittura di aumentare il potenziale
inquinante. Vorremmo dunque sapere a quale fabbrica si riferisce il Commissario
Gnudi, quando afferma che circa il 75% delle prescrizioni AIA sono state
realizzate: certamente non all’Ilva di Taranto.
L’USB
da tempo sostiene che l'unica soluzione per l’Ilva è
ambientalizzare e nazionalizzare, predisponendo contestualmente un
progetto politico a medio termine di de-industrializzazione e riqualificazione
del territorio. Non è più tempo di timide richieste, come la “transitoria
partecipazione pubblica” ventilata da Landini.
Su
questi obiettivi l’ USB continuerà a lottare insieme ai lavoratori ed ai
cittadini, chiamando tutti in piazza per lo sciopero generale del 24 ottobre
prossimo che in Puglia vedrĂ la manifestazione a Bari, in Piazza Umberto, dalle
ore 10.30.
Taranto, 16
ottobre 2014
Ufficio Stampa USB
Rossella Lamina
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