Comunicazione attivitĂ deputati e senatori pugliesi M5S
venerdì 17 ottobre 2014
da Valerio L'Abbate Assistente Deputato Giuseppe L'Abbate 342.8632827
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I PARLAMENTARI PUGLIESI M5S
RESTITUISCONO AGLI ITALIANI OLTRE 600 MILA EURO
Dal loro ingresso a Palazzo Madama e Montecitorio,
deputati e senatori 5 Stelle hanno restituito 635.362,67 euro, rinunciando alle
indennitĂ aggiuntive di carica e rendicontando in modo trasparente le spese.
Nell’ultimo trimestre, altri 110 mila euro al Fondo per le
PMI
IÂ deputati
Giuseppe L’Abbate, Giuseppe D’Ambrosio, Diego De Lorenzis, Francesco Cariello,
Emanuele Scagliusi, Giuseppe Brescia ed i senatori Lello
Ciampolillo, Barbara Lezzi, Daniela Donno e Maurizio Buccarella, oltre a
rifiutare tutte le indennitĂ ulteriori previste per le cariche istituzionali
all’interno delle commissioni parlamentari, hanno rinunciato a 525.660,09 euro
da metà marzo 2013, data di inizio dell’attuale Legislatura, a marzo 2014. Una
cifra che, aggiunta agli ulteriori 109,702,58 euro,
portano il totale dei soldi restituiti agli italiani a 635.362,67
euro. Soldi non spesi che, se incassati come da sempre fatto dai politici
dei partiti, costituirebbero per giunta reddito non tassato.Â
 “ Il
nostro è un minimo contributo alle imprese del nostro Paese tartassate ogni
giorno di piĂą da una politica che mira allo spot, allo slogan e non ad azioni
concrete – dichiarano deputati e senatori pugliesi
M5S – Non ci resta che invitare tutti gli interessati ad
approfondire i meccanismi di funzionamento del fondo sul sito www.fondidigaranzia.it/imprese.html: si parla di
soldi certi a disposizione di tutti gli italiani che possono aiutare chi è in
difficoltà . Quel che diciamo, facciamo e continueremo a fare. Nonché invitare i
politicanti dei partiti a passare dalle parole contro i costi della politica
finalmente ai fatti. Li abbiamo visti spesso emulare le nostre iniziative, le
nostre proposte di legge ed addirittura i nostri emendamenti, ci auguriamo
sinceramente che vogliano emularci anche questa volta”.Â
La scelta del M5S
su “dove versare le eccedenze” si è focalizzata, sin dall’inizio, su un
fondo che consentisse l’applicazione di più favorevoli condizioni economiche
quando una piccola e media impresa italiana chiede un finanziamento ad una banca
o ad un intermediario finanziario. Ma come funziona? Il Fondo interviene a
garanzia del finanziamento concesso: l’impresa che ha bisogno di un
finanziamento può, dunque, chiedere alla banca di garantire l’operazione
mediante la garanzia offerta dal fondo e, pertanto, in relazione alla quota
garantita che in alcuni casi può arrivare al 100%, l’intervento
dell’intermediario finanziario (banca o confidi) è a rischio zero. Anche in caso
di insolvenza da parte dell’impresa, il suo credito verrebbe risarcito dal fondo
centrale di garanzia e, in caso di esaurimento fondi, direttamente dallo
Stato. Tutte le piccole e medie imprese (compresi artigiani
e professioni) possono rivolgersi alla propria banca di fiducia e
“pretendere” che l’Istituto chieda la garanzia del Fondo PMI sul credito
concesso, piuttosto che pretendere che l’azienda procuri altre
garanzie.
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AGRICOLTURA: TAGLIO AI FONDI PAC
INACCETTABILE, IL M5S CHIEDE AL GOVERNO DI AVVIARE AZIONE IN UNIONE
EUROPEA
Il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate presenta
un’interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro Martina di affossare la
proposta di tagli della Commissione europea pari a circa mezzo miliardo di
euro
Un taglio enorme
ai fondi per la PAC 2015 che tocca il mezzo miliardo di euro e che potrebbe dare
un colpo basso all’agricoltura europea e italiana in particolare. Il
taglio lineare, giustificato da emergenze in settori strategici come quello
energetico, ma anche in ambiti come la cooperazione con paesi terzi o il
finanziamento della missione di pace in Russia, non può essere sopportato da un
settore, quello agricolo, che sta pagando di tasca propria i circa 344
milioni di misure urgenti usati proprio per far fronte all’embargo russo e
che, senza i fondi PAC, rischia di vedere compromessa la propria sopravvivenza.
La politica agricola comunitaria è la madre dell’Europa, ma
continua ad essere dimenticata e relegata agli ultimi posti negli interessi di
chi è al potere: è sufficiente vedere la diminuzione esponenziale dei fondi
dedicati negli ultimi anni per rendersene conto.
“Una
decisione, quella della Commissione Europea, che speriamo sia revocata anche
grazie all’azione del Governo italiano– dichiara il deputato pugliese
Giuseppe L’Abbate (M5S), primo firmatario dell’interrogazione parlamentare –
al quale abbiamo chiesto, attraverso un’interrogazione indirizzata al
Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, di agire durante questi mesi di
presidenza europea per fare in modo che a pagare per tutti i problemi
dell’Europa, compresa la crisi russa, non siano soltanto gli agricoltori. Forse
sarebbe stato auspicabile, prima di avallare l’introduzione delle sanzioni che
hanno portato all’embargo, che il Governo italiano avesse chiesto delle garanzie
per la nostra economia ed in particolare per la nostra agricoltura, specie
considerando – conclude L’Abbate (M5S) – che le misure messe in
campo per fronteggiare la crisi dell’agroalimentare sia dall’Ue che dal nostro
Paese si sono rivelate tutt’altro che sufficienti”.Â
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