Via Appia Antica: “strada romana che collegava Roma a Brindisi,
il più importante porto per la Grecia e l'Oriente nel mondo. È la più famosa
strada di cui siano rimasti i resti, confermata dal soprannome con il quale i Romani
l’appellavano: regina viarum (La Regina delle Strade).†Con queste parole è
definita una delle strade più importanti dell’antica Roma, ancora esistente.
Calpestata dallo storico Spartacus, fiore all’occhiello di Augusto, Vespasiano,
Traiano e Adriano, che la ampliarono; restaurata da Papa Pio VI, conosciuta
come “La via dei Crociatiâ€, rivalutata nel rinascimento e voluta con “Perizia e
precisione degna dei migliori ingegneri†dal censore Appio Claudio Cieco nel
312 a.C.
Ebbene, dopo oltre 2300 anni, c’è voluta la mano dell’attuale
Amministrazione, sotto la direzione di Cirus Alabreses, nell’anno Domini 2014
d.C., per spodestare la Regina delle strade. In barba al rispetto dovuto a
“chianche†che hanno collegato l’Europa all’Orinete, le abbiamo, infatti, viste
accatastate ai bordi della strada, durante i lavori previsti in via Ennio che,
per una decina di giorni, hanno paralizzato la città . Accatastate lì, alla
portata di tutti.
Tralasciando però la questione puramente logistica, quelle “chiancheâ€, d’alta
rilevanza e testimonianza storica … che fine hanno fatto? Dove sono andate a
finire?
Ennesima domanda “a tema†che Sud in Movimento rivolge a
quest’Amministrazione. Analoga, infatti, a quella protocollata sottoforma
d’interrogazione a risposta scritta nel lontano marzo 2013 d.C., inerente
proprio alle “chiancheâ€, quelle estirpate nel centro storico durante i lavori
svolti dall’Acquedotto Pugliese. Com’è facile intuire, non è mai giunta nessuna
risposta. Dove sono? Che fine hanno fatto? Sono state numerate e conservate? O
sono già finite nel giardino di qualcuno?
Non lo sapremo mai.
Il fatto comunque d’ignorare interrogazioni di ogni genere o
richieste d’accesso agli atti, è prerogativa di questi Assessori, in
particolare di quello ai Lavori Pubblici: Alfonso Annicchiarico. Come sopra
inteso, non avendo mai risposto all’interrogazione, non ha nemmeno ancora
fornito al consigliere Ciro D’Alò tutta la documentazione completa inerente al
progetto di ripristino delle Cave di Fantinao … richiesta che gli è pervenuta
già da mesi ma mai onorata.
Un milione di euro saranno spesi a Fantiano, tra fondi regionali
e comunali, per un’ennesima cementificazione nel Parco delle Gravine e per
chissà quale “recupero†ancora una volta per mano di “chi†quei luoghi li ha
già resi uno scempio; in barba alla conoscenza dei luoghi, delle sue necessita
e dell’opinione dei cittadini.
Dobbiamo dedurre che le risposte non vengono fuori per motivi
ambigui? O perché quet’Amministrazione è già sotterrata? … aspettiamo allora
altri 2300 anni! Magari, oltre alle ossa fossilizzate dei nostri
Amministratori, saranno rinvenute le risposte alle interrogazioni.