Libero OSSERVATORIO della LEGALITA’ onlus (TA) osservatoriolegnc@libero.it
Emergenza su EMERGENZA
Emergenza abitativa a
Taranto, un'emergenza senza soluzione di continuità... emergenza che a Taranto
pare ammonti a circa 2500 unità immobiliari.
Ben più corposo il
numero dei nuclei familiari, numero aumentato per i “nuovi ingressi” legati
alla crisi.
Estremamente
diversificato il numero dei componenti e l’età delle famiglie bisognose.
Pressoché assente la
risposta dell’amministrazione comunale, incapace, come le precedenti, di
trovare una soluzione dignitosa per i non abbienti, lasciati a marcire in case
fatiscenti, prive di servizi essenziali come le fogne, come l’acqua,
essenziale, mancanza che costringe a percorrere chilometri e chilometri alla
ricerca di una fontana pubblica per riempire quelle bottiglie, quelle taniche,
quei bidoni che daranno una parvenza di normalità in una casa sprovvista di
acqua!
Accade in questa
città, dove vige un'emergenza abitativa incancrenita, dove si continua a
costruire, in violazione a diktat regionali e statali, ciò nonostante non si
riesce a dare una casa, una dignità agli indigenti.
Il comune cerca di
ottenere qualcosa in cambio di concessioni edilizie, ma le case sono occupate
abusivamente ancor prima del loro completamento, addirittura senza porte e
finestre.
Qualcuno interviene a
riportare legalità?
C’è qualche
tentativo, pressoché inutile perché la disperazione riporta gli sfrattati in
quella che considerano la loro casa.
Ancora, il comune,
come estrema ratio, come ha tentato di fare con le 16 famiglie sfrattate per
sicurezza nella Città Vecchia, sceglie di alloggiarli in albergo, ottenendo un
rifiuto per il timore, reale, di non poter più rientrare nelle “proprie” case,
per il cui risanamento sono stati impegnati e spesi fondi, senza che sia
garantito l'essenziale... la sicurezza.
Purtroppo,
da decenni si bada a pianificare ampliamenti del tessuto edificato,
dimenticando ciò che strazia i quartieri, -l’abbandono edilizio-, che ha
raggiunto picchi violenti ed offensivi.
Inutile
accennare esempi che si possono cogliere ovunque ci si aggiri, un deprecabile
fenomeno amministrativo che vede unici colpevoli le amministrazioni, specie in
Città Vecchia, quotidianamente interessata da crolli, e nel tormentato salotto
della Città, sottoposto ai cruenti attacchi dei palazzinari, ma innanzitutto
proprio dalla classe dirigente degli anni ‘60/’70.
L’immobilismo
dell’amministrazione è colpevole, perché avrebbe potuto fare e non ha voluto.
Basti pensare ai numerosi beni confiscati alla criminalità jonica, parte dei
quali (una casa a schiera a Talsano; un terreno agricolo
in contrada Battaglia; due appartamenti in via Patelle; un garage in via Golfo
di Taranto; un locale in via Friuli; alcuni appartamenti in via Federico II, in
corso Piemonte e via Golfo di Taranto), in base alla legge 94 del 2009, anni
addietro furono così assegnati: 3 immobili a Taranto e Leporano come alloggi
di servizio per militari del comando provinciale dei carabinieri; un locale di
via Friuli per uffici comunali; due appartamenti in via Patelle per famiglie
senza casa; un terreno agricolo di circa 10.000 mq. ad “orto sociale”, laddove
50 famiglie bisognose potranno coltivare quanto necessita al fabbisogno
quotidiano (iniziativa, a quanto pare, fallita ancor prima di partire).
Contemporaneamente la Prefettura dette il via libera alla destinazione di altri
immobili a San Giorgio J. e Manduria, immobili andati a Guardia di
Finanza (un appartamento ed un box, nonostante la G.di F. abbia la
disponibilità in contrada Toscano di una caserma, nata per la Legione,
sovradimensionata per l’attuale Gruppo, dotata di spazi amplissimi e di
alloggi), e Corpo Forestale dello Stato. Una domanda, allora: come mai non si
è provveduto ad una più razionale assegnazione, data la criticità della
situazione abitativa di molte famiglie e la convivenza forzata di altre?
Perché non si è pensato ai giovani con lavori precari o sottopagati,
impossibilitati a tagliare il cordone ombelicale con le famiglie d’origine per
l’esosità dei fitti? Perché non è stata considerata l’ipotesi di adibire un
immobile a casa di riposo comunale per gli anziani indigenti? Forse, ma
potremmo sbagliare, quei militari dei Carabinieri, della Guardia di Finanza,
quelle guardie forestali, assegnatari degli alloggi, godono di retribuzioni
fisse, dignitose, per cui possono pagare i fitti, al pari dei colleghi non
beneficiati.
Di questo passo,
l’emergenza abitativa non sarà mai affrontata e risolta.
Si vuole questo?
Le soluzioni ci sono,
basterebbe una semplice ricognizione del patrimonio immobiliare comunale con la
verifica della sussistenza di requisiti degli affidatari.
Alternativa potrebbe
essere l’apertura di un dialogo con l’Unione dei piccoli proprietari per
verificare la possibilità di individuare alloggi sfitti da assegnare ai
bisognosi, con il comune garante.
Di certo c’è l’urgenza di soddisfare un
bisogno primario.
Taranto lì,
18.08.14 l'osservatorio cittadino