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Emergenza edilizia
martedì 19 agosto 2014

da osservatoriolegnc@libero.it




CONTE arch

Libero OSSERVATORIO della LEGALITA’ onlus (TA)  osservatoriolegnc@libero.it

 

Emergenza su EMERGENZA

 

Emergenza abitativa a Taranto, un'emergenza senza soluzione di continuità... emergenza che a Taranto pare ammonti a circa 2500 unità immobiliari. 

Ben più corposo il numero dei nuclei familiari, numero aumentato per i “nuovi ingressi” legati alla crisi.

Estremamente diversificato il numero dei componenti e l’età delle famiglie bisognose.

Pressoché assente la risposta dell’amministrazione comunale, incapace, come le precedenti, di trovare una soluzione dignitosa per i non abbienti, lasciati a marcire in case fatiscenti, prive di servizi essenziali come le fogne, come l’acqua, essenziale, mancanza che costringe a percorrere chilometri e chilometri alla ricerca di una fontana pubblica per riempire quelle bottiglie, quelle taniche, quei bidoni che daranno una parvenza di normalità in una casa sprovvista di acqua!

Accade in questa città, dove vige un'emergenza abitativa incancrenita, dove si continua a costruire, in violazione a diktat regionali e statali, ciò nonostante non si riesce a dare una casa, una dignità agli indigenti.

Il comune cerca  di ottenere qualcosa in cambio di concessioni edilizie, ma le case sono occupate abusivamente ancor prima del loro completamento, addirittura senza porte e finestre.

Qualcuno interviene a riportare legalità?

C’è qualche tentativo, pressoché inutile perché la disperazione riporta gli sfrattati in quella che considerano la loro casa.

Ancora, il comune, come estrema ratio, come ha tentato di fare con le 16 famiglie sfrattate per sicurezza nella Città Vecchia, sceglie di alloggiarli in albergo, ottenendo un rifiuto per il timore, reale, di non poter più rientrare nelle “proprie” case, per il cui risanamento sono stati impegnati e spesi fondi, senza che sia garantito l'essenziale... la sicurezza.

Purtroppo, da decenni si bada a pianificare ampliamenti del tessuto edificato, dimenticando ciò che strazia i quartieri, -l’abbandono edilizio-, che ha raggiunto picchi violenti ed offensivi.

Inutile accennare esempi che si possono cogliere ovunque ci si aggiri, un deprecabile fenomeno amministrativo che vede unici colpevoli le amministrazioni, specie in Città Vecchia, quotidianamente interessata da crolli, e nel tormentato salotto della Città, sottoposto ai cruenti attacchi dei palazzinari, ma innanzitutto proprio dalla classe dirigente degli anni ‘60/’70.

L’immobilismo dell’amministrazione è colpevole, perché avrebbe potuto fare e non ha voluto. Basti pensare ai numerosi beni confiscati alla criminalità jonica, parte dei quali (una casa a schiera a Talsano; un terreno agricolo in contrada Battaglia; due appartamenti in via Patelle; un garage in via Golfo di Taranto; un locale in via Friuli; alcuni appartamenti in via Federico II, in corso Piemonte e via Golfo di Taranto), in base alla legge 94 del 2009, anni addietro furono così assegnati: 3 immobili a Taranto e Leporano come  alloggi di servizio per militari del comando provinciale dei carabinieri; un locale di via Friuli  per uffici comunali; due appartamenti in via Patelle per famiglie senza casa; un terreno agricolo di circa 10.000 mq. ad “orto sociale”, laddove 50 famiglie bisognose potranno coltivare quanto necessita al fabbisogno quotidiano (iniziativa, a quanto pare, fallita ancor prima di partire). Contemporaneamente la Prefettura dette il via libera alla destinazione di altri immobili  a      San Giorgio J. e Manduria, immobili andati a Guardia di Finanza (un appartamento ed un box, nonostante la G.di F. abbia la disponibilità in contrada Toscano di una caserma, nata per la Legione, sovradimensionata per l’attuale Gruppo, dotata di spazi amplissimi e di alloggi), e Corpo Forestale dello Stato.  Una domanda, allora: come mai non si è provveduto ad una più razionale assegnazione, data la criticità della situazione abitativa  di molte famiglie e la convivenza forzata di altre? Perché non si è pensato ai giovani con lavori precari o sottopagati, impossibilitati a tagliare il cordone ombelicale con le famiglie d’origine per l’esosità dei fitti? Perché non è stata considerata l’ipotesi di adibire un immobile a casa di riposo comunale per gli anziani indigenti? Forse, ma potremmo sbagliare, quei militari dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, quelle guardie forestali,  assegnatari degli alloggi, godono di retribuzioni fisse, dignitose, per cui possono pagare i fitti, al pari dei colleghi non beneficiati.

Di questo passo, l’emergenza abitativa non sarà mai affrontata e risolta.

Si vuole questo?

Le soluzioni ci sono, basterebbe una semplice ricognizione del patrimonio immobiliare comunale con la verifica della sussistenza di requisiti degli affidatari. 

Alternativa potrebbe essere l’apertura di un dialogo con l’Unione dei piccoli proprietari per verificare la possibilità di individuare alloggi sfitti da assegnare ai bisognosi, con il comune garante.

Di certo c’è l’urgenza di soddisfare un bisogno primario.

 

Taranto lì, 18.08.14                                                                                             l'osservatorio cittadino




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