Libero OSSERVATORIO della LEGALITA’ onlus (TA) osservatoriolegnc@libero.it
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La storia è di quelle che possono venire a noia perché dette e
ridette, raccontate e ri-raccontate, ma, dal momento che l’Amministrazione
Comunale è stata -speriamo finora- sorda, eccoci qui a rappresentare il solito
problema di quella sorta di suk chiamato impropriamente mercato di Piazza
Sicilia, denominazione che non potrebbe essere meno adatta, giacchè la
struttura manca di ogni elementare requisito. Mi considero una dei tanti
cittadini di Taranto affetti da quella patologia anacronistica denominata
“Taras-filia”, un amore senza limiti per questa città , avviata verso un declino
“arrestabile”, se solo si volesse, ed un degrado diffuso in ogni dove,
imputabile all’inerzia di amministrazioni locali perse dietro utopistici “rilanci
futuri” , amministrazioni avulse dalla realtà quotidiana, all’oscuro delle
problematiche non rinviabili, delle emergenze “bombe sociali”.
Basta davvero poco per capire che abbiamo toccato il livello di
guardia, che certi interventi sono improcrastinabili, che la situazione è allo
sfascio.
Le emergenze sono sociali, economiche, culturali, occupazionali;
spesso sono addebitabili ad un mancato rispetto della legalitĂ , ad una marcata
corruzione, ad un inequivocabile degrado morale, amministrativo, politico.
Cosa può fare il cittadino comune se non adeguarsi pena ripicche
di ogni sorta?
Pure c’è chi, classica vox clamantis in deserto, denuncia, invia
lettere ai giornali, agli amministratori, ai politici, a chi dovrebbe fare e
non fa.
Ecco, io voglio, ancora una volta, fidare nelle istituzioni,
chiedere che si faccia qualcosa per porre fine ad una vergogna come quella
rappresentata dal cosiddetto “mercato di P. Sicilia”, mercato rionale
-consistente in un capannone ed in un prolungamento di baracche all’aperto in
via Lucania-, nato a ridosso di un plesso scolastico (S.M.Alfieri) e di “civili
abitazioni”, di fatto ridotte ad “incivili abitazioni” per la presenza di tutto
quello che può derivare dall’insistenza di un mercato diversificato
(ortofrutta, carni, latticini, pesci e frutti di mare, ecc), dai liquami e dal
proliferare di ogni sorta di insetti.
Il mercato in questione è stato già oggetto nel 2007 di una
relazione del Dipartimento di Prevenzione Asl TA che ne proponeva la chiusura
per le motivazioni che di seguito si riportano per intero:
“1.
Le condizioni igienico sanitarie generali, ed in particolare in prossimitĂ dei
banchi vendita e dei box, sono da considerarsi scadenti;
2. La pavimentazione è costituita da asfalto le cui condizioni di
manutenzione non assicurano comunque una buona pulizia, lavabilitĂ e
disinfezione dai residui di prodotti ortofrutticoli marcescenti sparsi ovunque;
3. Presenza di un canale di raccolta delle acque piovane e di
lavaggio dotata di griglia, corrente lungo tutta l’estensione del mercato, ove
si verifica la stagnazione di acque e di residui liquidi, dovuta ad intasamento
della stessa, causa di esalazioni maleodoranti e richiamo per insetti e ratti;
4. Spazi operativi per la commercializzazione degli alimenti
estremamente ridotti, con conseguente difficoltĂ alle normali operazioni di
pulizia;
5. Servizi igienici per gli operatori utilizzati promiscuamente
con gli avventori e comunque con rubinetteria non a norma di legge;
6. Presenza di box adibiti alla vendita di carni con superficie
limitata che non consente la preparazione di prodotti carnei pronti a cuocere
(hamburger, salsicce, ecc.) e privi di lavello, per cui non vengono assicurate
le operazioni di lavaggio di attrezzature ed utensili.”
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Nessun seguito alla proposta, amministrazione comunale assolutamente
assente se non fosse per interventi minimi che non hanno di fatto modificato
sostanzialmente la situazione strutturale, né i disagi degli abitanti a ridosso
del mercato che pretendono vivibilitĂ . Eppure esiste una soluzione possibile
nell’ex-area Camuzzi che permetterebbe la riapertura del tratto “negato” di via
Lucania tra via Liguria e Corso Italia, snellirebbe la circolazione, oggi
“intasata” per la presenza di ambulanti e, soprattutto, restituirebbe dignitĂ
agli abitanti e valore agli immobili penalizzati da presenze inopportune.
Area ex-Camuzzi, ai tempi dell’amministrazione dibelliana oggetto
di un tentativo di edificazione, sventato da un tarantino doc, che segnalò il
tentativo all’allora assessore regionale Barbanente, chiedendo se nell'area
ex-camuzzi, ex-167,
oramai abbondantemente decaduta, si potesse pensare di realizzare
abitazioni o, se invece fosse possibile, senza alcuna variante al P.R.G.,
procedere ad edificare il Mercato Rionale nello specifico trasferirvi piazza
Sicilia. La risposta fu, ovviamente, che non si potesse edificare,
semplicemente. Cosa si aspetta, allora, a trasferire il mercato, servizio di
utilità pubblica, in un’area più adatta e con la possibilità di requisiti
richiesti? Come alternativa, perché non ripristinare il mercato Bestat,
costruito-costato-poco utilizzato? Qualcuno dirĂ che al trasferimento si
oppongono gli operatori, alcuni operatori, timorosi di perdere la clientela;
qualcun altro solleverà l’obiezione del “mercato sotto casa” per gli abitanti
della zona, ma sono motivazioni “di comodo” perché quello pseudo mercato è
antitetico a tutte le norme in fatto di ubicazione, in fatto di transito
scorrevole in un’arteria importantissima, in fatto di igiene urbana. Assessore,
appena nominato, ha mostrato una determinazione poco consueta, ragion per cui
rivolgo a lei l’ennesima segnalazione con l’auspicio decida di valutare lo
stato del mercato, la iniqua ubicazione, la deleteria vicinanza con
testimonianze del glorioso passato.
Nell’attesa, le invio auguri di buon lavoro.
 - Sic transit gloria mundi -
Taranto lì, 11.08.14                                                                                       Emma
Bellucci