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ECONOMIA: IL M5S A SOSTEGNO DI ASSOBIRRA PER CONTRASTARE L’INACCETTABILE PRESSIONE FISCALE PER IL SETTORE BIRRAIO ITALIANO
martedì 22 luglio 2014

da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L'Abbate




Presentate una risoluzione ed una interrogazione parlamentare dai deputati 5 Stelle delle Commissioni Agricoltura e Finanze per provare a convincere il Governo a fare marcia indietro sull’ulteriore aumento dell’accisa previsto per il 2015

Circa 500 birrifici in tutta Italia, ben otto aziende industriali e due malterie con 15 impianti produttivi distribuiti su tutto il territorio nazionale, dal nord al sud. Solo in Puglia si contano 24 birrifici artigianali e due di tipo industriale (a Bari e Massafra). Una realtà quella della birra italiana costretta ad una super-tassazione per coprire risorse mancanti in altri settori. E da settore in crescita con un buon potenziale, rischia di ritrovarsi sommerso dalla pressione fiscale. Proprio con l’obiettivo di bloccare almeno la terza tranche dell’aumento delle accise, prevista per gennaio 2015 e deliberate con il decreto 104 nell’ottobre 2013, i deputati 5 Stelle della Commissione Finanze e della Commissione Agricoltura hanno depositato una risoluzione ed una interrogazione parlamentare a favore del settore birrario italiano. Per l’accisa una escalation degna del miglior Sceriffo di Nottingham: +93% negli ultimi 10 anni; +30% negli ultimi 15 mesi gli aumenti dell’aliquota. Una carrellata di decreti legge, tra piccoli ritocchi e ripensamenti, che hanno reso il popolo più sobrio d’Europa in pratica quello più tartassato con un’aliquota pari a 2,7 euro per ettolitro e grado-plato che si prevede raggiunga i 3,04 euro dal nuovo anno.

“Tra le bevande alcoliche da pasto la birra è l'unica a scontare l'accisa in Italia e per di più con livelli di tassazione di gran lunga superiori rispetto a quelli mediamente previsti in altri Paesi europei – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S), cofirmatario degli atti parlamentari – Basti pensare che l'aliquota sulla birra in Italia è superiore al triplo di quella applicata in Germania e Spagna”.

Assobirra ha fatto presente al Governo, documentandolo per mezzo di un dossier del centro studi Ref ricerche, che ci sono almeno sette ottimi motivi per desistere dall’aumento: un gettito fiscale inferiore alle aspettative (116 milioni rispetto ai 177 previsti), crollo dei posti di lavoro pari a 2.400 unità tra filiera ed indotto di cui se ne potrebbero salvare 1.200 evitando la terza tranche d’aumento, perdita di potere concorrenziale verso i Paesi europei competitors, ricaduta maggiore sulle fasce più povere dei consumatori (visto che l’aumento della tassa si abbatte più sulle bottiglie da 66 cl le più consumate dalla massa) e l’effetto di aumento dei prezzi che si determinerà gioco forza se va in porto il terzo aumento.

“Sostentiamo con forza la battaglia di Assobirra in favore della filiera e del suo indotto – prosegue L’Abbate – L’aumento delle tasse strozza l’economia reale e non ottiene neanche i benefici di cassa sperati. Lo ha sostenuto anche la stessa Ragioneria generale dello Stato, nel parere reso alla Commissione bilancio della Camera dei Deputati in data 26 luglio 2013 e che noi oggi ribadiamo. Il settore della birra in Italia rappresenta una fetta importante dell'industria alimentare: oltre ai grandi marchi conta parecchi microbirrifici artigianali e sta creando concrete opportunità imprenditoriali, soprattutto per i giovani. Se questa è la medicina di Renzi e dei suoi Ministri per far ripartire il Paese – conclude il deputato pugliese della Commissione Agricoltura – l’unico invito che ci sentiamo di fargli e sorseggiare un’ottima birra della tradizione italiana per schiarirsi le idee”.

 




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