“Bravo Salento! Giorno
dopo giorno si susseguono i no alla sponsorizzazione di Tap. Si ripensano
decisioni già prese, si mettono in discussione contratti già firmati. Spero che
alla fine di questo travaglio la Festa di San Rocco e il concerto “Battiti
Live” siano “Tap free”, come nelle intenzioni degli organizzatori e soprattutto
degli amministratori di quei comuni. Bravo anche il sindaco Paolo Perrone, per
aver preservato la festa di Sant’Oronzo dalle polemiche e dalle
strumentalizzazioni.
Da quello che sta
accadendo in questi giorni abbiamo imparato due cose: la prima è che il
mecenatismo è cosa totalmente diversa dalla speculazione e che il legittimo
finanziamento dei privati agli eventi culturali è qualcosa che per funzionare
deve essere mosso da un reale intento filantropico e non dal mero obiettivo di
captare la benevolenza di quello che si considera un popolino; la seconda, e
più importante cosa che abbiamo imparato, o meglio, scoperto da questa vicenda
è la forza di un popolo di amministratori, sindaci e cittadini comuni che con
la loro mobilitazione hanno cambiato il segno di questa vicenda. Sembravamo
una provincia marginale, dove il consenso si acquista con sponsorizzazioni,
mance e prebende. Invece abbiamo definitivamente mostrato che non è e non potrà
mai essere così, né per Tap, né per altro.
In dieci giorni, da
quel “no” alla scritta “Tap” sulle maestose luminarie salentine ai dietro-front
di oggi, abbiamo mostrato di saperci battere, di saper cambiare l’ordine degli
avvenimenti per come qualcun altro li aveva immaginati per noi. Questa forza
va messa al servizio di un’altra, importante battaglia, che da tempo
rappresenta una priorità per il Salento: la riconversione della Centrale di
Cerano.
Mi piacerebbe che
sindaci e cittadini del brindisino e del leccese si sentissero uniti allo
stesso modo nell’obiettivo spegnere quella ciminiera.
Il Salento è a primo posto in Italia per l’incidenza dei tumori al polmone.
Bisogna lavorare su quelle che sono le possibili cause di questo triste
primato. È la battaglia più importante che questo territorio giocherà nel
prossimo decennio: decarbonizzare Cerano, ambientalizzare le produzioni
industriali, riuscire a spegnere i grandi e piccoli ecomostri sparsi sul
territorio, come già siamo riusciti a fare per la Coopersalento.
L’Agenzia Europea per
l’Ambiente ha stimato che il danno in termini di salute e ambiente provocato
dalla centrale di Cerano è tra i 500 e i 700 milioni di euro all’anno. Bisogna
intervenire. E siccome la politica negli ultimi anni non si è mostrata troppo
sensibile al problema di Cerano, bisogna che lo facciano i cittadini, anche grazie
all’orgoglio mostrato nella vicenda delle sponsorizzazioni Tap. Sulla Tap la
palla ora è nelle mani del governo e penso che difficilmente l’Italia potrà
rinunciarvi.
La soluzione allora è
quella di fare di necessità virtù e utilizzare la Tap per smettere di bruciare
carbone a Cerano. È possibile, si può fare, lo diceva la stessa Enel il 12
novembre 1996, quando l’azienda firmò una convezione con il Comune e la
Provincia di Brindisi. Questa convenzione prevedeva la riconversione a gas di
almeno un gruppo della centrale Federico II. C’è la firma di Enel sotto quella
convenzione. Tocca alle persone di buona volontà ricordarglielo e fare della
Tap un’opportunità per riconvertire di Cerano. Nel brindisino e nel Salento,
come ci ricorda la Lilt, le persone si ammalano più di quanto sia tollerabile:
è arrivata l’ora di indignarsi anche per questo e di mobilitarsi per far
diminuire il numero dei malati, anche a costo di mettere in discussione i basti
costi di produzione che il carbone assicura alle
multinazionali dell’energia”.
18 luglio 2014 Sergio
Blasi