LâAUMENTO DEL
FINANZIAMENTO ALLA FONDAZIONE GIUSEPPE DI VAGNO Ă LEGGE
Â
Fronte compatto
dei partiti che destinano ulteriori fondi pubblici, in tempi di crisi, alla
Fondazione che ha sede a Conversano (Bari). Per il M5S, che ha votato contro,
inammissibile conferire soldi dello Stato ad un ente privato gestito da un
condannato
Â
Fu
il primo parlamentare italiano vittima del fascismo. Un politico socialista che
aveva conquistato il seggio parlamentare nel nome dei âpezzenti e diseredatiâ
del Sud per i quali si batteva. Giuseppe Di Vagno, una sera del 1921,
subĂŹ lâagguato di un gruppo di squadristi fascisti: gli assassini, individuati
e processati, non subirono alcuna condanna in seguito allâamnistia voluta da
Benito Mussolini. Ma le recenti vicende della Fondazione che porta il
suo nome, ospitata a Conversano (Bari) sua terra natale, non rendono onore alla
sua importante figura. A presiedere la Fondazione Di Vagno, infatti, è Gianvito
Mastroleo, attuale presidente del PSI pugliese, il quale ha ricevuto
una condanna a otto anni di reclusione e una multa di 820 milioni di lire
negli anni â80, ridotta in secondo grado a 5 anni e 6 mesi. Il reato è poi
andato in prescrizione. La vicenda riguardava la spartizione degli appalti
per la costruzione di 14 edifici scolastici per un valore di 47 miliardi
di lire. Allâinterno del consiglio dâamministrazione della Fondazione,
inoltre, sono presenti politici che hanno ruoli attivi nella politica regionale
e gli enti locali (Regione Puglia, tre Province e diversi comuni).
Â
âMa
nonostante la Fondazione Giuseppe Di Vagno riceva giĂ , ogni anno, 25mila euro
di contributi pubblici â dichiarano i deputati Giuseppe LâAbbate ed
Emanuele Scagliusi (M5S) â il fronte dei partiti, compatto dal PD alle
destre (tranne la Lega Nord, ndr), ha deciso di approvare una legge a
prima firma Antonio Distaso (FI) per aumentare le risorse di 100mila euro una
tantum e di 40mila euro per il Premio biennale di
ricerca. Parliamo di una cifra consistente nei confronti di una realtĂ privata.
Una generositĂ che, in tempi di vacche magrissime in cui il Governo Renzi
ripete come un mantra che âi soldi non ci sonoâ â concludono i due deputati
pugliesi 5 Stelle â ci sembra un dono che ha un carattere
propagandistico e clientelare, piuttosto che benemerito. Evidentemente i soldi
che i cittadini danno al finanziamento pubblico, seppur ritenuto inammissibile
dalla stessa Corte Costituzionale, non sono sufficientiâ.
Â
Â