Il Commissario alle Politiche
regionali Johannes Hahn rileva 241 criticità all’interno dell’ultima versione
dell’Accordo di Partenariato sulla Programmazione 2014-2020. Per il deputato
L’Abbate (M5S) una bocciatura annunciata già tre mesi fa
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Giunse giĂ nello scorso aprile, il monito
dei parlamentari del M5S sull’Accordo di Paternariato sui Fondi Strutturali
europei relativi alla programmazione 2014-2020. In un question time
al Ministro dei Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, i 5
Stelle avevano sottolineato come l’Unione europea avesse ritenuto la documentazione
insufficiente ed incompleta. Oggi, a tre mesi di distanza dall’ammonimento
dell’opposizione pentastellata al Governo Renzi, il Commissario
alle Politiche regionali Johannes Hahn ha rimandato indietro l’ultima versione
dell’Accordo di Partenariato italiano con ben 241 rilievi e altre criticità .
E pensare che l’intesa va raggiunta necessariamente entro fine luglio.
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“L’Ue ci ha rinviati insomma. Un
po’ come scolari che non s’impegnano abbastanza – dichiara il deputato
pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S) – E la cosa che ci fa più rabbia è che
la maggioranza non ha minimamente prestato attenzione ai nostri timori nei mesi
scorsi. Cosa chiede Bruxelles all’Italia? Semplicemente di fare in modo che
ciascuna autoritĂ impegnata nella gestione dei fondi strutturali predisponga un
piano di riforma amministrativa che prevede la responsabilitĂ del Ministro o
del Governatore della Regione per gli impegni presi nel campo di sua
competenza. Inoltre – continua L’Abbate – la Commissione europea
chiede all’Italia di garantire che un presidio centrale assicuri il
monitoraggio degli investimenti cofinanziati dall’Ue. Sul piano dei contenuti,
invece, l’Esecutivo Ue chiede che gli obiettivi dei programmi operativi
nazionali e regionali rispecchino le raccomandazioni specifiche per Paese,
rivolte all’Italia nell’ambito del semestre europeo. E speriamo – conclude
il deputato pugliese 5 Stelle – che questa volta il Governo riesca a
essere più diligente”.
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L’Accordo
di Partenariato tra Italia ed Unione Europea è il documento strategico alla
base della programmazione dei Fondi Strutturali 2014-2020 e che impegnano
il 37,5% del bilancio complessivo dell’UE. I fondi presenti sono il FEASR (Fondo europeo agricolo per
lo sviluppo rurale), il FSE (Fondo sociale europeo), il FC (Fondo di Coesione),
il FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale) ed il FEAMP (Fondo europeo per
gli affari marittimi e la pesca). All’Italia restano da spendere, entro
il 2015, circa 15 miliardi di euro, pena la restituzione. Praticamente,
da contribuente netto dell’UE, il nostro Paese rischia anche di ridare indietro
i soldi che non ha saputo utilizzare. Mentre, entro il 2022, l’Europa ha
garantito all’Italia circa 30 miliardi di euro. Considerando la
compartecipazione dello Stato italiano, dunque, si tratta di circa 90
miliardi di euro da spendere (piĂą o meno il valore di quattro
“finanziarie”) e su cui mancano ancora misure chiare e concrete per il loro
utilizzo.