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“TUTTI I
CITTADINI HANNO PARI DIGNITÀ SOCIALE E SONO EGUALI DAVANTI ALLA LEGGE”
recita l’ Art. 3 Costituzione della Repubblica Italiana, rimarcando
quelli che sono principi ispiratori della democrazia.
Sennonché questi principi, oggi, sono discrezionali, grazie ad
escamotages, cavilli, interpretazioni, che vanificano lo spirito delle leggi,
arrivando a snaturarle. Esemplificative del paradigma irrazionale
amministrativo locale la deroga alla Casa di cura D'Amore e la monetizzazione
di standards e parcheggi. Anomalie il concedere deroghe alle
deroghe, come per la casa di cura D'Amore, “che –
afferma l’architetto Carlo Boschetti-ha già goduto
di deroga di standard urbanistici relativi alla densità volumetrica, ( previsti
mc./mq. 4,00, già 5,55, si vuole portarlo a 6,87 ), ed ora si vuole
portare il rapporto di copertura dal 40% al 49,8%, il distacco dagli edifici
previsto in mt. 12,00 a 10,10. Non si fa riferimento al distacco dai confini.
Fatto importante poi è il rapporto dello standard dell'area a parcheggio,
stante l'impossibilità a reperire la stessa all'interno del lotto, la parte ha
presentato un contratto di locazione ad uso parcheggio dell'area attigua alla
casa di cura, perb un totale di mq. 1.000. Non si dice nulla a proposito della scadenza
contrattuale in merito al fatto se non si dovesse rinnovare. Si conosce dagli
addetti ai lavori che porzione dl lotto di intervento deriva da un atto di
frazionamento del 1978 dove il rappresentante legale della casa di cura si
obbligò per sè ed i suoi aventi causa a non edificare essendo stata sfruttata
la capacità edificatoria dell'intera particella catastale originaria, anche se
successivamente, 2011, il rappresentante della casa di cura D'Amore ha
presentato scrittura privata dalla quale si evince la volontà di sciogliere il
vincolo esistente. Stiamo parlando di un progetto di ampliamento della
struttura sanitaria esistente costituita da piano interrato, seminterrato,
quattro piani superiori, in deroga agli strumenti urbanistici ai sensi dell'art.
14 del DPR 06.06.2001 n° 380, da edificarsi in adiacenza all'immobile
esistente. La deroga agli strumenti urbanistici, ai sensi dell'art. 14 del DPR
380 del 2001 è richiesta dal legale rappresentante della società, stante
l'impossibilità di rispettare gli indici di fabbricabilità' fondiaria, di
copertura e distacco dagli edifici prevista dalle NTA. Il 3° c. dell'art.
14 del DPR 380/01 stabilisce che la deroga, nel rispetto delle leggi igieniche,
sanitarie e di sicurezza, PUO' RIGUARDARE ESCLUSIVAMENTE I LIMITI
DI DENSITÀ' EDILIZIA, DI ALTEZZA E DI DISTANZA TRA
FABBRICATI di cui alle norme di attuazione degli strumenti
urbanistici generali ed esecutivi, fermo restando in ogni caso il rispetto
delle disposizioni di cui agli artt. 7,8 e 9 del D.M. n. 1444 del
02.04.1968”.
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Cimino: progetto di massima
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Area d'intervento
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Deroghe su deroghe per la Casa d’Amore, tentativo di colpi
di mano per il Piano Cimino, il Piano Salinella, quindi cementificazione
selvaggia, ma svuotamento di interi quartieri, fuga degli abitanti.
A fronte, una grande magnanimità ma, ahimè, “sensazione di
disagio”se non "puzza di bruciato".
Intanto, il comune ha disposto una nuova pratica amministrativa,
a mezzo deliberazione, per poter concedere permessi a costruire lì
dove non v'è possibilità di reperire spazi da asservire, quindi aree idonee per
la realizzazione di dette specifiche ATTREZZATURE (D.M. 2/4/68), ovvero ha
stabilito la c.d. MONETIZZAZIONE degli Standards e dei parcheggi
E fin qui si potrebbe anche trovare condivisione, se non fosse
che tante aree, in punti nevralgici del territorio, vengono ignorate, quasi non
esistessero, lasciate nella proprietà di chi li detiene, magari abusivamente,
e, tanto peggio, fatte oggetto di diversa utilizzazione, nella totale
noncuranza di chi invece dovrebbe pretendere un loro “utilizzo di pubblico
interesse”, per “pubblica utilità”. Le solite logiche illogiche di chi propende
per il lasciar perdere, certo più semplice e facile, di chi finge di non vedere
e non sapere.
Ma noi vogliamo sapere, capire: che fine fanno le somme ad
oggi riscosse? Le stesse vengano riversate in altri capitoli di spesa e, subito
dopo, distratte per altri fini o sono in un capitolo dedicato?
A nostro modesto avviso sarebbe opportuno che queste somme, con
la massima evidenza pubblica, fossero utilizzate per l'esproprio di aree
tipizzate allo scopo dal PRG ed ancora per la realizzazione delle opere
"pubbliche".
Comunque si legga questa monetizzazione, a prescindere da
tutto, è l’ennesimo balzello in una città che si vuole “prendere per fame” in
violazione di tutte le norme etiche e morali, in barba alle promesse elettorali
ed agli entusiasmi post elettorali.
Taranto lì 24.05.14 E.B.
Conenna