Il
Partito Democratico boccia se stesso e dice no all’emendamento sostenuto dagli
onorevoli Oliverio e Mongiello per portare i livelli di
frutta negli analcolici dal 12% al 20%. Una norma che vede giĂ in fase
sanzionatoria l’Italia a causa del simile decreto Balduzzi
La
Commissione Politiche UE della Camera ha bocciato l’emendamento per aumentare
la percentuale di frutta nelle bevande analcoliche di fantasia, a base di
frutta, portandola dal 12% al 20%. La bagarre di ieri, tutta interna al Partito
Democratico, tra il presidente della Commissione Michele Bordo, che aveva dato
parere contrario alla norma sponsorizzata dal calabrese Nicodemo Oliverio e
della pugliese Colomba Mongiello, ed i deputati della maggioranza ha condotto
prima alla sospensione e poi al ravvedimento di questa mattina.
Quella
dell’innalzamento della percentuale minima di frutta nelle bevande analcoliche
(tipo aranciata) è una storia che parte da lontano, sin dal Decreto dell’ex
ministro montiano della Salute Balduzzi. La norma in questione, pensata per
rendere piĂą salutari le bevande a base di frutta e per favorire i produttori
italiani di frutta non è mai entrata in vigore a causa dell’esito negativo
della procedura di notifica della direttiva 98/34/CE. Di fatto, la Commissione
europea ha ritenuto la misura introdotta lesiva delle norme comunitarie in
materia di libera circolazione delle merci e, pertanto, il 5 marzo 2012, ha
aperto un caso Eu pilot, una procedura di infrazione, reiterando le giĂ
denunciate incompatibilitĂ della norma con le disposizioni comunitarie. Non
solo: la norma penalizzerebbe anche le aziende nazionali. Le costringerebbe,
infatti, o a rinunciare ad un indispensabile spazio di mercato, quale quello
comunitario, oppure a suddividere la produzione a seconda della destinazione.
In entrambi i casi ciò comporterebbe un aumento insostenibile dei costi di
produzione.
“La
norma proposta dal PD per aumentare la percentuale di frutta dal 12% al 20%,
mentre nel resto d’Europa è al 4%, era pura propaganda – dichiara
Giuseppe L’Abbate (M5S), deputato pugliese della Commissione Agricoltura – fatta
per cercare consenso facile ma che ci avrebbe portato a dover pagare milioni
per l’ennesima infrazione. Avevamo già avvisato i navigati colleghi del PD,
durante la discussione della legge europea bis, dell’impossibilità di approvare
in Italia una norma del genere: fa specie vedere come secoli trascorsi su
questi scranni in Parlamento conducano ad errori così madornali. Evidentemente
abbiamo imparato più di loro: l’ennesima riprova che siamo pronti a governare
per togliere gli italiani dalle mani degli incapaci. Per fortuna, la bagarre di
ieri sera in Commissione, la sospensione della decisione, l’imbarazzo tra i
diversi esponenti del partito di Renzi ed il rinvio a questa mattina hanno
fatto rinsavire il PD. La finalitĂ politica stava per prevalere sul buon senso
ma non avrebbe di certo cambiato la sostanza delle cose. La vera soluzione è in
Europa – spiega L’Abbate – alla quale chiediamo una evoluzione
della normativa in materia alimentare sia per quanto riguarda gli alimenti sia
l’etichettatura”.
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