Libero
Osservatorio della Legalità – onlus TARANTO osservatoriolegnc@libero.it
In questi momenti bui per
il nostro Paese, in cui si assiste ad una crisi economica, morale, relazionale,
di valori, è quanto mai importante la presenza nelle istituzioni di chi possa
rappresentare un punto di riferimento, di chi sia disponibile a raccogliere le
istanze dei più deboli. Tali presenze sono essenziali a tutti i livelli, in
specie quelli rappresentativi come possono essere le amministrazioni, sempre
più distanti dagli amministrati, dalla realtà insomma, spesso coinvolti in
“giochi di potere” come hanno evidenziato le inchieste della emerita
Magistratura tarantina. In questo “deserto di valori” sta emergendo
qualche interlocutore disponibile ed affidabile, come il consigliere
Dante Capriulo o come l’assessore Francesco Cosa, uniche voci di una
amministrazione caotica, di cui non si conoscono i componenti, per via del
continuo avvicendarsi, in cui non ci sono molti punti di riferimento.
La città è allo sbando,
abbandonata a sé stessa, abitata da eterotermi, alla mercè di prevaricatori e
pressappochisti, che tentano, ad ogni piè sospinto, colpi di mano, che
“brutalizzano” il territorio, sempre più terra di nessuno, senza regole e
controlli.
Non si può andare avanti
così, bisogna lavorare per risollevarsi, contando su persone come il
consigliere Capriulo e l’assessore Cosa, per risolvere qualche problema, per
costruire un’etica nuova volta al recupero dei valori e delle tradizioni. Da
dove cominciare? Difficile, perché ci sono mille cose, iniziate o inaugurate,
come dir si voglia, rimaste lì a testimonianza di mal’amministrazione. Allora,
ci rivolgiamo all’assessore Cosa e gli indichiamo cose fattibili, guardando al
piccolo, guardando all’inderogabile necessità di spostamento della cabina Enel
di Lama, che impedisce l’allargamento di via Gregorio VII°, strada interessata
da un intenso flusso di traffico. Guardando allo sconcio di via Elio, quel
segmento di via Elio - angolo via Solito, per metà asfaltata e munita di
marciapiede pubblico e per metà recintata con paletti di ferro e rete stirata,
metà destinata, secondo la pratica edilizia relativa al fabbricato realizzato a
metà anni ’60, e relativa “Licenza Edilizia” all'allargamento stradale di via
Elio, proprio nel tratto ancora oggi ignobilmente recintato.
Pare che all'atto di
approvazione del progetto notificato all’allora proprietario - costruttore, sia
stato notificato altresì ulteriore atto consequenziale - ratificato con
delibera di Giunta – inerente l’atto di sottomissione - registrato e trascritto
presso la conservatoria dei registri immobiliari, nel quale il proprietario -
costruttore "si impegnava"– per sé per i suoi eredi ed aventi
causa - a cedere a titolo gratuito al Comune di Taranto l’area così come
destinata ed evidenziata sui grafici di progetto, area, tra l’altro, frazionata
e ceduta all’Ente Civico. Su detta area, fino ai primi degli anni 90, insisteva
un manufatto a piano terra, all’epoca utilizzato come baracca di cantiere per l’erigendo
nuovo fabbricato. Deposito o baracca che dir si voglia, dal ‘67 al ’90 ha
ospitato una falegnameria, fatta smantellare dal sindaco Cito.
L’area è stata recintata
così come si presenta ancora oggi, a distanza di anni
Cosa si aspetta ad
eliminare la recinzione e procedere al completamento della strada,
completando l’assurda operazione che si trascina da oltre 40 anni ?
Lanciamo un appello
all’assessore Cosa, l’assessore “regista” del salvataggio della Masseria
Solito”, assessore che ha deciso di comunicare con i cittadini, senza muri di
cristallo e guardie armate, ascoltando e rispondendo, così come deve essere chi
dai cittadini ha ricevuto il mandato, cittadini sempre più svegli a decisi a
cambiare chi e cosa non va, rappresentanti autoreferenziali inclusi.
Allora, assessore,
chiediamo un intervento, chiediamo il ripristino della legalità e l’osservanza degli
atti, in specie quelli che coinvolgono e riguardano i cittadini.
Aspettiamo
da lei quella/e risposta/e che in decenni sono mancate.
Taranto lì 16.03.14 Emma
Bellucci Conenna