HOME D.E. GUEST BOOK SPORT ISCRIVITI DELFINARIO LINKS COOKIE POLICY


•   Taranto, tutto pronto per la Festa di Sant'Antonio 2019
•   “Storia e Architettura”
“San Pietro: l’altra Basilica”.

•   Attenti a quei due: confronto diretto tra Mare e Terra in una sfida tra grandi chef
•   “Percorsi educativi per una società interculturale”
•   MAGNA GRECIA AWARDS 2019


•   MANDURIA (TA): La Coldiretti nella gestione del Parco dei Messapi
•   RICONOSCIMENTO NAZIONALE PER IL PIZZAIOLO TARANTINO PROFESSIONISTA MICHELE DI BARI
•   PULSANO: IL COMUNE FA COPRIRE TUTTE LE BUCHE SU VIA TARANTO



•   Riesame AIA ex Ilva: le valutazioni e richieste di Legambiente
•   Il Dossier Taranto di Legambiente sull’ex Ilva
•   GRETA CHIAMA TARANTO


•  U Tarde nuestre -
rassegna quotidiana

•  Basket
•  Atletica
•  Delfini Erranti Touch Rugby Taranto
•  Altri


Notizie
Ricorrenze
Raccolta Foto


Google
Web DelfiniErranti.Org



stampa l'articolo
Uscire dal dantismo per cercare di capire Dante oggi.
lunedì 10 marzo 2014

di Micol Bruni




La ragione della modernità nella lezione anticonformista e “antiscolastica” di Dante. Dal tribunale della letteratura alla metafora inquisitoria. L’attualità che uccide la tradizione della storia

 

 

di Micol Bruni

 

 

 

C’è attualità politica in Dante? Il legame tra storia e politica è esemplare. Ma nella ragione del pensiero le idee e la filosofia applicata al linguaggio letterario hanno una loro consistenza. Cosa è stato Dante Alighieri nei processi storici e giuridici di una cultura che supera l’età dell’Umanesimo radicato nel Medieoevo?

Sul piano di una teoria della politica Dante si muove su un giudizio di un mondo considerato “pessimo” (Manlio Sgalambro ci è di aiuto) e la sua posizione, nel tempo dell’esilio, è soltanto una deflagrazione “geniale” della metafora della lontananza del suolo - terra dove il pane non è duro. Ma incastona la metafora nella realtà. Così da far diventare la letteratura, quella della “Commedia” e quella dei “conviviali” oltre al testo principe dedicato alla “monarchia”, una letteratura radicata nella visione politica della storia stessa.

D’altronde il guerreggiare tra Guelfi e Ghibellini è una non scissione politica da “santi” e “demoni” (se non si entra nella teologia della politica è unitile toccare queste due  “forze”. Per cercare di capire Dante oggi bisognerebbe uscir fuori dal dantismo. Questo significa che bisognerebbe ritornare certamente alla “Vita nova”, ma in modo particolare proporre l’attualità di Dante secondo l’attualismo gentiliano che è quello non più storico – politico, bensì quello poetico – filosofico alla Zambrano maniera.

Ci sono tre proposte di lettura che la scuola italiana non ha adottato perché si affida a degli schemi ben precisi che sono da considerarsi completamente superati, obsoleti, da comodino.

La prima è quella offerta da Giovanni Boccaccio nella sua Vita dedicata a Dante. Ma Boccaccio è troppo trasgressivo anche se il suo lavoro resta una pietra miliare all’interno di un contesto che è quello che annuncia il Rinascimento. E non è poco il fatto che il primo scrittore dell’età moderna, qual è appunto il Boccaccio e non l’autore di una raccolta di Novelle, sottolinei il sostrato vita e incasellatura letteraria, con una tale ironia che sfiora il senso tragico della parola e del registro dei personaggi, nella classificazione dei limiti di una politica dantesca.

La seconda proposta è quella che ci viene da Machiavelli. Machiavelli, nell’accettare l’esilio di Dante,  supera completamente la complicità tra letteratura e storia in Dante, affermando il diritto alla ragione. C’è la ragione della politica in Machiavelli. Ma se Dante aveva accettato la competizione politica, attraverso una precisa scelta politica stessa, non poteva non porsi una questione di ragione storica. È vero che si era nel Trecento, ma è pur vero che si portava dietro il profetico “bizantinismo” depositato tra Grecia e Roma e non poteva far finta di non conoscere la concezione di Stato tra Aristotele (la sua visione politica in senso più stretto) e lo Stato romano sin dopo Nerone e Seneca.

La terza proposta è recente ed è quella sottolineata da Giovanni Pascoli che è il più grande poeta che è riuscito a confrontarsi con Dante non risparmiando a Dante nessuna retorica. Ma anche del Pascoli “maestro” conoscitore del Dante esoterico, ci sono pochissime tracce nelle scuole italiane e  le stesse scuole  si guardano bene nell’affrontare la questione. Ma è Pascoli che  scava da poeta nella poetica di Dante.

Da Pascoli sino a Guenon e a Maria Zambrano il viaggio diventa labirintico. Perché diventa tale? Guenon incide proprio nella concezione esoterica di Dante. Ma la filosofia della politica, che non può fare a meno di attraversare Machiavelli, fa costantemente i conti con una metafisica degli elementi esoterici e nel Risorgimento raccontato da Cecilia Gatto Trocchi (“Il Risorgimento esoterico”) si viaggia tra le visioni primordiali che conducono da Dante a Mazzini.

Ormai Dante non è completamente poesia perché la “Commedia” consuma un processo dentro il tribunale delle storie e delle vite proprio attraverso una via poeticamente ingiustificata  nella classificazione dei gironi, dei cerchi, dei coni capovolti: tutti elementi simbolici un una sacralità nell’esoterismo.

Ma a chiare lettere questa visione è dentro Maria Zambrano che pone Dante davanti allo specchio, anzi davanti ad uno “specchio umano” togliendo ogni cornice alla ragione parziale e irascibile e riconoscendo l’assoluta ragione riflessa di Dante.

Insomma un Dante non solo nella letteratura ma nella storia del pensiero e la storia del pensiero di Dante è la pianificazione del tribunale della “Commedia”.

Machiavelli aveva visto bene. Illuminante come sempre. Ma il Principe di Machiavelli e il “De Monarchia” di Dante non hanno finalità accomunanti pur nelle ambivalenze dei toni?

Insomma leggiamo con sguardo profetico e politico Dante servendoci di strumenti meno consoni al conformismo dantesco per capire e invitare ad una lettura più complessa dei processi culturali tra politica e istituzioni attraverso i parametri della letteratura.

In Dante la letteratura non domina e non verrà compresa nei suoi dettagli se non attraverso il principio di ragione storica e di realismo politico. Forse oggi ci sarebbe di aiuto filtrandolo, però, attraverso i moduli da me indicati grazie alla attualità della filosofia del diritto.

 




Segnala questa pagina
mappa del sito

Per un tuo commento scrivi sul Guest Book del Delfini Erranti


home   cookie policy guest book   sport   cultura   società   ambiente   delfinario   blunote