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Inizio e fine
di un ciclo.
L’imminente
conclusione del ciclo decennale di governo della cittĂ di Bari da parte del
Sindaco in scadenza, sedicente paladino della legalitĂ , impone attente
riflessioni sui mezzi utilizzati e sui risultati raggiunti in quei settori
strategici ove gli interessi dei potentati economici sono astrattamente in
grado di annientare i beni comuni e i diritti dei cittadini indifesi.
Parliamo di
urbanistica e di governo del territorio: questo tema ci consente di mettere a
confronto due interessanti frammenti dell’esperienza di governo locale che si
innestano in modo esemplare all’inizio e alla fine del detto ciclo.
Il primo atto
politicamente significativo in urbanistica del Sindaco appena eletto nel 2004
fu il disco verde alla illecita cantierizzazione di Via Pappacena per la
costruzione di 350 alloggi e 40.000 metri cubi per commercio e terziario su
suoli destinati a servizi per i residenti e a fascia di rispetto stradale e
ferroviario.
Il tutto in
dichiarata esecuzione di accordo di programma “Gozzini” mai perfezionato,
decaduto sin dal remoto 1994 e mai pubblicato sul Bollettino Ufficiale della
Regione Puglia.
Il Sindaco
oggi in scadenza esordì nel settore strategico dell’urbanistica con un vero e
proprio scempio sulla pelle dei cittadini e della comunitĂ locale a tutto
beneficio di un gruppo economico imprenditoriale, per quei fatti oggi in
giudizio penale per lottizzazione abusiva, che di lì a poco avrebbe portato in
Giunta un proprio membro di famiglia.
Attraverso questa
violenza urbanistica (non altrimenti può qualificarsi l’illecita realizzazione
di imponenti palazzi residenziali su aree destinate a servizi pubblici) i
cittadini di Bari sono stati subdolamente deprivati di verde e di servizi
previsti dal Piano Quaroni!
Febbraio 2014,
al tramonto del decennio di suo governo della cittĂ , il sedicente paladino
della legalità reprime con un’Ordinanza contingibile e urgente di divieto
d’accesso l’esperienza di valorosi giovani che hanno “liberato” l’area della
Caserma Rossani dal degrado e abbandono in cui versa da decenni, degrado e
abbandono che costituiscono il noto prodromo di salvifici progetti
imprenditoriali (giĂ in corsa) volti alla cementificazione selvaggia spacciata
per “recupero”.
Alla luce di
questi due emblematici frammenti esperenziali allo specchio, possiamo
serenamente dire che il ciclo decennale del Sindaco in scadenza si è aperto con
una cinica violenza urbanistica sulla cittĂ e si va chiudendo in modo
coerentemente infelice con un attacco a giovani intelligenze che tentano di
applicare in città l’arte creativa di trasformare spazi pubblici abbandonati in
luoghi di socialitĂ quali beni comuni.
Chiedo al
Sindaco, nulla potendo egli piĂą fare per il sacco di via Pappacena (al quale
hanno posto rimedio i giudici amministrativi annullando i suoi atti e quelli
della sua giunta) di riscattarsi alla fine del duplice mandato con un gesto di
sana autocritica, annullando l’Ordinanza Rossani e apprestando tutti i rimedi
idonei a consentire l’uso sociale in sicurezza degli spazi della vecchia
Caserma in abbandono.
Luigi Paccione
#convochiamociperBari
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