LE VICENDE KIPOINT-POSTE ITALIANE ALL’ATTENZIONE DEL
PREMIER LETTA
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Il deputato
Scagliusi (M5S) accoglie la richiesta di aiuto di oltre 100 imprenditori e
presenta un’interrogazione al Presidente del Consiglio per fare chiarezza sulla
vicenda del franchising di Poste Italiane. Solo in Puglia chiusi 7 punti
vendita
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In
principio erano 190, poi i fallimenti sono giunti a cascata. Si tratta del
progetto Kipoint, presentato come ‘vincente’ ma che rischia addirittura di far
perdere la prima casa ad oltre 100 famiglie italiane che ci avevano creduto. “Kipoint
S.p.A.†è nata nel 2002 come rete di negozi in franchising di SDA Gruppo Poste
Italiane operanti come centro servizi per spedizioni nazionali e
internazionali, servizi di imballaggio, servizi di fotocopisteria e come
rivenditore di prodotti di cancelleria e cartoleria. Grazie all’avallo di
Sviluppo Italia (oggi Invitalia) che proponeva tra i marchi convenzionati
“Kipointâ€, il progetto riesce in qualche anno a costruire una cospicua rete di
affiliati. Ma solo in Puglia, su 16 negozi aperti finora, 7 sono già chiusi:
quasi il 50%. E dinanzi alle segnalazioni dei cittadini, il deputato pugliese
Emanuele Scagliusi (M5S) ha presentato una interrogazione al Presidente del
Consiglio per fare chiarezza ed adoperarsi immediatamente per aiutare le
famiglie in difficoltà .
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“È
assurdo come Sviluppo Italia (oggi Invitalia), che agisce su mandato del
Governo, abbia potuto indicare tra i propri convenzionati un marchio senza aver
prima verificato la bontà dei business plan – dichiara il deputato
Scagliusi (M5S) – Troppo facile, a danno compiuto, cancellare il marchio
dalla propria lista di convenzionati. Chi si occuperà adesso degli imprenditori
in difficoltà ? Faremo luce su questo assurda storia che ha messo in
ginocchio centinaia di famiglie italianeâ€.
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Tra
il 2005 e il 2010, infatti, oltre 100 franchisee hanno chiuso il proprio punto
vendita Kipoint dal momento che le previsioni di fatturato di 200.000 euro annue
“a regimeâ€, sono risultate a dir poco azzardate. A completare il quadro ci sono
anche i due centri pilota, di Milano e Roma, chiusi per le stesse ragioni. Il
30.10.2010, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha condannato a
una sanzione amministrativa pecuniaria di 100.000 euro Posteshop Spa per aver
ingannato i franchisee con una serie di messaggi definibili nella “fattispecie
di pubblicità ingannevoleâ€. Dopo che il TAR del Lazio ha confermato la
sentenza dell’Antitrust, con l’Ordinanza Collegiale n. 201206636, in data 21.12.2012
il Consiglio di Stato ha sospeso il giudizio e rinviato a una pronuncia della
Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
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Nell’interrogazione,
il deputato 5 stelle chiede al Presidente del Consiglio quali provvedimenti
intenda adottare per affrontare le difficoltà in cui versano più di un
centinaio di piccoli imprenditori. Inoltre, quali siano stati i requisiti che,
fino a qualche hanno fa, hanno permesso al marchio Kipoint di figurare tra i
franchisor convenzionati con l’allora Sviluppo Italia e quali siano le ragioni della
sua esclusione. Infine, se il Presidente del Consiglio non ritenga urgente
valutare l’erogazione in tempi rapidissimi di uno stanziamento sufficiente a
consentire ai cittadini danneggiati di ottemperare agli impegni economici
intrapresi, evitando soluzioni limite, quali la vendita della prima casa. Sono
ancora ignoti, invece, i tempi di attesa della sentenza della Corte di
Giustizia europea sulla causa C-52/13.
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