Gentilissimi Onorevoli
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Gentile Onorevole,
In rappresentanza delle Imprese di
Autocarrozzeria della Provincia di Taranto di cui le è rappresentante
all’interno del Parlamento, le scriviamo per portala a conoscenza della nostra
assoluta contrarietà al recente Decreto n. 145/2013 (Destinazione Italia) ha
tra le sue finalità prevalenti quelle assolutamente condivisibili di voler “spingere†le piccole e medie
imprese e di volere agire nel senso delle liberalizzazioni.
Da sempre la politica ama raccontare che le PMI
e l’artigianato sono la spina dorsale del Paese. Di conseguenza, bisognerebbe
valorizzare, tutelare e incentivare tale comparto economico. E invece, il
Governo preferisce fare un grande regalo alla lobby delle Assicurazioni che,
operando in un contesto privo di concorrenza, nel corso degli ultimi anni ha
aumentato i costi delle polizze del 245% mentre i sinistri (e dunque i
risarcimenti) sono calati del 40%. Questo ha significato, e significa
concretamente, che sono aumentate le entrate delle Assicurazioni ed è diminuito
di molto il lavoro dei carrozzieri.
Infatti, l’articolo 8 del Decreto Legge 145/13, con specifico
riguardo al comma 1 punti d1 e f1, assesta un grave e pericoloso colpo proprio
alle piccole imprese artigiane che operano nel settore della riparazione dei
veicoli, esponendo così al serio rischio di sopravvivenza 17.000 imprese di
carrozzeria e 60.000 addetti. Esso, qualora approvato nella sua attuale
formulazione, rappresenta, infatti, l’esatto contrario delle liberalizzazioni
invocate perché, nei fatti, tutto il mercato della riparazione verrebbe
indirizzato verso le carrozzerie convenzionate con le compagnie di
assicurazioni, attraverso una consistente penalizzazione di natura economica
per chi volesse utilizzare un riparatore di propria fiducia. Tale fattispecie
espellerebbe dal mercato della riparazione la stragrande maggioranza delle
17.000 carrozzerie italiane che hanno individuato nella propria
indipendenza imprenditoriale la scelta
strategica di mercato.
A questo proposito, giova peraltro ricordare ciò
che realmente accade oggi nel mercato della riparazione: le Compagnie di
assicurazione impongono alle carrozzerie convenzionate condizioni
contrattuali-capestro (tariffe orarie inadeguate, tempi di riparazione ridotti,
ricambi concessi in conto lavorazione, servizi aggiuntivi richiesti a titolo
gratuito) che costringono le carrozzerie convenzionate a lavorare nettamente
sotto costo,
mettendo
così a rischio anche la qualità della riparazione ed incentivando il lavoro
nero e la concorrenza sleale. Si vorrebbe ora imporre alle carrozzerie
indipendenti (quelle non convenzionate), di “conformarsi†a tale ribasso poiché
le imprese di assicurazione corrisponderebbero loro una somma che non può
comunque superare il costo che la compagnia avrebbe riconosciuto alla
carrozzeria convenzionata.
Sembra, inoltre, paradossale che il Decreto,
nelle parti evidenziate, non abbia preso in considerazione il grave e palese
conflitto di interesse in cui agirebbero le Assicurazioni che, per legge, sono
attualmente obbligate a risarcire il danno, ma certamente a non occuparsi anche
e direttamente della riparazione, stabilendo dove riparare l’auto e a quale
prezzo. Consentire, inoltre, alle Assicurazioni (cfr. punto f1
dell’articolo 8) di
vietare, nei fatti, la possibilità di cedere il credito al carrozziere (cosa
incomprensibile perché tale strumento di tutela del consumatore è previsto dal
nostro Codice civile e non si capisce perché potrebbe non applicarsi solo nel
caso dell’RC auto) è veramente un ulteriore regalo che il Governo fa alle
Assicurazioni. Così facendo si permette loro di tener sotto scacco sia il carrozziere
indipendente che l’automobilista.
Quest’ultimo – infatti - non può più difendere i
suoi legittimi interessi cedendo il suo credito al carrozziere, il quale
potrebbe gestire il sinistro direttamente con l’assicurazione, evitando anche
all’automobilista di anticipare direttamente somme per la riparazione del
proprio veicolo.
Le Associazioni nazionali dei carrozzerie non
possono permettere che i propri rappresentati siano rottamati per decreto, in
nome di una presunta riduzione delle tariffe RC auto e di una falsa
liberalizzazione.
Pertanto, esse chiedono al Governo e al
Parlamento di stralciare dall’articolo 8 del Decreto i commi d1 ed f1, sostituendoli
con le proposte ad hoc avanzate.
Al fine di illustrare più dettagliatamente le
nostre tesi e le conseguenti proposte, ma anche e soprattutto per ascoltare le
Sue valutazioni in materia, anche in vista della discussione parlamentare sul
Decreto in questione, Le chiediamo un incontro presso la nostra Sede
provinciale.
Nella speranza che la nostra richiesta
d’incontro possa essere accolta ringraziandola per la Sua attenzione in questo
particolare e critico momento della vita di migliaia di carrozzerie italiane e
dei loro dipendenti, cogliamo l’occasione per inviare i nostri distinti saluti.
Distinti saluti