Devo fare appello al
coraggio che non ho per farvi gli auguri di Natale in un momento drammatico
come questo. Vedete, io mi considero un’ottimista e mai avrei immaginato che
sarebbe arrivato il giorno in cui avrei esitato a dire: “Buon Natale” a quanti
di voi hanno perduto il posto di lavoro, la cassa-integrazione o il sussidio di
disoccupazione, a quanti lavorano sapendo che la loro azienda presto chiuderĂ
i battenti e si ritroveranno senza prospettive, a quanti tremano all’idea di
venire licenziati e subiscono, tacendo, angherie di ogni genere pur di
continuare a portare a casa un salario. Intanto ogni giorno siamo costretti a
pagare nuove tasse e la spesa sociale viene decapitata con l’accetta. Anni fa,
un amico siciliano mi diceva: “Il pesce puzza dalla testa”. Alla testa del
nostro Paese c’è un fetore insopportabile, emanato da individui che non
conoscono il pudore e ci derubano senza vergogna, pur di continuare a
ingrassare sulla nostra pelle. Con la cementificazione selvaggia, questi
individui ci hanno rubato un territorio straordinario che ora si sgretola e
frana a ogni refolo di vento. Ci hanno rubato l’aria salubre e la terra fertile
con discariche abusive e maleodoranti che ci fanno morire di cancro. Ci hanno
rubato la dignitĂ del lavoro. Ci hanno rubato la fiducia in chi guida le
istituzioni del nostro Paese. Ma il peccato piĂą scandaloso, quello che grida
vendetta al cospetto di Dio, è quello di averci rubato la speranza e il futuro
dei nostri figli. Che Dio mi perdoni, perché a questi ladri io auguro il Natale
peggiore che possano immaginare. Ai miei simili, calpestati e offesi, auguro un
sussulto di ribellione dopo anni di lunga pazienza e infinita sopportazione. E
accarezzo un sogno: vorrei che nella Notte Santa tutti noi riempissimo le
Chiese e le Piazze per implorare a voce alta: “Caro Gesù Bambino, che sei nei
cieli, ma stanotte sei qui, tra noi, vivo e palpitante, fa’ in modo che questi
malfattori si rendano conto del male che ci hanno fatto e abbiano finalmente la
decenza di lasciare le poltrone che occupano indegnamente e andarsene gonfi di
vergogna. Caro GesĂą Bambino, senza di loro, ma con il sostegno del tuo
insegnamento e della nostra intelligenza, staremo tutti meglio”. Con questo
spirito, vi abbraccio idealmente e vi sussurro il piĂą dolce degli auguri: Buon
Natale.