HOME D.E. GUEST BOOK SPORT ISCRIVITI DELFINARIO LINKS COOKIE POLICY


•   Taranto, tutto pronto per la Festa di Sant'Antonio 2019
•   “Storia e Architettura”
“San Pietro: l’altra Basilica”.

•   Attenti a quei due: confronto diretto tra Mare e Terra in una sfida tra grandi chef
•   “Percorsi educativi per una società interculturale”
•   MAGNA GRECIA AWARDS 2019


•   MANDURIA (TA): La Coldiretti nella gestione del Parco dei Messapi
•   RICONOSCIMENTO NAZIONALE PER IL PIZZAIOLO TARANTINO PROFESSIONISTA MICHELE DI BARI
•   PULSANO: IL COMUNE FA COPRIRE TUTTE LE BUCHE SU VIA TARANTO



•   Riesame AIA ex Ilva: le valutazioni e richieste di Legambiente
•   Il Dossier Taranto di Legambiente sull’ex Ilva
•   GRETA CHIAMA TARANTO


•  U Tarde nuestre -
rassegna quotidiana

•  Basket
•  Atletica
•  Delfini Erranti Touch Rugby Taranto
•  Altri


Notizie
Ricorrenze
Raccolta Foto


Google
Web DelfiniErranti.Org



stampa l'articolo
- NATALE
- FIGLI LONTANI

lunedì 2 dicembre 2013
poesie di Giovanni Parisi

da presideparisi@libero.it




Figli lontani

Figli lontani.

 

Io e la mamma ci affacciamo al balcone di casa,

specie di sera, quando ci prende la malinconia,

noi tendiamo le braccia

là , da noi lontani  avete costruito il vostro nido,

La nostra casa è vuota: rivediamo le vecchie scarpe,

la sciarpa  di lana, le camicie sul letto, i fazzoletti,

il bel quadro della vostra laurea in medicina ed ingegneria,

sentiamo la vostra voce, il respiro e poi nulla,

il vuoto, il silenzio.

E’ triste ,siamo come una campagna sterile,

un vecchio muro abbandonato,

un giardino senza fiori,

un castello  scalcinato del remoto passato.

Non basta il telefono, non basta nulla,

ora ci dite che ogni telefonata arreca noia,

solo fastidio e  parole inutili.

Rivediamo le bambole nella canestra,

i  vecchi libri di filosofia e fisica,

e corriamo dietro ai fantasmi vuoti.

Noi, non lo sapete, moriamo ogni giorno

alla luce del sole.

Nulla vi importa di noi genitori,

attendete i beni, soltanto.

Non interessa nemmeno la morte ,

Io e la mamma viviamo la nostra solitudine,

in una casa vuota, senza voce ed anima.

Ci definite “ anziani e vecchi “ Peccato!

Cosi non è.

Ci resta la balconata del ricordo,

il vissuto in casa nostra,

le preghiere della mamma,

le tante vicissitudini, le traversie,

Chiedere scusa  per gli errori ?

A chi ? Inventateli pure, sparlate !

Noi siamo un albero di ciliegio senza frutto,

un giorno senza alba,

una notte d’inverno, sempre.

La distanza del tempo non ci porta alla morte,

ma la vostra è una lontananza di figlio,

il nostro cuore è a brandelli ,voi,

voi due restate “ pizze ‘e core “.

Vedete ? Non sono un poeta,

ma scrivo come mi detta il cuore,

povere parole che non arriveranno mai

Peccato ! Avete dimenticato il vostro tetto.

Peccato ! Siete diventati altro da noi

su di noi cade la notte buia,

cade l’ombra della sera

il gelo dell’inverno.

Le mie parole vane

Come le risposte che voi ci date

per telefono

Solo la morte potrà farci conoscere,

noi vostri genitori ieri come oggi,

per sempre.

Non servono gli amici,

nemmeno il veglione di capodanno,

ovunque siamo avvertiamo il passo del silenzio,

la voce dell’oblio,

la dimenticanza di chi troppo ha amato

in compenso ha solo ingratitudine.

Lo dice il ostro cuore,

quello della mamma e di un padre,

che scrive povere parole.

Voi dormite e vi levato da letto,

noi vi amiamo senza letto e casa,

siete ancora nostri figli lontani,

lontani da noi, lontani, lontani.

 

Giovanni Parisi

 

***********************

 

Natale.

 

Dorme un bimbo nella capanna,

cade la neve lenta lenta , lenta,

la madre canta la ninnananna,

racconta e  mira ed è contenta.

 

Cade l’ombra della sera tarda,

il bimbo sogna e va lontano,

la luna splende in alto, maliarda,

suona un’armonica come richiamo,

 

un richiamo nella notte  scura

attorno belano tante pecorelle,

un’ombra si avvicina ed è paura,

fanno ciao ciao le lontane stelle.

 

Una stalla, il fiato di un bue e asinello,

si curva la Madre sul figlioletto

sogna il bimbo di stare in un castello,

due travi soltanto ha come tetto.

 

Per letto la paglia della stalla,

i Magi arrivano con i cammelli,

soffia la tramontana e traballa,

recano incenso, mirra , son gioielli.

 

Esitanti le nuvolette bianche,

il cielo è terso, diamantino,

un pavimento nudo senza chianche,

si pone in bocca il suo ditino

 

San Giuseppe con il bastone in mano,

Maria fiata con il velo,

una grotta ora è un richiamo,

dalle contrade e lontano dal cielo.

 

Vengono dal’Oriente i pastori,

vestite di lana e con zampogne,

si inginocchiano, tingono di colori,

un Bambino per guarire le nostre rogne

 

Oggi è festa in tutto il firmamento,

una cometa si affaccia al suo balcone,

oggi è festa grande , un ornamento,

prega un vecchio sul suo bastone

 

Natale, Natale qui e  nel mondo intero,

il Salvatore di tutte le genti,

nessuno più è forestiero,

una nenia da lontano ora senti.

 

Cade la neve , soffia il freddo vento,

arriva tra poco la notte scura,

un tocco di campana dal convento,

nessuno delle genti ha più paura

 

I fiocchi lenti cadono sulle pareti,

sull’erba dei sentieri antichi

oggi son piene di pesci le reti,

anche gli sguardi sono pudichi.

 

Il Bambino dorme con la madre accanto,

attorno è pace  dai monti al piano,

rivivono i morti del camposanto,

cade la neve piano, piano, piano.

 

Le pecorelle sono strette strette

per farsi forse un po’ di compagnia,

gli uccelli nei nidi con le loro alette,

oggi un calcio alla malinconia.





Segnala questa pagina
mappa del sito

Per un tuo commento scrivi sul Guest Book del Delfini Erranti


home   cookie policy guest book   sport   cultura   società   ambiente   delfinario   blunote