A Taranto l’alterna fortuna di vari progetti di finanza
(cimiteri, piscina comunale e palazzo degli Uffici) Â fanno nascere nei
cittadini il forte sospetto che più che un’operazione virtuosa per valorizzare
un patrimonio comune, economico e sociale, Â Â sono diventati un modo per
consegnare a privati beni di alto valore senza certezza sui tempi di
ultimazione delle opere e della loro fruibilitĂ da parte dei cittadini .
L’esempio
emblematico è quello che sta accadendo al Palazzo degli Uffici che rischia di
diventare, come civilmente hanno sottolineato in una petizione gli studenti del
Liceo Archita costretti a traslocare in altre sedi,  un cantiere senza fine e
che mette a grave rischio la tenuta complessiva dell’immobile oltre che
rischiare di pregiudicare l’enorme patrimonio di 20000 volumi della biblioteca
e dell’Archivio Storico del Liceo contenuti nella struttura in cui è impedito
l’ingresso eil trasloco degli stessi.
Di
piĂą oltre alla valenza culturale per Palazzo degli Uffici che insiste nel
salotto buono della cittĂ parliamo anche di mancato decollo del volano
turistico in quanto un Cantiere recitantato e non ultimato nel Borgo della
CittĂ porta nocumento alla immagine complessiva della CittĂ che vorrebbe
scommettere su uno sviluppo alternativo alla Grande Industria.
Nella
vicenda del Palazzo degli Uffici si sono concentrati una serie di orrori
amministrativi, continui stop and go, il ruolo confliggente tra RUP e Direzione
Lavori  e oggi anche il paventato rischio di infiltrazioni mafiose all’interno
del Consorzio aggiudicatario come appreso dagli organi di stampa nazionali e
locali.
Le
responsabilità però non possono e non devono sempre ricadere sulla politica ma
occorre anche evidenziare, semmai ci fossero, le responsabilitĂ dei dirigenti
del Civico Ente
Infatti,
il nuovo assetto dei poteri all’interno degli enti locali è incentrato su di
una rigida ed effettiva separazione dei rispettivi ruoli: da un lato i compiti
di indirizzo che sono attribuiti al potere politico e quindi al Consiglio
Comunale; dall’altra, invece, i poteri gestionali, che divengono propri dei
dirigenti.
Essi
sono titolari non solo della gestione amministrativa, ma anche di quella
finanziaria e tecnica, attraverso degli autonomi poteri di spesa, di
organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo.
A
Taranto invece spesso tali ruoli vengono inopitanamente confusi e quindi avviene
ad esempio che un Dirigente tecnico si avventuri nel tracciare le linee strategiche
delle Aziende partecipate con relativi riflessi giuridici senza le opportune
competenze e di contro vengono proposte progettazioni che vengono poi cassate
dalla ASL come nel caso del canile rifugio.
E’
ora quindi che si prenda atto con coraggio e decisione di questo stato di cose
e che la Politica inizia a riappropriarsi dell’indicazione delle direttrici di
sviluppo della CittĂ e che alla Dirigenza venga concesso di lavorare sugli
obiettivi e nel contempo vigilare che gli stessi vengano raggiunti.
La
drammaticitĂ del momento esige infatti che si lavori pancia a terra gettando il
cuore oltre l’ostacolo con una presenza costante dei Dirigenti negli Uffici
Comunali e un maggiore ascolto delle grida di dolore che provengono da settori
sempre piĂą diffusi della SocietĂ civile tarantina.Â
Cosimo Gigante
- Giovanni Guttagliere - Gianni Cataldino - Rosa Perelli
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