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Pregg. Sigg.
PREFETTO – SINDACO di Taranto
Presidente
VENDOLA
Assessore Urbanistica BARBANENTE
p.c.
SINDACO - Assessore Urbanistica di Taranto
Presidenti Ordini e Collegi
Professionali - TA
ULTIMO…… PIANO CASA
“Emergenza casa”, realtà o alibi?
Se è realtà, come si spiegano, se non come
fallimentari, gli interventi dei governi, che datano sin dagli inizi del secolo
scorso quando, con la legge n 251 del 31.05.1903 per iniziativa dell'On.
Luigi Luzzatti, lo Stato esprimeva la precisa volontà di intervenire nel
sistema sociale, avendo di mira solo ed esclusivamente il "bene Casa “ non
già un interesse prettamente economico o esigenze di profitto? Allora, nacquero
gli Istituti di “case popolari”, case destinate ai ceti meno abbienti, a
basso-bassissimo reddito, di seguito si prese a parlare di integrazione della
politica della casa, di sviluppo del territorio e di una disciplina unitaria
dei canoni, via via furono emanate leggi e messi a punto Piani di Edilizia
Residenziale. Infine, la Legge 560/93, che, consentendo la vendita di una
cospicua parte del patrimonio immobiliare degli Enti Pubblici impegnati nel
settore dell’edilizia residenziale, costituisce la base per un rilancio della
stessa, prevedendone espressamente il reinvestimento dei ricavi per
l'incremento e la riqualificazione. Ovvero, un’attenzione costante al
problema, obiettivi non raggiunti, palesemente disattesi dato che si continua a
parlare di emergenza in ogni parte d’Italia, con interventi recentissimi della
Conferenza delle Regioni che ha chiesto al Governo centrale l’istituzione di un
tavolo congiunto per la gestione dei 3 fondi messi in campo dallo stesso
Governo, fondi comunque dagli attori istituzionali giudicati un “tampone”.
Da questo la necessità di "
concentrare le scelte su poche priorità condivise di intervento"- ha
detto Luca Braia, assessore alle Infrastrutture della Basilicata e
coordinatore della commissione Politiche abitative della Conferenza delle
Regioni, riferendo delle 4 priorita' ritenute imprescindibili:
1) soluzione dell'emergenza
sfratti per morosita' incolpevole, da realizzare con strumenti utili a realizzare
una moratoria e il rifinanziamento del fondo per il sostegno alla locazione ai
sensi della legge 431/1998;
2) sostegno all'offerta
abitativa sociale, ripristinando gli investimenti pubblici per un programma di
interventi straordinario basato su criteri e modalita' nuove, come ad esempio
la 'rigenerazione' ma anche il recupero degli immobili sfitti, allo stesso modo
dell'acquisto dell'invenduto privato e naturalmente la realizzazione di nuovi
appartamenti;
3) sostegno alla domanda
abitativa, modificando l'articolo 11 della legge 431 per consentire l'utilizzo
delle risorse a strumenti innovativi, come le agenzie di locazione sociale e i
fondi di garanzia; e, da ultimo,
4) sostegno del sistema di
edilizia residenziale pubblica, riprendendo le proposte regionali del luglio
scorso sulla fiscalita' di vantaggio nei confronti degli ex Iacp in ambiti come
Imu, Iva e Ires.(ANSA).
Questo il proclama d’intenti
che, il passato insegna, produrranno interventi- tampone non soluzioni radicali
scalfendo, solo marginalmente, quella realtà sotto gli occhi di tutti, nel
resto del paese come a Taranto, questa afflitta da una “emergenza
continua” dalla quale non riesce ad uscire, quasi la fame di alloggi non fosse
legata al numero degli abitanti, scesi sotto i 200.000.
Allora, ci riferiamo alla questione locale,
le motivazioni vanno ricercate da qualche altra parte, a cominciare dal mancato
completamento di complessi come UMI 1-2-3, dalle “mutazioni
d’uso”, segnalate dagli inquilini magari per problemi di ordine e di sicurezza
pubblici, senza riscontro alcuno, se non diffide legali, potremmo, sic et
simpliciter, sostenere che le assegnazioni degli alloggi non hanno rispettato,
e non rispettano, lo spirito dell’edilizia popolare, sociale o come dir si
voglia, violando i criteri tassativi.
L’assegnazione, di fatto, è un “terreno di
caccia selvaggia” per politici dipendenti e dirigenti di enti pubblici;
ufficiali superiori dell’esercito e furbastri di bassa lega che, in previsione
di un beneficio futuro (vale a dire il riscatto dell’alloggio), scelgono di
risiedere fittiziamente nella casa del genitore- del parente solo; clan delle
assegnazioni illegali, celeri nell’individuare e fittare l’abitazione sfitta
anche temporaneamente, o nel reperire acquirenti per case ancora nella
proprietà del comune, e individui che snaturano lo spirito degli alloggi,
installando studi professionali, uffici finanziari, patronati.
Come giustificare queste anomalie? Perché
tutti sanno e fingono di non sapere? E’, forse, più semplice “tirare a
campare”? E che dire del diritto di “tirare a campare” per i bisognosi o,
comunque, in difficoltà? Non esiste o non hanno voce, quindi diritti? Eppure
basterebbe una maggiore attenzione, una trasparenza certa per restituire quella
legalità che il nostro Osservatorio chiede da tempo. Sappiamo
che gli alloggi vengono assegnati in base all’ordine della graduatoria
definitiva approvata dalla Commissione Provinciale di assegnazione, ed è
effettuata dal Sindaco del Comune territorialmente competente che vi provvede
con apposito decreto, ma certamente l’ingranaggio si inceppa in qualche punto.
Chiaro
che, permanendo lo status quo, si continuerà a parlare negli anni di “emergenza
abitativa” soprassedendo ad abusi, irregolarità, in danno dei bisognosi. Case
popolari del comune, case popolari dello IACP, case ex INA, una marea di
possibilità non concesse alle famiglie bisognose, tante, tantissime a Taranto,
tante assistite dai servizi Sociali, tante e tutte prive di diritti alla casa,
anche quando le situazioni si presentano a rischio estremo, come dovrebbero ben
sapere gli assistenti sociali. Oggi, alla “storica” emergenza abitativa si è
aggiunta l’emergenza casa legata alla crisi: troppa gente quotidianamente perde
il posto di lavoro, quindi l’unica fonte di reddito, da qui, a catena,
l’impossibilità di pagare il fitto o le rate del mutuo, ritrovandosi con uno
sfratto esecutivo e …la strada per tetto.
L’UFFICIO
CASA del Comune di Taranto ha preso coscienza della nuova realtà? Alle 2500
unità abitative che rappresentano la necessità storica bisognerà aggiungere
l’ondata di nuove richieste. Il Comune intende latitare? Si comincerà, ad
esempio, a fare chiarezza sugli alloggi sociali indebitamente ed illegalmente
utilizzati dai furbi? Si comincerà a fare chiarezza sugli alloggi sociali cui è
stato mutato l’uso da abitazione ad ufficio? Si deciderà di “impegnare” per i “
bisognosi aventi diritto” gli immobili confiscati, acquisiti al patrimonio
comunale, ovvero un tesoretto di
oltre
200 unità immobiliari "locali - ville - appartamenti"
confiscati tra il 1978 ed il 1984? Si vorrà intervenire o si continuerà a non
vedere, non sapere, non sentire? Non si può continuare ad abusare della
tolleranza e della pazienza dei cittadini, in specie di quelli che si vedono
negare ogni diritto ma dai quali si pretende il rispetto dei doveri. E dove
sono i doveri dei nostri rappresentanti, strapagati, straprivilegiati,
straviziati, ma dai piedi di argilla?
Non dormano, questi individui, sonni
tranquilli: le coscienze si stanno ridestando, si sta acquisendo la
consapevolezza dei diritti, si stanno cercando con occhi disincantati figure
nuove, moralmente ineccepibili, professionalmente competenti, mentalmente
proiettate verso la rimozione di clientelismi, nepotismi, corruzione e concussione.
Il tempo degli odierni amministratori e politici arraffoni sta per chiudersi,
avanzerà il senso della legalità e della giustizia.
I cittadini, noi cittadini, siamo stanchi
del marciume, stanchi di vedere i diritti trasformati in “magnanime concessioni
dei signori della politica”.
Taranto lì, 12.11.13
il
portavoce