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Per il M5S non
solleverà l’economia locale, non introdurrà massicci investimenti se non legati
alla speculazione edilizia e comporterà un incommensurabile spreco della
risorsa più preziosa per la Puglia, ovvero l’acqua
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Destagionalizzare
il turismo e la sua crescita qualitativa, attirando sul territorio risorse
finanziarie e intercettando i visitatori appassionati al gioco, nonché
valorizzando il paesaggio senza distruggerlo e preservando la sincerità dell’investimento
da speculazioni edilizie. È con questi presupposti che in V Commissione è stata
approvata la legge sulla “Promozione del sistema golfistico regionaleâ€,
proposta a prima firma di Nino Marmo (Pdl) che ha trovato d’accordo tutti
tranne il partito del Governatore Vendola, bollato su posizioni “vetero-ideologheâ€.
Ma a non far passare in sordina la proposta del consigliere Marmo sono i parlamentari
del M5S che da tempo si battono per cestinarla definitivamente, perché
ritenuta non funzionale all’intera regione, il cui progresso ha
bisogno di ben altre scelte.
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“Una
regione come la Puglia che per frenare la sua sete d’acqua ha portato alla
costruzione di un’opera ingegneristica tra le più importanti al mondo – dichiarano
i deputati ed i senatori del MoVimento 5 Stelle – si appresta a varare
oggi una delle leggi che metterà più a rischio il
prezioso oro blu, risorsa divenuta più importante del petrolio. Per
garantire la vita del prato verde di un campo da golf, infatti, sono necessari
almeno 2.000 metri cubi di acqua al giorno in estate, l’equivalente (come
riportato dallo studio della stessa Regione Puglia su “Golf e Ambiente†a pag.
7-8) al fabbisogno di un paese di 8.000 abitanti o di due tonnellate di
grano. Un lusso che creerebbe danni all’agricoltura e all’allevamento ma
che entra in conflitto anche con l’assicurazione dell’uso agricolo dopo quello
umano – affermano i parlamentari a 5 stelle – come sancisce l’art.
28 della legge 36/1994. Da non sottovalutare, inoltre, dopo i danni
realizzati con i campi fotovoltaici su superfici agricole, la contribuzione al
processo di desertificazione dato che l’abbattimento del manto
vegetazionale esistente, l’eccessivo trattamento chimico del terreno di un
campo da golf possono esserne fattori scatenanti (Conferenza delle Nazioni
Unite svoltasi a Rio De Janeiro nel 1992)â€.
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Nel
mirino dei 5 stelle non vi è solo lo spreco della risorsa acqua, ma anche le
sue caratteristiche. “Ancora più insidioso, – dichiarano i
parlamentari – soprattutto per noi pugliesi, è la salinizzazione
delle falde acquifere che si determina quando non viene utilizza l’acqua di
acquedotti o dighe e si utilizzano pozzi, trascurando che queste trivellazioni
sono causa diretta del fenomeno di salinizzazione, in particolare nella falda
nelle zone costiere, come già accaduto con l’Acaya Golf Club del Parco Naturale
delle Cesine in Pugliaâ€. Non ultima la valutazione costi/benefici
degli investimenti che la legge presume di attirare sul territorio pugliese. “Alla
sottrazione di terreno agricolo e forestale, al rischio ambientale, alla
distruzione del paesaggio naturale con bonifica di aree umide per creare campi
da gioco, laghi artificiali e quant’altro – continuano i 5 Stelle – non
corrisponde una redditività immediata. Basta analizzare la
produttività dei golf club esistenti per accorgersi che si sono rivelati
fallimentari. Se, infatti, l’investimento necessario per la realizzazione di un
nuovo campo da golf di 18 buche si aggira mediamente intorno ai 5 milioni di
euro e la relativa gestione a 300.000 mila l’anno, il lungo tempo di recupero
del capitale costituisce un alto rischio per l’investimento che, nell’attuale
periodo di crisi, è quantomeno inopportuno se non giustificato da operazioni
immobiliari, spesso legate a successive speculazioni edilizie a ridosso dei
centri abitatiâ€. È il caso del progetto presentato nel 2003 a Toritto
(Bari) dove un gruppo di imprenditori, mediante lo strumento dell’accordo di
programma, puntava alla realizzazione di un campo da golf con annesse 250
ville, torre panoramica, albergo da 300 posti, sala conferenze, ristorante,
piscina, beauty farm, campi da calcio e tennis: il tutto nel Parco
Nazionale dell’Alta Murgia, sito d’interesse comunitario e zona di protezione
speciale.
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“In
questo periodo di crisi mondiale anche il turismo si è adeguato ed è diventato
ecoturismo – concludono i deputati Giuseppe L’Abbate ed Emanuele
Scagliusi che, con l’appoggio al comitato “Custodiamo le Coste†e le
osservazioni in fase di VAS nell’agosto 2012, riuscirono nel far ritirare il
progetto di “Parco dei Trulli†tra Polignano e Mola di Bari chiedendo, al
contempo, il rigetto della proposta di legge di Marmo all’Assessore Barbanente
– È assurdo che la Puglia non si sia ancora accorta che il turista evoluto,
che riesce spesso a conquistare, è attirato dalle bellezze naturalistiche e
culturali del luogo, le prime regalateci dalla natura e le seconde in fase
embrionale che spetta a noi sviluppare. La nostra regione deve salvaguardare
territorio e paesaggio, puntando su ciò che già possiede, a beneficio delle
economie tradizionali agricole e turistico-naturalistiche in grado di
portare progresso e non incondizionato sviluppo, fine a se stessoâ€.