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Pensi esimio lettore,
questa lettera aperta al Ministro viene
inoltrata ogni anno con estrema puntualitĂ ma con altrettanto
ESTREMO MENEFREGHISMO Â viene
evidentemente accolta da chi invece dovrebbe intervenire......
ma se ne astiene.
Ed allora, a che gioco giochiamo ?
Come al solitio, si predica bene
e
si razzola male
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Libero OSSERVATORIO della LEGALITA’ onlus (TA) osservatoriolegnc@libero.it
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TRAMONTO SUL MARE DI TARANTO
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 Preg.
Sig. MINISTRO all’AMBIENTE
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La TRISTEZZA… del Mare
d’inverno
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“MARE CANNIBALE” così titolava un articolo di “Gino Raugei”, edito dal
settimanale OGGI nel luglio ’08,  viaggio sulle coste italiane devastate
dal fenomeno dell’erosione , articolo nel quale il prof. Enzo Pranzini
asseriva :
“ In dieci anni sono
spariti quasi due milioni di metri quadrati di spiagge”,  di seguito una serie di
inquietanti fotografie definite  “Cartoline del disastro” quindi
 venivano proposte le Cartoline di spiagge rinate, rinate a seguito di
interventi che hanno comportato l’eliminazione di inquietanti strutture
fisse che impediscono la rigenerazione dei litorali.
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La spiegazione del
fenomeno viene riassunta in poche parole:
a - Â Se il MARE
avanza e sulla costa non c’è nulla, la spiaggia arretra.
b - Se il MARE avanza
ed incontra ostacoli, la spiaggia sparisce rapidamente perché le onde,
impattando sulla struttura rigida, scalzano i fondali e portano via la sabbia
(esempio di oggi è la spiaggia di Lido Gandoli)
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La domanda sorge
spontanea:Â
“Cosa fare per salvare
le nostre spiagge?”
La soluzione migliore,
ovvia, sarebbe quella di “delocalizzare” le costruzioni presenti sulle spiagge,
cioè abbattere le strutture fisse e/o precarie che siano.
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UNA SPLENDIDA CALETTA
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Purtroppo, proseguiva
il prof. Pranzini, “il futuro non è roseo, poiché l’erosione costiera
combinata con l’innalzamento del livello del Mare (a causa dello scioglimento
dei ghiacciai) trasformeranno ulteriormente, sfigurandolo, il paesaggio
costiero del Bel Paese… e non solo, con lo scontato effetto che le spiagge a
dieta “tormentate da strutture che ne impediscono la rigenerazione”
continueranno a dimagrire, il Mare entrerĂ negli stagni interdunali e farĂ
morire le Pinete… cosa che sta già succedendo sulla Costa della Maremma”.
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SCORCIO DI UNO STABILIMENTO BALNEARE
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- MARE CANNIBALE,
dunque?
MARE responsabile
unico dello sfacelo?
Una cosa è certa: il
mare, dunque la natura, si ribellano agli oltraggi.
Questo può interessare
a chi ragiona esclusivamente in termini di profitto?
Può interessare ai
Gestori degli Stabilimenti Balneari, da taluni politici definiti addirittura
“Poveri Gestori”,  povera gente – e siamo al paradosso – che non può
accollarsi le “ingenti spese” inerenti “montaggio e smontaggio” delle
. Â Quindi? Quindi dobbiamo continuare a
permettere il saccheggio del Patrimonio Demaniale – quello delle marine – che
fino a prova contraria è, e deve rimanere Pubblico?
Purtroppo, se i
Gestori, pardon,  “poveri gestori” non lo vogliono capire- per avidità ,
per egoismo, probabilmente per arretratezza culturale- c’è ben poco da sperare
!
Debbono, allora,
essere i “POLITICI” che a livello di cultura e di sensibilità dovrebbero quanto
meno essere più dotati dei “gestori”, ad emanare leggi e ordinanze per
contenere i danni futuri con la consapevolezza di aver permesso danni
irreversibili.
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- MARE CANNIBALE,
quindi colpevole se tutti gli
splendidi litorali del bel Paese stanno andando a “pallino”?
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Andiamoci piano,
proviamo più che altro a ricercare cause e concause nell’uso improprio, nell’abuso
che dell’ambiente in genere vien fatto, quel che è peggio in piena coscienza e,
purtroppo, con tanta, troppa arroganza.
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- MARE CANNIBALE,
 mai termine più inappropriato potrebbe essere utilizzato per descrivere
un’anomalia determinata da “una reazione ovvia quanto scontata” fisicamente
dimostrata, da comportamenti illogici ma soprattutto innaturali tenuti e
perseguiti da chi dovrebbe vigilare, tutelare l’habitat nel quale vive e dal
quale di anno in anno trae lavoro e
 profitto.
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Da anni l’OSSERVATORIO
documenta, mostra, Â denuncia quanto di deprecabile, senza soluzione di
continuità , accade nel silenzio dei più, in specie di chi è deputato a
sorvegliare, controllare e soprattutto intervenire. Pubblica ed ha pubblicato un “CALENDARIO” della serie gli
di Taranto, del quale nel 2008 furono protagonisti mare e
spiagge, 12 scatti che raccontarono delle bellissime ”spiagge violentate”Â
da stabilimenti sorti come funghi, senza disciplina e senza regole, con
strutture lasciate lì, d’inverno, a marcire e degradare il mare, l’ambiente.
Pur riconoscendo
l’utilità degli stabilimenti, ovviamente d’estate, si ritiene improcrastinabile
rimuovere le infrastrutture poiché, ciò che è utile d’estate, uccide,
massacra, sfigura… d’inverno, insultando  innegabili scenari mozzafiato,
paesaggi che nell’assoluta indifferenza di chi dovrebbe vigilare, intervenire,
subiscono scellerati attacchi al vetriolo da parte di chi interpreta le leggi
in maniera del tutto personale.
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Perché certi politici,
faziosamente, si spendono in inaccettabili emendamenti alla spasmodica ricerca
di Deroghe che permettano il mantenimento degli Stabilimenti anche “fuori
stagione”.?
L’Osservatorio della
Legalità nell’estremo tentativo di vanificare ogni e qualsiasi tentativo possa
essere operato specialmente da parte di certi Politici che giĂ si stanno
spendendo oltremisura per sovvertire l’ordine delle cose, che come innanzi
riportato è ordine dettato dalla natura, nel ritenere improcrastinabile la
emissione di una inequivocabile ordinanza perché le strutture degli
stabilimenti siano smantellati allo scadere delle autorizzazioni, anche
quest’anno a fine stagione… invoca l’intervento del ministro
all’ambiente anche e soprattutto in considerazione del fatto che
l’invocata destagionalizzazione non può significare che nella stagione
invernale, gli stabilimenti debbano permanere con le loro “strutture precarie”
che per quanto “leggere e di facile rimozione” nel perdere l’identificazione di
precarietà , è dimostrato che indiscutibilmente sono concausa dell’erosione.
Destagionalizzare
piuttosto significa saper “spostare” i flussi turistici nell’entroterra per
godere di ben altri paesaggi.    Â
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ALTRO TESTIMONE DI ABBANDONO
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Occorre far
comprendere a tutti che "Fare Turismo" significa recuperare aree
scempiate dall’abusivismo, da orribili manufatti; che bisogna rimuovere
strutture insignificanti per permettere di godere della bellezza della natura!
Occorre invocare
legalitĂ in tutti i settori, mare compreso, auspicando si riesca ad estirpare
il “germe del malaffare” dalla gestione del “bene comune”, nello specifico il
territorio, se si vuole riportare a nuova vita il nostro mare, le nostre
spiagge, ovvero far decollare l’industria del turismo, possibilitĂ
occupazionale ed alternativa all’industria pesante. Basta con quel malaffare
che germoglia dalla Tolleranza ed inibisce qualsiasi iniziativa lecita
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Taranto lì, 03.11.13
 Emma Bellucci Conenna