onlus (TA)
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Pregg. Presidente Regione Puglia
Assess. Urban. Prof. BARBANENTE
RICORDERETE, SPERO, LA
QUERELLE CHE ANNI ADDIETRO HA INTERESSATO IL VERSANTE ORIENTALE DI TARANTO…
"Mostri"
edilizi – L'ingegnere contro l'architetto
Ing.Antonio
Curri
Sono un ingegnere
manduriano e mi sono sentito “seccato” dalle espressioni usate dall’architetto
Nevio Conte a proposito del complesso scolastico Polivalente, ubicato in una
zona periferica di Manduria ma non certo all’interno del Parco Archeologico
Ritengo
necessario fare delle premesse, prima di addentrarmi nel merito.
Negli
anni 70/80, l’espansione urbanistica di Manduria, dotato di Prg avveniva verso
la zona Nord, e di conseguenza l’Amministrazione dell’epoca pensò di allogare
in quell’area un complesso scolastico che potesse servire gli utenti della
zona, senza sottoporli all’attraversamento della linea ferroviaria che divide
in due il centro abitato.
Il
progetto veniva approvato ed appaltato.
Gli
adeguamenti alle nuove norme in materia edilizia nel tempo, hanno richiesto
tempo e denaro, non consentendo così di far fronte alle necessarie risorse
finanziarie per il completamento dell’opera. Perfino adesso, si è cercato di
farlo rientrare nell’”Area Vasta”.
Questa
premessa è stata necessaria per chi non conosce i fatti e si limita a “credere”
quanto ha detto l’architetto Conte. Io mi chiedo: perché Conte si è “accanito”
su questo fabbricato incompleto (lo ha fatto anche in precedenza!) definendolo
a suo dire “Mostro Edilizio”?
Comprendo
lo sfogo che può avere un’architetto di prestigio a capo di un’associazione che
mira ad eliminare le opere “incongrue” come quella in questione! Non giustifico
però l’azione limitativa che lo stesso profonde nell’affrontare il problema… Mi
spiego.
A
cosa serve sollecitare il commissario prefettizio del Comune di Manduria, la
Provincia di Taranto e persino la Regione Puglia ad eliminare detto “Mostro
Edilizio, quando si sa in partenza che non ci sono gli strumenti (o almeno non
ne sono a conoscenza) per farlo? Con quali normative e con quali risorse? Forse
farebbe bene ad impiegare il suo tempo a sensibilizzare la Regione Puglia per
legiferare nel merito, come ha fatto la Regione Emilia Romagna con la Legge
n.16 del 15.07.02 che riguarda le “ Norme per il recupero e la promozione della
qualità architettonica e paesaggistica del territorio.
L’art.
10 si riferisce agli “ Interventi per l’eliminazione di opere incongrue”
che di seguito riporto:
Art.
10 – Opere incongrue, progetti di ripristino e interventi di riqualicazione del
paesaggio
Ai
fini della presente legge si definiscono opere incongrue le costruzioni e gli
esiti di interventi di trasformazione del territorio che per impatto visivo,
per dimensioni planivolumetriche o per caratteristiche tipologiche e
funzionali, alterano in modo permanente l’identità storica, culturale o
paesaggistica dei luoghi. La Regione definisce con atto di indirizzo e
coordinamento di cui al comma 1 dell’art. 16 della legge regionale 24 marzo
2000, n. 20, recante “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio”,
ulteriori elementi che connotano le opere incongrue e i criteri generali per la
loro individuazione.
L’individuazione
di opere incongrue può essere operata anche attraverso un accordo di programma
promosso dalla Regione, dalla provincia o dal comune. Con ciò, ritengo di
“criticare” l’intervento dell’architetto perché privo di soluzioni concrete
applicabili alla questione in oggetto!
Il
mio vuol essere semplicemente un invito ,a che certe considerazioni
“imbarazzanti” vengano supportate da elementi e proposte concrete , così come
evidenziato in precedenza e non solo “strillate” come è avvenuto in questa
circostanza.
Bisogna
sensibilizzare gli Enti preposti (vedi Regione)perchè intervengano con propri
provvedimenti (vedi Regione Emilia Romagna); in maniera tale che certe
situazioni “incresciose” si possano risolvere nel solco della legalità e
trasparenza.
E
mi creda , se mi sono permesso di rispondere all’ “Appello” lanciato dall’Arch.
Conte è solo per far notare che a Manduria non c’è solo chi chiude gli “OCCHI e
la MENTE” o resta “INDIFFERENTE” come è stato sottolineato nell’articolo dallo
stesso architetto.
EBBENE,
signori cari, passano gli anni, quel rudere che qualcuno ha voluto
difendere strenuamente è ancor lì, probabilmente non all’interno del Parco…
punti di vista… questione di lana caprina… quella nefandezza edilizia è ancora
lì a scempiare e ad offendere quello che per noialtri rimane pur sempre lo
stupendo scenario del “Parco Archeologico di Manduria”.
Nell’invitare a visitare quei luoghi per comprendere quante verità
e quale seccatura intercorreva tra l’architetto e l’ingegnere,
chiediamo quanti secoli dovranno passare, perché venga fatta
giustizia di luoghi che andrebbero diversamente tutelati e difesi?
Taranto lì, 25.10.13
presidente