Comunicato
stampa
A seguito delle presunte
dichiarazioni del Commissario Bondi e la conseguente richiesta al Tribunale di
Taranto di convalidare il licenziamento del lavoratore e dirigente sindacale
USB, Marco Zanframundo, la scrivente prende atto delle gravissime
affermazioni fatte dal Commissario, nominato dal Governo in carica e
quindi in “nome del popolo
Italiano”, quel popolo fatto di pensionati, cittadini,
lavoratori, gente onesta come Marco Zanframundo, che il Commissario dovrebbe
rappresentare e tutelare.
Nei fatti, invece, il
Commissario Bondi, già noto per le “spiritose” affermazioni sulla sabbia del
Sahara e le sigarette di contrabbando, da quando è arrivato a Taranto sembra
sempre più calato nei panni di “difensore degli indifendibili”. Non è possibile
dimenticare che stiamo parlando di “uomini” rinviati a giudizio per gravissimi
reati tra cui: omicidio colposo, omissioni di cautele di sicurezza,
inquinamento del territorio, delle falde acquifere, delle acque marittime,
dell’aria, del suolo e del sottosuolo, dei lavoratori e dei cittadini, nonché
accusati di associazione a delinquere finalizzata al massimo profitto a scapito
della salute pubblica, delle criticità ambientali e della sicurezza
impiantistica, condotta irresponsabile e qualche altro centinaio di capi di
imputazione.
Pertanto, invitiamo il
Commissario a cambiare radicalmente rotta ed a svolgere il compito per il
quale riceve un considerevole “compenso” con i soldi dei cittadini e che
certamente non è quello di “licenziare” chi chiede di applicare la legge e
magari “assumere e proteggere” chi le leggi le viola.
Non vorremmo ritrovarci di
fronte alla riproposizione sotto altre spoglie di un metodo, quello dei “Riva”,
che ha mietuto morte e devastazione per decenni.
In sostanza, non vogliamo
che anche questa volta ci trovassimo di fronte all’ennesima conferma del grave
“inquinamento morale e costituzionale” di una certa politica, di cui Bondi
sarebbe un degno rappresentante.
Taranto, 05 Ottobre 2013
p. Coordinamento USB Lavoro
Privato Taranto
Francesco Rizzo