“Eseguire la sentenzaâ€! Quale diritto ha il giÃ
comunista Epifani nel pronunciare ciò?
Mi ricordo i tempi del rapimento Moro e la tragedia
dei 55 giorni.
Ancora una volta i “compagni†sbagliano?
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di Pierfranco Bruni
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Ma
chi è Epifani per affermare, immediatamente dopo la condanna a Berlusconi, che
bisogna eseguire la sentenza? La sua tradizione di comunista in cravatta ha
nella storia comunista la logica di Robespierre? Perché ci sono dubbi? Possono
cambiare i nomi, il tempo può diventare variabile e le stagioni possono
consumarsi tra una primavera di Praga e un carro armato che passeggia tra
l’Ungheria e il giorno prima della caduta del muro di Berlino, ma la logica, la
ragione marxista, la imperterrita posizione giustizialista togliattiana è
sempre la stessa.
I
comunisti non cambiano. Ed Epifani è l’espressione di un posizionamento
marxista, che ha caratterizzato la storia di questo Paese e la colpa è
semplicemente di chi ha creduto che il male assoluto, qual è stato e qual è il
comunismo, potesse trasformarsi. Non è così. Caduto il Muro i comunisti sono
rimasti. Ed Epifani è la constatazione, appunto, di una logica che non trova
pause.
La
Rivoluzione Francese, che ha deturpato la civiltà dei valori, dell’umanitÃ
della civiltà nella storia, ritorna a mietere vittime e il comunismo è sempre
lì tra un Epifani un Renzi “guaglioncelloâ€, ma frutto di residui comunisti
tardo – romantici, i cosiddetti Giovani Turchi (ma perché sono filo musulmani e
quindi anticristiani?) e ancora i dalemiani che vivono di una aristocratica
visione della politica con fini antimachiavelliani.
Ma
ci siamo chiesti perché è crollata la gigantesca struttura della Democrazia
Cristiana? Perché si è sciolto, in un batter di forte vento, un partito
consistente come quello socialista di Craxi e il suo leader è stato mandato a
morire tra le sponde del Mediterraneo? Perché è stato straziato un pentapartito
nato tra cultura cattolica e liberale – socialista? E perché, invece, è bastato
che il comunismo cambiasse soltanto il nome, il PCI si è trasformato in Pd con
il collaborazionismo emblematico dei cattocomunisti alla Prodi e così via di
seguito.
Ci
siamo chiesti perché si era proposto come Presidente della Repubblica un
personaggio come Prodi, voluto dai cattolici comunisti e dai comunisti? Ci
siamo mai interrogati realmente sull’omicidio di Aldo Moro mentre lo “statistaâ€
Prodi si dilettava nelle sedute spiritiche?
La
storia, come ci ha insegnato Renzo De Felice, non è fatta di parentesi. Ha
nella sua continuità una razionalità . Tutti i partiti, dopo il 1978, hanno
subito una forte e cagiante trasformazione. Dopo il 1992 – 1993 è iniziata la
morte di quella che avevamo definito democrazia della prima Repubblica. Sono
crollati imperi, principati, contee ma la “macchina da guerra†pur sconfitta è
rimasta sempre ben oliata. Non ci siamo dimenticati il “resistere resistere
resistereâ€. E ora Epifani vuole sottolineare il giustizialismo scordandosi la
propria provenienza di comunista.
Un
comunismo che non è mai arrivato a governare con un voto democratico. Non ha
mai vinto una elezione che potesse permettergli di governare la Nazione. Se non
fosse stato per i cattolici di sinistra non sarebbe mai arrivato ad avere un
presidente del Consiglio e un presidente della Repubblica. Ma sono sempre stati
più furbi, la furbizia non è un male: è una contraddizione nella storia, con i
cattolici che hanno fatto da scudo. Vedi i governi Prodi. Vedi il governo
Letta.
E
poi abbiamo avuto lo sfarinamento della destra. È la prima volta, oggi, che il
Parlamento italiano non ha una destra consistente. Dopo il tradimento di Fini,
perché di tradimento si è trattato (la sindrome del 25 luglio è cinicamente
riproponibile nella destra), la destra ha rivissuto l’Otto settembre. Ma anche
Fini era prevedibile, soprattutto dopo aver definito “male assoluto†il
fascismo senza conoscerne la storia e la sua realtà storica. Come era
prevedibile l’ambigua visione di Casini in un Centrodestra che ha peccato di
buonismo nei confronti di una sinistra prepotente, arrogante e prevalentemente
togliattiana.
Con
il nemico non ci si confronta. Si abbatte il nemico. Questo è stato sempre
l’obiettivo comunista. Ho detto, opportunamente, nemico e non avversario. Ma il
comunismo è lì e i comunisti troneggiano. In politica dovrebbe esistere il
concetto di solidarietà nei confronti di un avversario che subisce una
condanna, che lo porterà alla morte politica.
Ho
usato ancora il concetto di “politicaâ€. La politica non dovrebbe mai usare il
termine di “giustiziaâ€. Piuttosto di verità storica. E non siamo ancora alla
verità storica. Perché l’unica verità storica è il fallimento, in quest’epoca,
dei comunismi in Italia e in Europa e in tutto il mondo occidentale. Dal
fallimento è nato il compromesso storico della metà degli anni Settanta. Questo
compromesso vive ancora.
Due
spunti soltanto e chiudo.
Credo
che sia giunto il tempo che i cattolici veri stacchino la spina da un
epifanismo diffuso nella sinistra già comunista e ancora comunista (anche i
vendoliani si ritrovano su questa posizione: i grillini non rientrano nel mio
discorso per tanti motivi pedagogici) se vogliono realmente vivere del verbo
della tolleranza e del confronto.
Credo
che sia giunto il tempo che i liberali, i non comunisti, la cenere della destra
valoriale facciano un passo forte nei confronti del governo Letta, ovvero è
necessario uscire allo scoperto e abbandonare il consociativismo dell’attuale
situazione governativa: escano immediatamente da questo Governo.
Solo
così potrei comprendere il posizionamento delle truppe berlusconiane. Restando
nel Governo darebbero un cattivo esempio sia politico sia ideologico. Chi pensa
che l’ideologia sia finita si inganna e inganna gli altri. L’ideologia c’è e i
comunisti o i già comunisti sono una conferma.
Epifani
non aveva alcun diritto di pronunciare quelle parole. In politica si vive di
solidarietà e non di atti alla Robespierre.
“Eseguire
la sentenzaâ€! ma vi ricordate gli anni del rapimento Moro e il dibattere dei
tragici cinquantacinque giorni?