Lunedì 22 luglio 2013 i
cittadini di Taranto si sono idealmente uniti in slogan contro questa ennesima
farsa grottesca: appena un centinaio di liberi tarantini hanno manifestato
tutto il loro sdegno per questa classe politica, che non sembra essere interessata
alle urla disperate del popolo.
Dalle 17.30 e fino alle
20.30 neanche un cenno di vita da parte degli “onorevoli” ospiti, eccezion
fatta per un maleducato che, affacciatosi dalla finestra del Palazzo della
Prefettura, ha pensato bene di aprire la finestra e lanciare una sigaretta
ancora accesa verso la strada.
Gli unici a trovare il
coraggio di scendere a parlare con la piazza sono i senatori Vito Petrocelli e
Carlo Martelli, entrambi del Movimento Cinque Stelle, i quali hanno illustrano
i temi della discussione a chiunque chiedesse informazioni.
Ed arriviamo a questa
mattina: alle ore 11.00 il commissario Mucchetti effettua una conferenza stampa
paragonando l'ILVA ad una lepre, proprio mentre la Morgan Stanley Bank conferma
l'eccesso di capacitĂ produttiva del settore dell'acciaio.
Finalmente, esperiti tutti
gli obblighi televisivi, finalmente si concede la parola ai cittadini non prima
ricordando che il tempo a disposizione è ridotto a 45 minuti, con la preghiera
di condensare gli argomenti.
A tutti viene concessa la
parola, sollecitando e ricordando il tempo a disposizione, e le voci dei
cittadini vengono ascoltate dai senatori presenti, anche tramite un formale
richiamo all'attenzione: appare evidente come l'interesse delle commissioni è
non perdere l'aereo prenotato, e non ascoltare quanto tutti hanno
legittimamente da dire.
Per questo, il nostro
intervento è stato il seguente:
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Salve
non posso augurarvi un
“buongiorno” perché nessuno qui lo merita.
Aver convocato la
conferenza stampa prima di aver ascoltato le libere associazioni dei cittadini
è l'ennesima dimostrazione di quanto questo governo sia distante dai problemi
della popolazione.
Chiariamoci: noi lo stiamo
notando che questo governo è solo una appendice della proprietà ILVA, che come
un servo silente e devoto invece di far rispettare le leggi si adopera a
modificare quelle che non piacciono, emanare leggi a proprio piacimento e che
nomina come commissario lo stesso che la proprietĂ aveva indicato.
Nessuno dei presenti, tranne
le debite eccezioni, ha davvero voluto conoscere la fabbrica e la sua
obsolescenza, e soprattutto non avete voluto conoscere la vera Taranto e le sue
potenzialitĂ volutamente soffocate. Cosa siete venuti a fare? Un gita nella
fabbrica della morte senza vedere i reparti incriminati, guardando uno
splendido quanto ingannevole plastico?
La realtà è che voi la veritĂ
la conoscete anche troppo bene, e questo fa di voi complici dei danni che
l'inquinamento sta facendo sulla popolazione.
Per questi motivi, ritengo
doveroso farvi ascoltare il discorso di Pericle agli Ateniesi, ma adattato ai
giorni nostri.
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Qui per Taranto voi fate
così.
Qui il nostro governo
favorisce i pochi invece dei molti: e per questo non può essere chiamata
democrazia.
Qui per Taranto voi fate così.
Le leggi qui non
assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, e voi
ignorate i meriti dell'eccellenza.
Quando un cittadino si
distingue, allora esso sarĂ , a preferenza dei capi di partito, chiamato a
servire lo Stato, ma come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito,
e l'onestĂ costituisce un impedimento.
Qui per Taranto voi fate
così.
La libertĂ di cui
godiamo si estende poco alla vita quotidiana; siamo diventati sospettosi l'uno
dell'altro e infastidiamo spesso il nostro prossimo se al nostro prossimo piace
vivere a modo suo.
Noi non siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo
sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un politico trascura i
pubblici affari quando non intaccano le proprie faccende private, e soprattutto
si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui per Taranto voi fate
così.
A noi tarantini è stato
insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di
rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che
ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che
risiedono nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon
senso.
Qui per Taranto noi
facciamo così.
Un uomo che non si
interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in
pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui a Taranto
siamo in grado di giudicarla.
Noi tarantini non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della
democrazia.
Noi tarantini crediamo che la felicitĂ sia il frutto della libertĂ , ma la
libertĂ sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che voi ritenete Taranto come una colonia dell'Italia, ma
nonostante tutto che ogni tarantino cresce sviluppando in sé una felice
versatilità , la fiducia in sé stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi
situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non
cacciamo mai uno straniero, ma siamo pronti a cacciare gli indegni
rappresentanti del popolo.
Qui per Taranto noi
facciamo così.
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Noi non molleremo mai,
arrivederci.