La regione Puglia rifiuta gli interventi statali
per le Agevolazione fiscali per micro e piccole aziende delle aree a disagio
socio-economico, tra cui ricade la Zona Franca di Taranto. Apprendendolo dal Decreto del 10 aprile 2013 del Ministero dello Sviluppo Economico pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale dell’11 luglio 2013, non comprendiamo come mai nella massima
assise regionale si faccia propaganda in queste settimane proprio delle Zone
Franche Urbane, paradisi fiscali per piccole e micro imprese, quando invece è
la stessa Regione Puglia che rinuncia al suddetto intervento statale!
La rinuncia è stata fatta in merito a interventi
“de minimis” cioè una modalità semplificata attraverso la quale la Commissione Europea autorizza l'istituzione da parte degli stati Membri di alcuni tipi di
regimi di aiuto per le imprese senza violare la concorrenza. Â Nella fattispecie
si tratta di ben 74 milioni di euro destinati alla nostra regione che la Regione Puglia guidata dal presidente del SEL Niki Vendola insieme a partiti di
centro-sinistra come il PD, ha ritenuto giusto rinunciare.
Eppure questi sono interventi previsti dal “Piano
d’Azione per la Coesione” che è lo strumento di riprogrammazione dei programmi
cofinanziati dai Fondi Strutturali 2007-2013. Si tratta di interventi mirati a
rafforzare il tessuto socio-economico, salvaguardando le imprese esistenti e
l’occupazione, e favorendo la nascita di nuove aziende e posti di lavoro, che
a Taranto sarebbero spettate ai quartieri Tamburi, CittĂ Vecchia e Paolo VI.
Esenzione dal pagamento delle imposte sui redditi, dell’IRAP, dell’imposta
sugli immobili e dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente:
agevolazioni che avrebbero potuto ridare ossigeno alla piccola imprenditoria
tarantina in quartieri abbandonati sempre piĂą dalle amministrazioni sia di
centro destra che di centro sinistra.
Nella sopracitata delibera del MISE, vi è
riportato che la Regione provvederà con “propri strumenti” a sostenere tali
misure, senza però specificare quando e in che modo visto che è la stessa
regione che reclama un giorno si e l'altro pure, le difficoltĂ legate al patto
di stabilità e ai tagli di spesa nei molteplici settori: quel che è certo, ed è
un dato incontrovertibile, è che la Regione ha rinunciato a
fondi certi!
Abbiamo la netta impressione che si voglia far
perdere a Taranto l'ennesima possibilitĂ di rinascita e lasciare la cittĂ nella
morsa della eutanasia industriale e i suoi cittadini ricattati da una
condizione dove, in un orizzonte generale, si debba continuare a supplicare un
posto di lavoro nell'industria o nelle forze armate. Alla stessa maniera non
avrĂ senso un ennesimo annuncio di stanziamento di altri fondi se giĂ , a quelli
di cui si poteva accedere, si rinuncia. Non ha senso a maggior ragione perchè la Regione più volte si è dimostrata solo a parole generosa nei confronti di Taranto. A riguardo
non solo ricordiamo, ma chiediamo a gran voce a Vendola, dove siano andati a
finire, tra gli altri, i 56 milioni di euro del “Piano di Risanamento del
Quartiere Tamburi” in merito all'Atto di Intesa sottoscritto in data 15.12.04,
chiediamo dove la Regione Puglia insieme alla Provincia abbia “smarrito” i 20
milioni di euro per gli interventi destinati al Distripark di Taranto e perchè
abbia chiesto il definanziamento per i 35 milioni che erano stati stanziati
sempre per il Distripark dalla Delibera del CIPE del 03 agosto 2011, n.62. Ed
inoltre perchè le amministrazioni rinunciano alla possibilità di pianificare e
attuare un economia alternativa per Taranto?
Abbiamo la netta impressione che a queste domande
non arriveranno mai le risposte se non dopo aver mandato a casa queste
amministrazioni di centro destra e centro sinistra e aver ridato ai cittadini
la possibilitĂ di decidere consciamente il destino del proprio territorio.
Taranto 22 luglio 2013
Amici di Beppe Grillo Taranto Meet Up 192 -
MoVimento 5 Stelle
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